Nba: i 5 migliori luoghi comuni dopo la prima partita di playoff
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Nba: i 5 migliori luoghi comuni dopo la prima partita di playoff

Spurs troppo vecchi, Warriors troppo perfetti e LeBron che "da solo non va da nessuna parte". Gli stereotipi e le chiacchiere più in voga della postseason

E' appena finita la prima tornata di partite della prima serie di playoff, ed ecco già spuntare le prime convinzioni, alias dicerie, alias luoghi comuni sull’andamento delle sfide tra le migliori sedici squadre della Nba; e magari anche sulla possibile vincitrice dell’anello. Abbiamo raccolto i 5 più in voga..

Gli Spurs? Sono troppo vecchi..

Non basta essere i campioni in carica, e nemmeno aver chiuso la stagione con 11 vittorie nelle ultime 12 partite. Per molti il 107-92 rifilato dai Clippers ai San Antonio Spurs nel primo atto dei playoff 2015 rappresenta più di un segnale di allarme. In questo caso il luogo comune è sempre lo stesso che accompagna gli speroni da qualche anno a questa parte: “giocano meglio di tutti, ma (questa volta) sono davvero troppo vecchi”.

Dopo le schiacciate a ripetizione (vedasi il video) di Griffin in gara 1, come si può pensare che i vecchi Duncan, Ginobili e pure Parker, oramai ben oltre in trent’anni, possano arginare la furia atletica dei giovani losangelini? Tutto vero, e in parte anche logico. Come è anche noto che da gara 2 in poi, storicamente, gli aggiustamenti di coach Popovich siano in grado di cambiare le sorti dellle serie più complicate. 5 titoli in 15 anni non si vincono per caso… E poi non dicevano la stessa cosa di San Antonio anche lo scorso anno, dopo le due sconfitte con Oklahoma, e l’anno prima ancora dopo la gara 2 persa in casa contro i Warriors?

In finale ci va (e perde) LeBron James

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E’ tornato (a casa), lo hanno criticato, odiato – su Facebook la schiera degli “haters” potrebbe quasi formare un social network a sé –, eppure dopo la prima partita con Boston la sensazione è che James e i suoi Cleveland Cavs 2.0 abbiano già un posto prenotato nelle finals. E’ lì che però – in tanti sono pronti a scommetterci – la favola di LeBron, tornato a Cleveland per portare vittorie e gioia (in senso sportivo) dove vittorie e gioia non ci sono mai stati, potrebbe bruscamente interrompersi. “Sì, ha vinto due titoli” ma c’era Wade, che gli ha spiegato come fare a vincere. Insomma, per il Prescelto sarà impossibile sopportare il peso di un squadra, e di una città intera, in una serie finale. Figuriamoci se lì dovessero arrivare gli Spurs, che nel 2007 gli rifilarono un secco 4-0…

Golden State si scioglierà come neve al sole (di giugno)

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Giovani, belli, e bravi; anzi, fortissimi e con uno Stephen Curry che ormai è a metà tra Pete Maravich e il mago Houdini. Già nella prima uscita contro i Pellicans – ultimi del lotto a ovest, ma non per questo squadra di basso profilo – Golden State ha dimostrato nei numeri e nell’evidenza di poter essere il vero crack dei playoff Nba 2015. “Tutto troppo bello” inizia già a dire qualcuno. Quella pallacanestro così pulita – in attacco, perché in difesa i Warriors sono tutt’altro che “delicati” – non può funzionare più avanti nei playoff; in particolare verso giugno quando il clima si farà bollente e potrebbe bastare un sassolino, magari infilato da coach Popovich, per mandare fuori giri la macchina perfetta ideata da Steve Kerr…

Rondo, il guastafeste

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Con Nowitzki, Parson e un Monta Ellis in versione uomo squadra, senza dimenticare Tyson Chandler, tornato da NY appositamente per difendere i tabelloni di Dallas, i Mavericks sembravano avere tutte le carte in regole per tentare l’assalto al secondo titolo della loro storia; o se non altro alla finale di Conference. Mancava solo un playmaker, che i texani avevano individuato in Rajon Rondo, prelevato da Boston in occasione delle trade di fine febbraio. Peccato che da lì in poi il sistema di gioco di Carlisle si sia letteralmente inceppato e la prima partita di playoff contro Houston, finita 118-108 in favore dei Rockets, ha confermato il trend di fine stagione; Rondo ha chiuso con 15 punti, 5 assists ma soprattutto con un impressionante -25 di plus/minus, a testimonianza del fatto che con lui in campo i Mavs giocano peggio. Dicevano la stessa cosa ai tempi dei playoff 2008 quando la Boston dei big three avrebbe poi vinto il titolo, anche grazie al suo vituperato play. Chissà che il buon Rajon non riesca a zittire tutti anche questa volta...

Delle serie a Est non frega niente a nessuno..

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Diciamoci pure la verità. Se in programmazione su Sky (che sta trasmettendo in esclusiva i playoff per l’Italia) vedete una partita tra due squadre dell’Est è probabile che la scelta ricada su un più accomodante film in replica su canale 5 – in entrambi i casi se non altro, si sa come va a finire (in finale tanto ci arriva Lebron..) –. Eppure il primo giro di sfide della postseason ha avuto la sua unica sorpresa proprio in una partita della Eastern Conference, quella tra Raptors e Washington, con i Wizards che contro il pronostico si sono presi gara 1 per 93-86, grazie a un Paul Pierce stratosferico, dopo un tempo supplementare. A ovest per il momento di match del genere non se ne parla. Magari varrebbe la pena storcere il naso e rinunciare a qualche replica in tv.

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Teobaldo Semoli