RETROSCENA - Juve, bilancio record, ma lo Stadium non basta?
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RETROSCENA - Juve, bilancio record, ma lo Stadium non basta?

Ricavi da primato (274,8 senza plusvalenze) eppure già prima di Calciopoli la Triade era sui questi livelli: senza stadio di proprietà e una Champions irripetibile... - Conte, mercato da 238 milioni

Il bilancio con fatturato da record che la Juventus ha presentato è certo una buona notizia per il calcio italiano, ma apre a una domanda: quali margini di crescita ha ancora il club torinese? Quanto potrà avvicinarsi a Real Madrid, Barcellona e le altre? Il progetto dello Juventus Stadium è stato dimensionato correttamente?

Il dubbio viene osservando la curva dei ricavi Juventus nell'ultimo decennio. La Juventus ha fatto il record con i 274,8 milioni di euro di fatturato senza plusvalenze, ma in fondo nell'ultima stagione pre-Calciopoli non era andata poi tanto lontana: 252,7 milioni sempre senza conteggiare le plusvalenze.

Più o meno la stessa cifra di oggi ma senza stadio di proprietà, giocando nell'odiato e spesso semi deserto Delle Alpi e con introiti dalla Champions League nemmeno comparabili a quelli dell'ultima stagione. Perché a molti è sfuggito che la cifra scritta sull'assegno che l'Uefa ha recapitato in Corso Galileo Ferraris lo scorso mese di agosto (65,3 milioni di euro) è irripetibile. Merito del cucchiaio di Maicosuel che eliminò l'Udinese dal preliminare regalando a Milan e Juve una spartizione fifty-fifty dei diritti tv Uefa rendendo i bianconeri la società più ricca dell'anno malgrado l'eliminazione ai quarti di finale.

Sarà difficile fare meglio dal punto di vista finanziario. Per assurdo, anche vincendo la coppa la Juventus quest'anno incasserebbe meno di quei 65,3 milioni di euro. Lo stesso vale per i ricavi dai diritti tv interni: fino al 2015 la serie A introita poco meno di un miliardo e la fetta della Juventus resterà quella attuale.

Dunque? La soluzione sono i ricavi da stadio e qui il bilancio fa segnare qualche dato preoccupante se ragionato sulle potenzialità future. Il boom c'è stato con l'apertura dello Juventus Stadium che ha raddoppiato la cifra. E adesso? La campagna abbonamenti 2013-2014 con 28mila tessere staccate ha prodotto un incasso da 20 milioni di euro, poco superiore ai 19,8 di un anno fa (27.400 tessere) quando, però, il salto rispetto alla prima stagione era stato notevole grazie all'aumento forte dei prezzi (+30% ricavi con un +11% nel numero degli abbonamenti venduti).

C'è spazio per un ulteriore stangata per le tasche dei tifosi juventini? Se sì prepariamoci a una manovra 'lacrime e sangue' perché il modello è quello dell'Emirates dell'Arsenal, inaugurato nel 2006 con prezzi popolari da 50 euro a partita per i settori popolari, abbonamenti costosissimi e lista d'attesa lunga un chilometro. Risultato? Spesa media annuale per tifoso salita da 400 a 2.387 sterline, 9mila posti Premium che da soli garantiscono un terzo dei ricavi da stadio e fatturato che nei primi tre anni con l'Emirates è più che raddoppiato.

La strada è quella perché l'altra, praticata ad esempio dal Bayern Monaco che ha iniziato a occupare l'Allianz Arena nel 2005, non è percorribile dalla Juventus che ha a disposizione 41mila posti e non i quasi 70mila di Monaco, tutti venduti tra abbonamenti e biglietti singoli prima ancora che inizi la stagione con prezzi più popolari rispetto a quelli di Londra anche se le sfide al top costano da 60 euro in su. La Juventus ha uno stadio piccolo per la dimensione che si vuol dare il club.

Per intenderci i suoi 41mila posti non sono sufficienti per una candidatura all'Europeo del 2020 (e infatti la Figc ha indicato Milano e Roma) e non consentono una politica di espansione dei ricavi adeguata. Restano le altre attività legate all'impianto. La Juve ci sta provando, ma la differenza rimane al momento abissale. Quanto? Nel 2011-2012 Agnelli aveva contabilizzato 36 milioni alla voce stadio, l'Arsenal abbondantemente oltre i 100 e il Bayern Monaco addirittura 129. Senza scomodare i 'mostri' Barcellona e Real Madrid, il confronto con due esperienze simili non può non fare riflettere.

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Giovanni Capuano