Briatore su Schumacher: "Doveva ritirarsi prima"
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Briatore su Schumacher: "Doveva ritirarsi prima"

L'ex manager della Benetton, che scoprì il pilota tedesco, critica tempi e modi dell'uscita di scena

La notizia era nell'aria da qualche giorno. Da quando il valzer di piloti che ha rivoluzionato la F1 l'ha lasciato praticamente a spasso. Lui, che di Mondiali ne ha vinti 7, si è trovato da un giorno all'altro (almeno, così lasciano intendere in casa Mercedes) senza una macchina da guidare. Per Michael Schumacher non c'era altro da fare. Ha preferito farsi da parte, per "riprendere la vita normale". L'ex bandiera della Ferrari ha chiuso la sua esperienza in F1 con un comunicato stampa diffuso in mattinata. Poche righe per un addio evidentemente definitivo. Finirà la stagione, poi smetterà di rincorrere avversari che oggi sembrano irraggiungibili e si occuperà di altro.

Il tempo di prendere nota delle prime reazioni tra gli addetti ai lavori ed ecco che arriva il post su Twitter di Flavio Briatore, che puntò forte sul tedesco quando ancora in pochissimi lo conoscevano. "Schumi ha fatto la cosa più intelligente con qualche anno di ritardo...", ha scritto l'ex team manager della Benetton. Briatore non usa mezzi termini per commentare l'uscita di scena di uno dei più grandi piloti di sempre. Lo abbiamo sentito per chiedergli spiegazioni in merito. Nessuna sorpresa, ce n'è per tutti.

Allora, Briatore, l'avesse fatto prima, sarebbe stato meglio...

Succede a tutti. A un certo punto, leggiamo il giornale, stiamo bene, ma ci rendiamo conto che dobbiamo metterci un paio di occhiali. Schumacher ha 43 anni. Nonostante abbia un fisico integro e abbia sempre dimostrato di essere un ragazzo preparato, non può fare nulla contro l'età che avanza. I riflessi diminuiscono, basta guardare l'ultimo incidente al Gp di Singapore. Per me, si è trattato di un errore nella valutazione della distanza tra la sua macchina e quella che gli stava davanti. E quando succedono queste cose, significa che è arrivato il momento di fermarsi.

In tre anni alla guida della Mercedes ha raccolto soltanto un podio, il terzo posto di qualche settimana fa al Gran premio d'Europa. Tanti, tantissimi i ritiri e le prestazioni tutt'altro che indimenticabili. Colpa del team, che non gli ha messo a disposizione una macchina competitiva, oppure soltanto dei suoi riflessi che non sono più quelli di una volta?

Anche se non hai a disposizione una macchina competitiva, non sei obbligato ad andare a sbattere contro i muri e fare incidenti. Rosberg, per esempio, pur avendo la stessa macchina, non hai mai fatto cose simili. E poi, il divario tra lui e Schumacher non è mai stato così netto. E Rosberg è sì un buon pilota, ma non è un Fernando Alonso o un Hamilton...

Si può dire che Schumacher sia una sua scoperta. Cosa la colpì di quel ragazzino che debuttò in F1 con la Jordan?

Io e lui eravamo già in contatto prima del suo debutto con la Jordan, che lo chiamò in tutta fretta per sostituire il pilota titolare Bertrand Gachot, arrestato a Londra. La cosa incredibile è che Schumacher prima di allora aveva sempre guidato macchine chiuse, era sotto contratto con la Mercedes per guidare nel Mondiale sportprototipi di gruppo C. Vederlo andare così forte all'esordio su una monoposto fu qualcosa di impressionante. Mi ricordo che dopo le prove che gli facemmo fare prima del Gp di Monza chiamai Luciano Benetton e gli dissi: 'Abbiamo trovato qualcuno che in futuro ci farà vincere un Mondiale'. Lui rise, perché l'impresa era considerata a quei tempi dallo stesso Benetton al limite del possibile.

Dopo l'annuncio dell'arrivo in Mercedes di Lewis Hamilton, per Schumacher si è parlato insistentemente dell'ipotesi Sauber. Secondo lei c'era davvero la possibilità che il campione tedesco prendesse il posto di Perez? Si è trattato soltanto di voci, oppure c'è stato qualcosa di più?

