Il Boxing Day italiano e la lezione della serie B
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Il Boxing Day italiano e la lezione della serie B

Pubblico in aumento e spettacolo. L'esperimento voluto da Abodi che la A dovrebbe copiare

Il calcio a Santo Stefano in Italia piace ma non fa il record. Eppure l’esperimento della serie B di organizzare il suo Boxing Day mentre i campioni della serie A svernano su spiagge esotiche si può considerare riuscito. A dirlo sono i numeri delle presenze negli stadi il giorno del 26 dicembre. Complessivamente 42.654 sparsi sui 10 campi dove si è giocato (a Varese ha vinto la nebbia): una media di 4.265 inferiore a quella generale delle prime 20 giornate (4.712) ma con alcuni dati che meritano di essere approfonditi.

Intanto una constatazione che misura il metro del successo dell’iniziativa presa dal presidente uscente Abodi. Per ben 8 dei 10 club che hanno ospitato una partita a Santo Stefano il botteghino ha consegnato risultati superiori alla media stagionale. E’ accaduto ad Ascoli (3272 contro 2563), Bari (6801 contro 6144), Empoli (3984 contro 2381), Juve Stabia (2692 contro 2444), Lanciano (2335 contro 1859), Livorno (7206 contro 5445), Pro Vercelli (2028 contro 1847) e Reggina (3512 contro 3281).

In tre casi si è trattato addirittura del record stagionale: Ascoli-Cittadella, Empoli-Verona e Lanciano-Novara. Perché non c’è stata una media primato? Semplicemente perché i ‘pezzi grossi’ degli incassi nel campionato cadetto erano impegnati in trasferta e parliamo di Verona, che garantisce circa 13mila spettatori a gara, Cesena, Novara e Brescia.

E’ per questo motivo che non è stato ripetuto l’exploit del 23 dicembre quando le 11 partite hanno raccolto oltre 63mila presenze. Il bilancio, però, resta nettamente positivo e deve valere come stimolo anche per la serie A. Durante le feste c’è uno spazio che può essere occupato. Copiare gli inglesi è possibile e anche redditizio. La serie B lo ha capito e domenica 30 dicembre concluderà il suo trittico natalizio.

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Giovanni Capuano