Nba: le conseguenze (impreviste) dell'infortunio di Steph Curry
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Nba: le conseguenze (impreviste) dell'infortunio di Steph Curry

Prezzi dei biglietti in calo e Warriors giù nei pronostici. Uno scenario che la dice lunga sull'influenza dell'Mvp nella lega

Mezza America incollata al televisore, prezzi (per i biglietti) in picchiata e i bookmakers di Las Vegas in stand-by per 24 ore. No, non parliamo di Armageddon, biblico o hollywoodiano, ma dell’infortunio di Stephen Curry, il fenomeno del basket mondiale inserito da Times nella lista dei 100 uomini più influenti del pianeta; uno che al mattino scherza con il Presidente Obama e che la sera, in campo, infrange record (di triple, vittorie, ecc..) a ripetizione. 

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Ecco perché quando alla fine del secondo periodo di gara 4 del primo turno di playoff contro gli Houston Rockets si è girato il ginocchio del numero 30 di Golden State il mondo della pallacanestro, e non solo, si è fermato. Lo hanno fatto, per davvero, i bookmakers di Las Vegas che hanno chiuso il banco delle scommesse fino all’indomani, quando dopo il responso della risonanza magnetica, che ha evidenziato una distorsione al legamento collaterale mediale, con conseguente stop forzato di almeno 2 settimane, hanno stravolto le loro quote abbassando di 5 punti le possibilità dei Warriors – i campioni in carica, capaci di battere il record di partite vinte in stagione – di vincere il titolo, relegandoli al secondo posto dopo i San Antonio Spurs nella classifica dei favoriti.

‘Non è solo questione di numeri’ dicono gli scommettitori. Il valore di Curry va ‘pesato’ in funzione del carisma e dell’attenzione che il giocatore è in grado di generare. Sarà per questo che al momento dell’infortunio - la voce si è subito sparsa sui social – l’ABC ha fatto registrare il picco di ascolti più alto degli ultimi 12 anni (5.3 di overnight rating), il più elevato in assoluto per una partita di primo turno.

Da un punto di vista strettamente cestistico, anche senza Curry Golden State è una squadra che può tranquillamente ambire alla finale di Conference (annunciata) contro gli Spurs. Ma Golden State senza il suo numero 30 non è la stessa squadra: lo dicono le statistiche del campo – con Curry i Warriors hanno una differenza punti, su 100 possessi, di +18.3 in stagione regolare; di +30.1 nelle due gare di playoff giocate – ma lo dice anche, in modo diverso, l’impatto dell’infortunio sull'attenzione dei fan e di conseguenza sul prezzo dei biglietti, con la vendita che sembra essersi fermata e posti di ‘primo anello’ (si direbbe in Italia) crollati a 125 dollari. Per almeno 2 settimane sarà no Curry, no party; a prescindere dal risultato dei Dubs.

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Teobaldo Semoli