Credo che si sia trattato soltanto di voci. Sauber ha anche i suoi sponsor, non penso che avrebbe potuto o voluto fare una scelta del genere... Ripeto, Michael ha fatto bene a ritirarsi, perché altrimenti avrebbe corso il rischio di essere un po' patetico. Dobbiamo ricordarci Schumi per com'era qualche anno fa, non per come è adesso. Meglio dimenticare il Michael della Mercedes...

Alla guida della Ferrari, Schumacher ha vinto 5 Mondiali. Quanto è stato determinante il suo contributo per fare grande la Rossa?

Quando Schumacher ha lasciato la Benetton per passare alla Ferrari, non ho perso soltanto un pilota, ma anche un gruppo di 7-8 persone tra tecnici e ingegneri che sono andati con lui, tra cui Ross Brown. E malgrado questo, prima di vincere ci ha messo 4 anni. E' arrivato nel 1996 e il primo Mondiale l'ha vinto nel 2000. Quindi 4 anni di preparazione. In più, va detto che Michael ebbe anche una certa fortuna, perché allora, oltre a lui, non c'erano grandi piloti in giro. Non c'era più Senna, e nemmeno Mansell. Per due o tre anni, è stato il più forte in senso assoluto. Oggi la concorrenza è molto più forte. Di grandi piloti ce ne sono diversi. Basta pensare a Hamilton, Alonso, Button, Vettel, Webber...

Con un Massa che non convince più da tempo e un Vettel che rimarrà in Red Bull almeno per un altro anno, non sarebbe stato utile alla Ferrari un pilota come Schumacher?

No, nel modo più assoluto. Di questo ne ho parlato recentemente anche con Luca (ndr, Cordero di Montezemolo, il presidente della Ferrari). Io ho fatto un errore. Ai tempi di Schumacher, avevo in squadra un pilota inglese, Martin Brundle, che poi cambiai per Riccardo Patrese, che allora guidava fortissimo. Decisi di fare a meno di Brundle perché al primo anno di F1 Schumacher gli dava sempre 6 o 7 decimi di distacco. Ma non avevo considerato quanto fosse davvero veloce il tedesco. Sì, perché Brundle non era lento, era Schumacher che correva come un missile. Infatti, Patrese fece più o meno i tempi di Brundle. Per tornare a Massa, se lo cambi, poi ti può succedere che ti ritrovi qualcuno che magari fa anche peggio di lui.

Quindi, lei confermerebbe Massa?

Sì, io credo che la Ferrari dovrebbe confermarlo. Il Mondiale è uno solo e tutti abbiamo visto cosa accade quando si fanno correre insieme due grandi piloti nella stessa scuderia. Fanno solo casino. Basta guardare a quello che è successo con Hamilton e Alonso, Senna e Prost. Ci vuole il pilota numero 1 e poi un secondo pilota, che dovrebbe lavorare per portare punti a casa per il campionato costruttori, anche se non conta niente. Stiamo parlando di un pilota, Fernando, che è un fenomeno. Lo spagnolo è al di fuori della normalità. Quando la Ferrari ha cominciato a funzionare, anche Massa ha fatto meglio. Ecco, per questo io non cambierei. Ci fosse stato un giovane che prometteva di diventare il futuro campione del mondo, allora le cose sarebbero state diverse. Ma non ne vedo in questo momento.

Nemmeno Perez, che a fine anno prenderà il posto di Hamilton alla McLaren?

Ma no. Adesso basta che un pilota arrivi secondo in una gara che pare abbia vinto il Mondiale. Non basta un pomeriggio e un po' di culo per fare la differenza in Formula 1...

Qual è l'eredità che lascia il fuoriclasse tedesco alla Formula 1? E' stato uno dei migliori di sempre?

In vent'anni di Formula 1, ho avuto due grandissimi piloti, Schumacher e Alonso. Credo che ci vogliano anni prima che ne nascano due così. Di loro ho soltanto dei ricordi fantastici.

Da anni si parla della possibilità di un suo ritorno in F1. C'è qualcosa di più? Le interesserebbe tornare in quel mondo?

Non gestirei più un team, l'ho fatto per 17 anni. Ho vinto 7 mondiali con due scuderie diverse (ndr, Benetton e Renault). Credo di essere stato l'unico al mondo a essere riuscito a fare una roba del genere. Quindi, basta, quello è un capitolo chiuso. In futuro, sì, potrei occuparmi di qualcosa, perché no...

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Dario Pelizzari