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Basket: la Croazia alle Olimpiadi, Italia eliminata da Rio 2016

Azzurri sconfitti a Torino per 84-78 dopo un tempo supplementare. La nostra pallacanestro non sarà ai prossimi Giochi

Croazia batte Italia 84-78 dopo un tempo supplementare. Parafrasando il titolo del romanzo del torinese d’adozione Giovanni Arpino sul fallimento della Nazionale di calcio ai Mondiali 1974, al PalaOlimpico un “azzurro tenebra” cala sulla nostra pallacanestro: niente biglietto per i Giochi di Rio 2016, nessuna gioia per i tanti tifosi che hanno riempito il palazzo per un’intera settimana.

Troppo calda la delusione nell’afa di Torino per sviluppare un’analisi dettagliata della disfatta, certo è che la difesa (arma d’eccellenza di coach Ettore Messina) da sola non è bastata a sbrogliare una situazione parsa più intricata del previsto sin dalle prime battute, inclusa la sconfitta con il Canada al torneo di Bologna. Certo anche che troppo a lungo a mantenere la linea di galleggiamento è stata l’Italia europea, quella dei canestri “sporchi” di Melli (suo anche quello del 70-70 su rimbalzo offensivo che ci ha mandato all’overtime) e dell’abnegazione di capitan Datome, piuttosto che quella targata Nba, con Bargnani (4 punti in 15’) che è parso continuare in quella parabola discendente - di prestazioni come di atteggiamento in campo – che ne ha caratterizzato l’ultimo periodo.

Poi, certo, ci sono anche gli errori di Gentile (un contropiede mal concluso e una palla persa in apertura dopo due errori dalla lunetta di Simon nelle decisive azioni finali) che rimangono nella storia di questo supplementare in cui l’Italia è arrivata senza più gli usciti per falli Datome (12 punti) e Gallinari (12 a sua volta, più 8 rimbalzi), e con un Belinelli (18 punti, top-scorer azzurro) ormai scarico. Ma la verità è che l’Italia ha dovuto sempre inseguire (12-19, 34-39, 52-54 i parziali delle prime tre frazioni) una Croazia che alla fine è giustamente uscita tra gli applausi degli stessi nostri tifosi.

La Croazia, appunto: in qualsiasi playground dei cieli stia ora giocando il grande Drazen Petrovic, può essere fiero del suo fratellone Aza, capace di costruire una squadra vera, brava nel lottare e giocare sempre insieme, determinata nel rimanere in partita anche quando - spinta dal pubblico – la nostra Nazionale ha piazzato all’inizio del terzo tempo un 8-0 (da 34-39 a 42-39) che pareva poter cambiare l’inerzia della partita.

Con tre primi violini (26 punti per Bogdanovic, 21 per Simon, 18 per un combattivissimo Saric) e un Planinic a sua volta in doppia cifra (13), più tanti motivati orchestrali, in onore dello scomparso “Mozart dei canestri” la Croazia ha suonato una pallacanestro che gli sarebbe piaciuta molto: con il tifo di più di 18 mila persone contro, con lo sfavore del pronostico, ma con la voglia di regalarsi un’impresa che alla fine è arrivata dopo 45 minuti che sono già nella storia. Purtroppo non in quella dell’Italia del basket.

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Paolo Corio