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ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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La difesa di Agnelli davanti all'Antimafia sul caso Juventus, ultras e 'ndrangheta

Il presidente della Juventus: "Mai incontrato Dominello da solo". E attacca: "Forze dell'ordine chiedono di non presidiare le curve"

Difesa e attacco. L'audizione di Andrea Agnelli davanti alla commissione Antimafia che sta facendo luce sugli intrecci tra club, ultras e criminalità organizzata è servita al presidente della Juventus per ribadire la sua linea difensiva e per chiamare alla ribalta anche le responsabilità di chi deve gestire l'ordine pubblico.

Un confronto che segue quelli con il procuratore della Figc Pecoraro (il processo sportivo dopo il deferimento del club e dei suoi dirigenti è in calendario per il 26 maggio) e la deposizione dello stesso Andrea Agnelli come testimone in udienza nel processo Alto Piemonte che si sta occupando delle infiltrazioni mafiose a Torino.


Agnelli ha scelto la ribalta dell'Antimafia per dettare la sua linea. Nessuna consapevolezza di avere a che fare con un personaggio dal profilo criminale legato alla 'ndrangheta, mai incontri da solo, rivendicazione della necessità per un presidente di avere rapporti con i tifosi (anche gli ultras) e, soprattutto, l'appello a scrivere e far rispettare regole in cui non siano le stesse forze dell'ordine a chiedere alle società di non presidiare le curve e di lasciarle in mano a chi le frequenta.


Gli incontri con Rocco Dominello

"Mai incontrato Rocco Dominello da solo. E' avvenuto solo 3-4 volte insieme ad altri e nell'ambito di incontri con tifosi. Se avessimo saputo del suo profilo non avremmo mai avuto incontri" ha spiegato Agnelli, ribadendo con forza di non aver mai avuto indicazione dalla Questura o da altri di criticità legate alla persona oggi sotto processo a Torino con l'accusa di appartenenza alla 'ndrangheta.

Agnelli ha spiegato di ritenere doveroso per un presidente "incontrare tutti i tifosi" e che lo faceva una volta all'inizio di stagione coinvolgendo anche gli ultras "perchè non si sentissero discriminati" e non creassero "problemi per l'ordine pubblico": "Non mi sono mai sotratto alla richiesta di incontri, anche con i tifosi più accesi".

La gestione dei manager Juventus

"Il grado di autonomia di D'Angelo e Merulla (ndr dirigenti Juventus addetti al rapporto con la tifoseria) era totale. Da me sono arrivate solo le linee guida che prevedevano la cancellazione dei biglietti e abbonamenti omaggio e che ogni biglietto fosse venduto. Non mi occupavo direttamente della gestione di biglietti e abbonamenti". Agnelli ha rivendicato le sue direttive in rottura con le abitudini del passato e che dal 2011 non ci sono più stati tagliandi regalati se non in maniera ridotta e sempre tracciabile.

Gli stessi manager avevano il compito di avere i rapporti con gli ultras e i loro capi e proprio quando vennero chiamati in Procura nell'estate del 2016 fu chiaro il profilo di Dominello: "Su di lui prima di allora nessuno di aveva detto cosa fare o non fare. Le informazioni io le ho acquisite nel momento in cui i nostri dipendenti sono stati sentiti un giorno sì e l'altro anche in Procura".

Gli errori della Juventus

"Se abbiamo sbagliato qualcosa pagheremo, ma sarà dopo un processo che si spera giusto ed equilibrato tra accusa e difesa" ha detto Agnelli riferendosi al processo sportivo in calendario il 26 maggio. L'errore, secondo il numero uno della Juventus, è nato dalla sorpresa di "dover gestire uno stadio troppo piccolo e tutto esaurito ogni domenica", fatto che ha favorito lo sviluppo del bagarinaggio nel quale si è inserito chi ha cercato di infiltrarsi nella gestione dei biglietti.

La Juventus ha cercato di gestire il flusso di tifosi provenienti per il 60% da fuori in maniera razionale "aprendo uno spazio in cui si sono infilati altri", ha ammesso Agnelli che ha specificato che da un anno e mezzo la "riserva di biglietti" destinata a questo scopo non esiste più. Il che crea altri problemi di gestione all'interno della Stadium, ma risponde alla richiesta di cambiare modo di operare.

L'attacco contro il Gos

La parte più dura dell'audizione di Agnelli è stata, però, quella riservata al racconto di cosa accade nella programmazione della gestione dell'ordine pubblico. Il presidente della Juventus ha spiegato che è il Gos (con a capo un funzionario della Questura) a dare la direttiva "di non avere steward nelle curve".

"La disposizione è di lasciare maggiore libertà di azione a chi frequenta quelle zone dello stadio e il prefetto Gabrielli (che ha spiegato come spesso sono popolate di persone con precedenti penali ndr) ci ha spiegato chi popola le curve. Non si capisce perché il Gos, presieduto da un funzionario di Polizia, debba chiedere di non presidiare quei territori che sono i più pericolosi - ha aggiunto -. Io chiedo che vengano presidiati".

Agnelli ha anche annunciato che la Juventus è pronta ad attivare all'interno dello Stadium le celle sul modello inglese dove rinchiudere immediatamente chi commette reati all'interno di un impianto sportivo. Servono però norme adeguate che lo consentano.

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Giovanni Capuano