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PABLO PORCIUNCULA/AFP
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Il Tas ha dato ragione ad Ariosa, licenziato perché aveva il cancro

Il tribunale di Losanna ha riconosciuto i danni morali al calciatore messo fuori rosa dall'Olimpia Asuncion mentre stava lottando contro il tumore

Licenziato mentre stava lottando contro il cancro. Nel giugno del 2013 Sebastian Ariosa, difensore uruguayano classe '85 che giocava per i paraguaiani dell'Olimpia di Asuncion, è stato costretto a congelare la carriera per curare un tumore che si era sviluppato al centro del torace (mediastino). Nel gennaio successivo, la sua società di appartenenza, il club più titolato del Paese, gli ha spedito un telegramma nel quale gli comunicava la rescissione unilaterale del contratto. Grazie di tutto e arrivederci. Nel bel mezzo di un periodo comprensibilmente difficilissimo per il calciatore e la sua famiglia. Alcuni mesi dopo, Ariosa ha vinto la sua prima battaglia, quella più importante: si è curato e ora sta bene.

Nel febbraio di quest'anno il Defensor Sporting, la squadra uruguayana nella quale era cresciuto e che l'aveva visto affermarsi a livello continentale, gli ha proposto un contratto per tornare a giocare a tempo pieno. Come dire, bella storia. Ma c'è di più. Perché nel frattempo Ariosa ha vinto la sua seconda battaglia, quella contro l'Olimpia di Asuncion, accusato di aver preso una delle più grandi cantonate della sua storia. Il Tas, il tribunale arbitrale dello sport con sede a Losanna, ha infatti riconosciuto al giocatore i "danni morali" per l'ingiustizia di cui è stato vittima: 60 mila dollari più altri 90 mila di indennizzo. Secondo il tribunale la decisione 'in malafede' del club di sospendere nel 2013 il contratto ad Ariosa mentre egli era in Uruguay per sottoporsi a chemioterapia aveva causato nel giocatore 'ansia e insicurezza'.

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Dario Pelizzari