Doping: l'Adidas abbandona la Federazione Internazionale di atletica
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Doping: l'Adidas abbandona la Federazione Internazionale di atletica

Dopo lo scandalo inizia la fuga degli sponsor, un danno che costerà 40 milioni di euro di mancate entrate al movimento

Il momento nero dell'Atletica mondiale continua e si fatica ad intravedere la fine del tunnel. Dopo lo scandalo doping che ha sconvolto la Iaaf (Federazione internazionale di atletica leggera) la Adidas, main sponsor della federazione, ha annunciato di voler rinunciare al contratto di sponsorizzazione con quattro anni d'anticipo. Nelle scorse settimane l'azienda tedesca di abbigliamento (così come Coca-Cola e Visa) non aveva nascosto il suo disappunto neppure sulla corruzione epidemica emersa in seno alla Fifa, altro ente di cui è partner, pur mantenendone la sponsorizzazione.

Doping nell'atletica: in cosa consiste lo scandalo

All'atletica è andata peggio e l'addio di Adidas, che nel 2014 aveva investito 750 milioni di sterline per la fornitura delle divise del Manchester United, ha innescato così un meccanismo che rischia di far tirare indietro anche gli altri main sponsor dell'atletica mondiale. In attesa di un commento di Sebastian Coe, presidente sempre più in difficoltà della Iaaf, la Bbc ha calcolato che l'addio dell'Adidas comporterà un buco da più di 40 milioni di euro nelle casse dell'agenzia Dentsu che gestisce la parte commerciale della federazione internazionale d'atletica leggera.

L'Adidas non è più sponsor tecnico neppure del Cio, visto che a Rio 2016 il merchandising con il logo dei Giochi (magliette e polo) sarà della Nike, mentre le divise dei volontari saranno fornite da una ditta cinese, la 361. Secondo l'ultimo rapporto, compilato dall'agenzia mondiale anti-doping Wada, tutte le principali competizioni di atletica, Olimpiadi comprese, hanno visto gareggiare, e vincere, competitori dopati, che hanno potuto godere della copertura di molte federazioni complici, a cominciare da quella russa. Rivelazioni confermate da un secondo rapporto, condotto dal presidente della commissione Dick Pound, che ha puntato il dito contro la stessa Iaaf, nella persona dell'ex presidente Lamine Diack, accusato di corruzione. Adesso non resta che aspettare le mosse degli altri sponsor: anche Canon, Toyota, Seiko, TDK, TBS e Mondo stanno valutando le mosse con i propri legali. 

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Matteo Politanò