Missione compiuta: l'Italia vola all'Europeo
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Missione compiuta: l'Italia vola all'Europeo

Successo degli azzurri in Azerbaigian (1-3) e qualificazione raggiunta tra buoni segnali (tanti) e qualche errore

Prossima fermata: Parigi. L'Italia agguanta l'Europeo con una giornata d'anticipo sulla fine del girone, vince in Azerbaigian e capitalizza al massimo una partita dai tanti volti. Facile in avvio, poi tremendamente complicata dopo il pareggio azero e, quindi, nuovamente in discesa grazie alla vitalità della manovra offensiva e a quale gentile omaggio di un'avversaria che nel 2015 non aveva ancora perso ma che ha confermato tutti i propri limiti.

Successo che non spazza le nubi su una nazionale dal tasso tecnico non eccelso, ma la priorità era chiudere la pratica Euro 2016, timbrare il passaporto e consegnare ad Antonio Conte sette mesi di tempo per costruire il gruppo che ci dovrà guidare in terra di Francia dove, sarà bene ricordarlo, partiamo come vice campioni in carica. Ripetersi sarà difficile, però adesso è il momento di gustarsi il raggiungimento dell'obiettivo minimo dichiarato.

A Baku l'Italia ha vinto per 2-1, reti di Eder all'alba della sfida (11' del primo tempo), pareggio di Nazarov quando tutto sembrava sotto controllo degli azzurri e nuovo scatto avanti con El Shaarawy (43'), parso rivitalizzato dall'avvenura monegasca. Nella ripresa il sigillo di Darmian (65') che ha tolto ogni imbarazzo. Azerbaigian che ha chiuso in inferiorità numerica (espulso Useynov) e con traversa di Giovinco.

Luci e ombre, ma obiettivo raggiunto

Non tutto della nazionale di Baku è piaciuto, ma quello che si è visto è stato sufficiente per chiudere i conti ed era quello che si chiedeva alla trasferta azera nella settimana dei forfait e della consapevolezza che l'azzurro piace sempre meno. Bene la fase offensiva, dove Conte può sorridere per alcune conferme importanti. Meno quella difensiva che regala ancora troppo ed è lontana dagli standard cui si è abituato il nostro calcio.

Il modulo improvvisato può essere una buona base per il lavoro invernale, soprattutto se interpretato sempre come da Candreva ed El Shaarawy che hanno tenuto costantemente alto il baricentro dell'azione evitando di farsi schiacciare dietro. L'Azerbaigian non aveva gli strumenti per metterci in difficoltà, ma il giudizio non può che essere positivo considerato come in passato siamo stati capaci di complicarci la vita in occasioni come questa.

Verratti, l'ex vice Pirlo

Se a Conte serviva una risposta intorno all'eredità di Pirlo, la partita giocata da Verratti ha tolto quasi ogni dubbio. La verticalizzazione che ha mandato in porta Eder per la rete del vantaggio sembra disegnata direttamente dal piede del genio di Flero, costretto in tribuna ad osservare i progressi dell'allievo che è ormai pronto a prenderne il posto. 

Assist, corsa, ordine e palleggio: qualità e sostanza distillate insieme lungo i noventa minuti. Verratti avrebbe giocato anche senza il forfait di Pirlo alla vigilia, ma messo nel 4-4-2 d'emergenza (mai provato prima se non in amichevole contro l'Albania) ne ha esaltato le qualità. Già contro la Bulgaria gli erano state affidate le chiavi del gioco azzurro: architetto senza condivisione di spazi e responsabilità. Non è una sorpresa per chi lo segue nel Psg, ma Verratti ha dimostrato di essere in grado di prendersele senza tremare.

Eder, messaggio a Balotelli (e Rossi)

Da Baku torna anche una nazionale che dimostra di avere più punti di riferimento di quanti non gliene fossero accreditati. In attacco, ad esempio, Conte avrà tempo e modo di aspettare l'eventuale recupero di Balotelli e Rossi senza isterie. Pellé, protagonista fin qui di un avvio di stagione di grande sostanza, ed Eder non hanno la faccia di quelli in azzurro per caso.

Eder sta lievitando con il passare dei mesi. Capocannoniere in serie A con 6 gol in 7 partite, è stata una sua fuga sul filo del fuorigioco a mettere in discesa la pratica qualficazione. Grande lancio di Verratti, però farsi trovare così pronto è una qualità rara. Per l'italobrasiliano è stata la seconda rete con la nazionale dopo quella pesantissima in Bulgaria in una delle serate più difficili del girone.

Anche la vitalità di El Shaarawy, largo a sinistra in un 4-4-2 molto offensivo, è un'ottima notizia per il cr. Il Faraone sembrava perso al grande calcio dopo due stagioni maledette, tra infortuni, ricadute e incomprensioni tattiche. A Montecarlo parte spesso dalla panchina, ma fisicamente sta bene e così la sua capacità di corsa in ripiegamento può venire utilissima ai colori azzurri.

Difesa in stile Juve: campanello d'allarme

Il doppio errore di Chiellini e Bonucci nell'azione del gol di Nararov che ha rimesso in linea di galleggiamento per qualche minuto l'Azerbaigian, invece, conferma che la saracinesca ha qualche crepa. Il muro è quello bianconero che da inizio stagione regala in media quasi un gol a partita agli avversari: 8 reti subite in 7 giornate e porta imbattuta solo a Marassi contro il Genoa.

I problemi dietro della Juve (e della nazionale) non possono più essere classificati come semplice frutto della casualità o di qualche episodio sfortunato. Magari il crescere della condizione atletica favorirà anche precisione e attenzione, ma Conte farà bene a ragionare su un modo di proteggere il più possibile la propria retroguardia perché non tutti gli avversari sono come gli azeri.

La notte di Azerbaigian-Italia in immagini

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L'esterno del nuovissimo stadio Olimpico di Baku

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Giovanni Capuano