MArco-Giampaolo
ANSA/AP Photo/Luca Bruno
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Allegri, Spalletti, Garcia, Giampaolo: la verità sul prossimo allenatore del Milan

La società conferma la fiducia a Giampaolo anche perché i grandi nomi hanno detto no. Ecco perché

Marco Giampaolo anche dopo la sconfitta con la Fiorentina resta l'allenatore del Milan. A confermargli la fiducia la dirigenza, in un dopo partita condito dalla pesante contestazione dei tifosi che in massa hanno lasciato la Curva Sud ma anche altri settori dello stadio Meazza.

Una scelta quella di non esonerare l'ex allenatore della Sampdoria fatta che diversi motivi:

A) Il Milan non può permettersi dopo solo un mese dall'inizio della stagione di rinnegare il progetto tecnico che doveva essere il vero punto di forza, visto il mercato limitato dai paletti del Fair Play Finanziario, compresa la rinuncia alla Europa League.

B) I grandi allenatori, due su tutti: Allegri e Spalletti che sono liberi avrebbero detto no all'arrivo a Milanello. Troppo rischioso mettersi in gioco dopo stagioni in grandi club per cercare di raddrizzare una barca con così tanti problemi: societari, tecnici, ambientali.

C) Gli altri allenatori in circolazione di medio livello cui si è pensato o che addirittura si sarebbero auto-candidati (Rudy Garcia, tanto per fare un nome) non convincono la dirigenza e vengono ritenuti nomi non in grado di modificare tanto la situazione.

D) Dentro la sede rossonera resta alta la convizione che il valore della rosa, con tutte le tensioni interne legate anche al fatto che continuano a circolare voci di un ennesimo cambio di proprietà, sia inferiore non solo a Juventus, Inter e Napoli ma anche ad Atalanta, Roma e Lazio. Si prefigura quindi una stagione da settimo, ottavo posto...

Fiducia quindi a Giampaolo, ma di sicuro non infinita. L'allenatore è obbligato al successo o quantomeno ad una prova convincente contro il Genoa.

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