Calcio, Serie A - 2^ giornata
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Calcio, Serie A - 2^ giornata

La Juventus ed il Napoli su tutti, ma occhio alle romane. Le milanesi invece devono meditare

Continuiamo a crederci poco, a vedere stelle cadenti di fine estate. E come San Tommaso aspettiamo almeno la fine di settembre, dopo la sosta che ci aspetta al prossimo angolo, con l’effetto-mercato normalizzato e con i primi pellegrinaggi in Europa. Una sola certezza, la solita che si chiama Juventus che va ad infilare quattro dita nella crisi, che è di nervi ma anche di uomini, dell’Udinese. Solidità, cattiveria e lampi, come se non potesse essere davvero Giovinco il valore aggiunto di quell’attacco, cercato in nomi molto più esotici e costosi.

Altra cosa in cui si può ragionevolmente credere fin da ora è il passo del Napoli, che ha ritrovato dopo una stagione di mezza vacanza, un incursore terrificante come Marechiaro Hamsik. La Lazio non se la fila nessuno, ma quando hai davanti la qualità di Hernanes e Klose è giusto non aspettarsi un campionato banale da vivacchiare a mezza classifica. E veniamo al resto, cioè il fumo, magari profumato, e le stelle che forse poi cascheranno.

La gente interista ha vissuto due settimane di entusiasmo, a parer nostro un po’ immotivato, soffiato dal vento bizzarro di Cassano. Poi ieri sera Zeman ha portato la nebbia, che stava sulle facce di quelli che già se ne andavano ben prima della fine di Inter-Roma e nella certezza che una squadra che becca gol da chiunque con quella leggerezza imbarazzante, non può permettersi grandi fantasie: chiaramente senza equilibri certi e per Stramaccioni è già l’ora delle scelte. Certo, c’è la Roma che ieri è stata capace di lampi di bellezza stordente, come quel secondo gol che Totti dipinge e Osvaldo firma, dando alla gara un indirizzo preciso. Si può anche aspettare Destro, che al momento gira un po’ per il campo con l’aria da bimbo stranito dalle troppe attese. A Zeman importa pochino, se poi ogni volta trova un altro ragazzino che pochi conoscono e nessuno si aspetta e che gli apre la partita come ieri Florenzi o glie la salva, come Lopez domenica passata.

C’è poi il Milan che infila ai suoi tifosi un bel paio di occhiali colorati, di quelli che ti fanno vedere il cielo blu anche quando piove. Non può essere la normalità Pazzini che segna tre gol in una botta sola, né può diventare l’energia di un mediano olandese a trasformare una squadra che per ora ha pochi obiettivi che non siano minimali da terzo gradino del podio, in quella che dice Galliani. O meglio comanda “al signor Allegri”. Che da furbo com’è per ora la butta, per forza o per amore viste le assenze, sull’italianità più spinta. Sono cose che fanno presa sulla gente, fanno operazione simpatia, fintanto che dura. Allegri dovrà vivere alla giornata e con le antenne dritte, dateci retta. Chiudiamo con un lungo applauso alla Sampdoria che ci pare una delle cose più intriganti di questo fasullo inizio di stagione. E con un abbraccio sincero a un allenatore che vediamo già pallido come un cencio: si chiama Beppe Sannino e c’è da capirlo, sapendo chi gli farà suonare il telefono stamattina.

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Carlo Genta