Berbatov, il bulgaro che ha detto no all’Italia
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Berbatov, il bulgaro che ha detto no all’Italia

Chi è il centravanti che ha preso in giro il calcio di casa nostra, per la seconda volta

Un bomber, capace di andare in doppia cifra spesso e volentieri. Ma anche l’uomo dell’ultimo passaggio, l’ispiratore dai piedi buoni e dal passaggio precisissimo. Dimitar Berbatov, il centravanti che ha messo sotto scacco il calcio italiano, prendeno in giro in poche ore Fiorentina e Juventus, non è un giocatore qualsiasi. Ha classe da vendere, un’intelligenza tattica ben al di sopra della media e un senso gol che pochi altri colleghi d’area possiedono. Nelle ultime 4 stagioni con la maglia del Manchester United ha collezionato 65 reti in 148 presenze. Mica male per un attaccante che spesso è stato considerato una seconda punta.

Tuttavia, la sua quotazione è scesa bruscamente durante la scorsa stagione. La ragione è presto detta. Berbatov è stato superato nelle gerarchie di Sir Alex Ferguson, l’alfa e omega del Manchester in maglia rossa, da Danny Welbeck, giovane e bravo, anzi, bravissimo. Quasi da non credere. L’anno prima, stagione 2011-12, il fenomeno bulgaro era stato il capocannoniere della Premier League con 21 centri in 29 partite.

Poi, la lenta discesa verso le posizioni di rincalzo. In panchina, a 31 anni, ad attendere il momento buono per dimostrare di essere ancora utile alla causa dei Red Devils. Eppure, quando il mister chiamava, lui rispondeva presente con la grinta di sempre. Lo dicono i numeri: in campionato, 7 gol in 12 gare, di cui soltanto 5 partendo da titolare, per 512 minuti complessivi. Vale a dire, una media di un gol ogni 73 minuti. Roba da fuoriclasse, altro che storie.

“Non vi è la necessità di elencare le capacità di Dimitar Berbatov, lui è un talento fantastico, la scorsa stagione non ha potuto ottenere la quantità di partite da giocare che, ogni giocatore, vuole. Alla sua età, è difficile per lui accettare la gerarchia nell'attacco United. Aveva Rooney, Welbeck e Hernandez davanti a lui, e sono tutti giovani. Il ragazzo ha un futuro, ma se vuole lasciare è una questione diversa. Io sarei felice se restasse. Ma se qualcuno arriva e Dimitar vuole lasciare, la proposta verrà valutata”. Così, Ferguson qualche settimana fa a chi gli chiedeva notizie del suo centravanti. Che i giochi fossero ormai fatti era chiaro a tutti, quasi certamente anche a Ferguson, che infatti ieri non si è opposto alla sua cessione.

Da Firenze a Torino, per raggiungere Londra, sponda Fulham, a prezzo di saldo. La squadra inglese ha accolto a braccia aperte il centravanti bulgaro versando nelle casse del Manchester la “miseria” di 5 milioni di euro o poco più. Berbatov era in scadenza di contratto nel 2013 e non aveva accettato la proposta di rinnovo. Fenomeno, oppure no, per quella cifra è difficile trovare sul mercato un giocatore così importante. Per la stessa somma, tanto per intenderci, l’Udinese ha fatto suo il cartellino di Maicosuel, il brasiliano che ha fatto disperare il Friuli per un cucchiaio mal riuscito. Vero, diverso l’ingaggio, ma neanche di moltissimo. E in quanto alle prestazioni, beh, basta dare un’occhiata al profilo dei due giocatori per capire di cosa stiamo parlando.

Si dirà, ma la Juventus cercava un top player, perché rincorrere all’ultimo minuto un giocatore come Berbatov per farselo poi soffiare da sotto il naso dal Fulham? La risposta la fornisce il mercato delle squadre italiane nelle ultime settimane. L’Italia non tira più, è un dato di fatto. I grandi giocatori scelgono di accasarsi in Inghilterra, in Francia o in Germania. Perché da quelle parti si guadagna di più e perché più alta è la possibilità di portare a casa qualche trofeo a livello internazionale. La Juve ha inseguito per mesi Van Persie, poi ha sognato Cavani, Higuain, Suarez e Jovetic, quindi ha virato su Dzeko, per poi capire che per motivi diversi nemmeno il bosniaco del City avrebbe potuto indossare la maglia bianconera. Poi, tutto d’un tratto o quasi, è spuntata l’idea Berbatov. Affare a cinque stelle per l’ottimo rapporto prezzo/rendimento.

Il tentativo, il mezzo sgarbo alla Fiorentina, il dietrofront del bulgaro, che non è nuovo a questi colpi di testa in zona Cesarini. Dieci anni fa, l’ex diesse della Fiorentina, Pantaleo Corvino, lo portò a Lecce per la firma del contratto che lo avrebbe legato al club pugliese. Fatte le visite mediche, Berbatov prese l’areo per Leverkusen e bye bye Italia.

Berbatov ha preferito rimanere nella Premier. Pare, per accontentare la famiglia.  Per la Juventus, un altro no. L’ennesimo. Ora resta Borriello. Ma sembra che sia stato contattato anche Floccari, il giocatore che segnò la doppietta proprio ai bianconeri nella sua stagione d’esordio in Serie A con la maglia del Messina. I tifosi della Signora insorgono. Se non ci sono i soldi per comprare il top player, dicono in coro, perché non dare fiducia a un giovane come Immobile che l’anno scorso ha fatto vedere ottime cose con il Pescara di Zeman?

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Dario Pelizzari