Carlo Ancelotti esoneri in carriera Napoli
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Ancelotti, tutti gli esoneri della carriera

Una dei tecnici migliori d'Europa e gli incidenti con Milan, Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco prima dello strappo con il Napoli

Se è vero che la grandezza di un allenatore non si misura dai suoi insuccessi, Carlo Ancelotti può dormire tranquillo. Resta e resterà un tecnico record anche dopo l'esonero deciso dal presidente del Napoli De Laurentiis e comunicato poche ore dopo il successo al San Paolo contro il Genk che ha sancito la qualificazione agli ottavi di finale della Champions League.

Neanche la tripletta di Milik ha cambiato il finale di una storia già scritta, con Gattuso che siederà sulla panchina che è stata per un anno (e poco più) di Ancelotti. Le righe del commiato addolciscono appena la pillola di uno strappo che arriva a coronamento di una stagione disastrosa nei risultati e nei rapporti dentro e fuori lo spogliatoio.

Ancelotti esonerato comunicato Napolitratto da Twitter

Quello deciso da ADL è il sesto epilogo prematuro e amaro per Ancelotti. Una costante che nulla toglie alla sua grandezza professionale, anche se le ultime stagioni sono state spesso puntellate di problemi e polemiche. Quello che ha attraversato al Napoli assomiglia sinistramente agli ultimi mesi a Monaco di Baviera, con lo spogliatoio in rivolta, i big schierati contro di lui e la società a non fare schermo.

Ecco il racconto della carriera di Ancelotti condensato nelle tappe concluse con un esonero o una mancata conferma. Una via Crucis solo virtuale, considerata la quantità di titoli portati a Reggiolo.

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Una carriera tra successi ed esoneri

Eppure la carriera di Ancelotti non è fatta solo di trionfi e applausi. Spesso si è dovuto misurare con la realtà dell'esonero o della rescissione di contratto, formula elegante per dire che un allenatore viene allontanato dalla propria squadra. E soprattutto gli inizi della sua avventura in panchina sono stati complicati.

Alla Juventus di Moggi-Bettega-Giraudo non gli bastarono due secondi posti con punteggi elevati per ottenere il prolungamento della sua esperienza alla terza stagione. Era arrivato contestato dai tifosi e se ne andò con appiccicata l'etichetta del magnifico perdente e con una promessa di rinnovo (144 punti in due campionati) non rispettata. Non un esonero, ma quasi.

Al Milan, subentrato in corsa alla meteora Terim nel novembre 2001, ha cancellato l'etichetta ma non si è salvato da un finale burrascoso, bersaglio delle critiche di Berlusconi e difeso strenuamente da Galliani. Otto lunghi anni con rescissione consensuale al termine dell'ennesima stagione tormentata e in anticipo rispetto alla conclusione del contratto.

Esonero anche dal Chelsea, pur portato a conquistare la Premier League al primo colpo nel 2010. A Londrà bastò un secondo posto con eliminazione ai quarti di finale della Champions League per far dire stop ad Abramovich (maggio 2011). Altro giro e altra serie di trionfi al Psg (ma anche un clamoroso campionato lasciato al Montpellier) e altra chiusura di rapporto lasciandosi senza troppi rimpianti.

Poi il Real Madrid cui regalò la Decima Champions League della storia nella finale derby di Lisbona contro l'Atletico, vittoria che gli valse la conferma da esonero sicuro, e l'addio solo un anno più tardi cacciato dal presidente Florentino Perez per non aver vinto nulla, colpa imperdonabile al Bernabeu e dintorni.

Infine il Bayern Monaco, preso dalle mani di Guardiola e riportato a vincere la Bundesliga che per i bavaresi rappresenta poco più di un optional. Dissidi interni allo spogliatoio gli sono stati fatali. Fine della storia, prima dell'addio precoce con il Napoli che aveva sposato nella convizione di poter diventare il Ferguson di De Laurentiis.

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Giovanni Capuano