Roma ancora ko: il Bayern è di un altro pianeta
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Roma ancora ko: il Bayern è di un altro pianeta

I giallorossi evitano la figuraccia dell'andata, ma non c'è partita. Garcia gioca in difesa. Qualificazione apertissima

Aveva ragione Garcia alla vigilia. Contro questo Bayern è impossibile giocare, almeno se ti presenti dal livello di base del campionato italiano e nella testa hai il 'settebello' incassato in casa tua nella gara d'andata. La Roma non è ancora attrezzata per stare su questo palcoscenico e il 2-0 dell'Allianz (reti di Ribery e Goetze) lo ha confemato senza tema di smentita. Non è stata la mattanza dell'Olimpico per una serie di concause, dal ritmo basso che a lungo ha tenuto il Bayern alla scelta di Garcia di giocare una partita ordinata e intelligente, votata al contenimento più che a tentare l'impresa epica. Un progetto tattico evidente sin dal fischio d'inizio e che i giallorossi si sono ben guardati dal disconoscere: tutti dietro e i pochi attacchi affidati a lanci per innescare la velocità di Iturbe sperando di far arrivare il pallone a Destro. Il quale è notoriamente un animale da area di rigore che per una sera è stato costretto a pascolare molti metri indietro, senza riferimenti e senza palloni giocabili.

Il Bayern Monaco si è limitato a giocare a pallone. Controllo totale della partita, un pizzico di turn over per evitare di sprecare energie (fuori Robben per un virus e Muller tenuto in panchina) e qualche accelerazione al momento giusto per sigillare con ampio anticipo la qualificazione agli ottavi di finale da primo del girone: obiettivo raggiunto a punteggio pieno (12 su 12) e non è detto che sia una cattiva notizia per la Roma. Guardiola non regalerà nulla ai prossimi malcapitati e alle spalle dei tedeschi c'è spazio per trovare il pass per gli ottavi. Anzi, i continui suicidi del Manchester City aprono scenari impensati fino a tre settimane fa. Anche questo è il paradosso dopo i due scontri con i titani bavaresi. La Roma esce comunque forte e pienamente in corsa.

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Garcia e la lezione dell'Olimpico

Che gli schiaffi dell'andata avessero lasciato il segno si era capito già ascoltando le parole della vigilia. Scegliendo gli undici da mandare in campo, però, Rudi Garcia è andato oltre, disegnando una Roma totalmente diversa da quella immaginata il giorno in cui ha messo piede nella Capitale. Fuori Gervinho, Pjanic e Totti (in rigoroso ordine alfabetico), dentro Florenzi, Destro e Iturbe. Nessuna barricata, per carità, ma un 4-4-2 sul prato dell'Allianz che per il francese ha rappresentato quasi un'abiura del suo modo di fare calcio. Evidentemente non c'era spazio per alcuna fantasia e quel proposito sintetizzato nella battuta "abbiamo una possibilità su dieci di fare risultato" si è rivelato il vero pensiero. Contava cancellare i fantasmi dell'1-7 e null'altro, consapevoli che la qualificazione sarà una questione da giocarsi negli ultimi 180 minuti contro Cska Mosca e Manchester City.

E' nato così il primo tempo con un possesso palla mostruoso da parte degli uomini di Guardiola (70,4%) e la predominanza tedesca nei tiri in porta e nelle azioni pericolose. Solo una volta la Roma si è affacciata concretamente dalle parti di Neuer, con Nainggolan che ha tentato un tuffo senza pretese di ingannare Cakir, troppo esperto per abboccare alla simulazione. Per il resto il numero uno del Bayern Monaco ha recitato la parte dello spettatore non pagante, costretto a tratti a salire fino alla sua tre quarti per tenere comunque corta la sua formazione. Solo e anche un po' annoiato, ma a Garcia è andata bene così.

Che fine ha fatto lo spettacolo?

Detto che tutto era stato ampiamente annunciato alla vigilia, ci sono anche le domande scomode da rivolgere a Garcia, che ha presentato una squadra immediatamente in trincea. Perché snaturare così l'anima del proprio gioco? Paura? Consapevolezza di attraversare un momento difficile? Poi la rinuncia a Gervinho, l'unico in grado di mettere potenzialmente in apprensione la difesa del Bayern Monaco con le sue ripartenze e la sua capacità di andare a strappi. E Mattia Destro lasciato nel cuore della difesa tedesca senza possibilità di fare male per assenza di rifornimenti. O, ancora, la posizione in campo di Nainggolan, leggermente decentrato sulla destra in un ruolo non suo. Semplice emergenza del momento o Rudi sta tentando strade impervie perché si fida meno della sua Roma e le scoppole contro Bayern e Napoli hanno lasciato il segno?

Roma, allarme infortuni

Il campanello d'allarme sta suonando, però, sul fronte infortuni. Ai forfait dei lungo degenti Nainggolan, Castan, Astori, Balzaretti e Borriello si era aggiunto Maicon. Poi Florenzi si è fatto male alla caviglia ed è stato costretto ad abbandonare il campo dove è rimasto Torosidis che fino all'ultimo era in forse per un problema muscolare. La squadra non sta bene e la gestione del doppio impegno si sta dimostrando più complicata del previsto. Una situazione con la quale Garcia dovrà convivere fino a dicembre, nella speranza che a febbraio abbia ancora impegni di Champions League e con la certezza che, in caso di retrocessione in Europa League, il problema non sarebbe risolto. Anzi. Se a gennaio qualcosa andrà fatto sul mercato, sarà in quest'ottica. La Roma ha bisogno di forze ulteriori per tenere sia in Italia che in Europa, altrimenti ogni sforzo rischia di essere vanificato.

Ora tutto contro Cska e Manchester City

La sintesi della serata dell'Allianz è che la qualificazione resta apertissima. Il Manchester City si è suicidato in casa contro il Cska Mosca così come aveva fatto in terra di Russia. Un k.o. che lascia gli inglesi a quota 2 punti e che rilancia clamorosamente il Cska, che ora è alla pari della Roma e che tra venti giorni la ospiterà in una partita da dentro o fuori. Non è una buona notizia per i giallorossi che, forse, avevano messo in preventivo di poter affrontare un avversario già eliminato salvo poi giocarsi tutto nell'ultima contro il City. Il lato buono della medaglia è che il 5-1 dell'andata regala a Totti e soci un vantaggio notevole nel confronto diretto. Paradossalmente, se il Bayern non regalerà nulla a nessuno, potrebbero anche bastare due pareggi per andare avanti.

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Giovanni Capuano