La nuova vita degli arbitri di porta (che sbagliano troppo)
tratto da Mediaset Premium
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La nuova vita degli arbitri di porta (che sbagliano troppo)

Non devono più giudicare i gol fantasma, eppure non stanno convincendo. Cosa succede agli addizionali?

L'introduzione della tecnologia gli ha tolto il compito più gravoso: decidere come una Cassazione sul gol-non gol. Erano nati per quello, per dirimere le questioni di centimetri (a volte millimetri) a cavallo della linea di porta e, adesso, gli addizionali sono diventati altro. Già da qualche stagione avevano allargato il proprio raggio d'azione aiutando l'arbitro centrale a giudicare anche gli episodi hot dentro l'area di rigore, la rivoluzione estiva ha, però, accentuato la nuova funzione abbssando il livello di tolleranza degli errori.

Eppure l'inizio di campionato ha fatto segnare una strana tendenza. Gli arbitri di porta, o addizionali nella terminologia corretta, entrano sempre più nelle decisioni dei direttori di gara, ma con qualche errore di troppo. L'ultima topica all'Olimpico in occasione di Roma-Sassuolo con la cravatta di Peluso a Rudiger praticamente sotto gli occhi di Calvarese. Impossibile da non vedere, eppure...

La settimana prima era stato Tagliavento a perdersi il tocco di braccio di Digne (con sceneggiata successiva) su cross di Rosi: traversone da lontano, braccia molto staccate dal corpo e visuale libera. Lì, a pochi metri. Impossibile da non cogliere dando a Gervasoni la soffiata giusta. Invece nulla. E l'incrocio di gambe tra Mandzukic e Florenzi dopo 30 secondi Roma-Juventus, non visto da Rocchi, era sfuggito anche a Irrati. Che succede agli addizionali di porta? C'è un problema di indentità?

In realtà ci sono anche gli esempi positivi da mettere in fila: la sicurezza con cui Russo ha confortato Valeri nella concessione del rigore alla Fiorentina per fallo di Romagnoli su Ilicic e palla che pareva aver cambiato direzione, oppure l'intervento di Candussio per cancellare un penalty erroneamente concesso da Tagliavento alla Viola contro il Torino. Oppure ancora la testimonianza di Di Paolo che ha convinto Guida ad assegnarne uno alla Juventus contro il Chievo dopo la caduta di Cuadrado.

Presenti e in linea di massima utili, ma la percentuale di errori è stata sin qui troppo alta per una categoria che ora si deve concentrare solo su quanto avviene sotto i propri occhi, da posizione privilegiatissima e con nessun ostacolo visivo davanti. Può essere solo una fase di rodaggio, ma la forza con cui Nicchi e Collina ne hanno difeso presenza e ruolo (con relativi costi) necessita un rendimento diverso da subito.

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Giovanni Capuano