La resa di Blatter e la scommessa vinta dalla Figc
Getty Images Sport
Lifestyle

La resa di Blatter e la scommessa vinta dalla Figc

Retroscena: votando contro l'ex presidente Fifa e dichiarandolo malgrado le pressioni, Tavecchio ha messo l'Italia sul treno giusto

E' probabile che nessuno - e quindi nemmeno la Figc e il suo presidente Carlo Tavecchio - si aspettasse un Blatter V° così corto: quattro giorni esatti, il tempo intercorso tra la rielezione e l'annuncio delle dimissioni. Però non c'è dubbio che la scelta di mettersi dalla parte di Platini e della Uefa, votando per il principe Alì Bin Al-Hussein pur consapevoli che era destinato a sconfitta certa, si rivela adesso una mossa azzeccata e che potrebbe pagare dividendo per il calcio italiano prima del tempo. Venerdì scorso a Zurigo Tavecchio ha deciso di scommettere sul futuro provando a immaginare un presente non troppo lungo. E' bene ricordare che lo ha fatto in un clima difficile, con mille avvertimenti più o meno chiari a non scendere dal carro vincente di Blatter per evitare danni eventuali agli interessi olimpici di Roma 2024 e del Coni. Lo ha fatto nel silenzio delle istituzioni che, a differenza di Cameronm ed altri, hanno preferito tacere lasciandolo solo davanti all'urna del Congresso della Fifa.

Ebbene, in quel frangente l'Italia è stata schierata senza se e senza ma contro il colonnello svizzero e in pieno appoggio alla nascente opposizione di Platini. Tavecchio lo ha fatto, altri no: la Francia, ad esempio, oppure il blocco vicino alla Russia e altri che hanno spaccato il fronte europeo. La tesi per cui non votare Blatter era il minimo perché impresentabile, insomma, non regge davanti alla constatazione che la realpolitik ha fatto compiere scelte diverse anche ad altri che nelle prossime ore saranno rapidissimi a sganciarsi dall'ormai ex presidente e dal suo blocco di potere per tentare una veloce ricollocazione politica. 

Blatter si dimette: non è più il presidente Fifa

Chi lo ha sentito nelle giornate ufficialmente senza interventi pubblici che sono seguite al voto ha raccolto il senso della scelta. Innanzitutto la consapevolezza che delle notizie (di reato) provenienti dall'Fbi qualcuno avrebbe dovuto rispondere penalmente e che non si poteva tollerare di "andare incontro a una situazione di mancato controllo come era stato e come sarebbe stato in futuro in un momento di assoluta ricerca di pulizia e chiarezza". E poi la valutazione politica: la Figc dovrà lavorare per un decennio insiene alla Uefa di Platini per non subire i cambiamenti ma governarli, con la prospettiva di ritrovarsi l'oggi inquilino di Nyon a capo del calcio mondiale al prossimo giro. Che poi sia avvenuto in 96 ore e non in qualche mese è il frutto delle svolte giudiziarie dagli Stati Uniti, ma quel ragionamento si è confermato valido nel suo impianto.

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano