Baldissoni e la polemica su Strootman squalificato: nessun sospetto di complotto
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Baldissoni e la polemica su Strootman squalificato: nessun sospetto di complotto

Dopo la bufera per le parole del dg della Roma si lavora sul ricorso. E a smorzare gli animi in vista di un dicembre pieno di scontri diretti

Non un attacco alla credibilità del campionato, ma solo la considerazione risentita di una squalifica che colpisce la Roma in un momento importante della stagione e in un reparto già privo di un giocatore. Il giorno dopo la bufera sollevata dalle parole del direttore generale, Mauro Baldissoni, incassato lo stop di due giornate a Strootman con la prova tv ("... senso di profonda inquietudine perché stiamo per affrontare Milan e Juventus e, guarda caso, subiamo una squalifica assolutamente inattesa e inconcepibile"), la Roma prova a ripartire e si concentra sul ricorso.

Venerdì farà di tutto per cancellare la squalifica dell'olandese, dimostrando che non si è trattato di simulazione dopo la strattonata di Cataldi e che, in ogni caso, Banti e i suoi assistenti avevano già giudicato tutto in campo. Una sentenza che fa discutere perché segna un precedente importante e allarga i confini dell'applicazione della prova tv alla vigilia dell'introduzione della Var come aiuto all'arbitro.

Nessun interesse ad alimentare polemiche e sospetti

Che quelle parole potessero essere interpretate come un attacco al sistema era chiaro. La frase si presta certamente a una lettura maligna e così, a mente fredda, il tentativo è quello di ricondurla nel sentiero delle intenzioni della dirigenza della Roma. Arrabbiata per la squalifica, ma non perché frutto di un presunto disegno per favorire Milan e Juventus, bensì perché ritenuta ingiusta e conseguenza di una decisione che farà giurispudenza, presa sulla pelle del club e con nessun precedente simile.

E' possibile che Baldissoni sia chiamato a rispondere di quel passaggio davanti alla giustizia sportiva. Chiarirà anche in quella sede. Di sicuro c'è il tentativo della Roma di tenere bassi i toni come fatto anche per la vicenda Lulic quando, da parte offesa, la società ha provato a stemperare senza rilanciare. Un atteggiamento che magari non paga immediatamente davanti a una piazza già in contestazione, ma che mira a seminare per il futuro e per favorire la crescita dell'ambiente. Anche per questo il capitolo Strootman va chiuso in fretta, con il ricorso ed entrando nel merito senza digressioni su altri piani.

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Giovanni Capuano