Belinelli: "Penso agli Europei, ma non più all'Europa"
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Belinelli: "Penso agli Europei, ma non più all'Europa"

Ospite dell’Nba 3X Tour di Napoli, Marco parla del futuro della Nazionale e non ha dubbi sul suo: "Voglio vincere il titolo con i San Antonio Spurs e rimanere tra i pro anche dopo"

C’è una folla di gente sterminata sul lungomare di via Caracciolo per Marco Belinelli, ospite d’eccezione del Nba 3x Tour che questa volta è sbarcato a Napoli. Mentre i ragazzi si danno battaglia in campo nelle sfide di tre contro tre, Marco sta già pensando ai prossimi appuntamenti della sua estate che lo vedrà impegnato prima con la Nazionale (per l’Europeo in Slovenia di settembre) e poi con il camp della sua neo squadra, i San Antonio Spurs.

Dopo qualche estate travagliata vai in vacanza con un un contratto di due anni già firmato (da 6 milioni di dollari ndr) con i vice campioni Nba. Non male…

“Difficile stare meglio di così, vero? (ride ndr). Mi senso molto bene e sono a posto fisicamente. Quest’anno ho avuto più tempo per riposarmi, anche mentalmente, dopo una stagione importante e ricca di soddisfazioni personali”.

A settembre tornerai in nazionale…

“Manca ancora il via libera degli Spurs ma la volontà è quella”.

La tua assenza dello scorso anno aveva suscitato diverse polemiche. A oggi rifaresti ancora quella scelta?

“Senza alcun dubbio. La decisione di andare a Los Angeles ad allenarmi, pur dovendo sacrificare la Nazionale, mi ha permesso di trovare una squadra importante come Chicago. Probabilmente se non lo avessi fatto oggi non avrei questa situazione contrattuale che mi permette di essere tranquillo sul mio futuro. E poi non dimentichiamoci che quelle del 2012 erano qualificazioni mentre adesso ci sono gli Europei. In ogni caso ho sempre seguito i miei compagni anche se da lontano”.

Hai già parlato con loro?

“Ovvio. Per me sono tutti compagni e amici. Quando si va in nazionale è come tornare nella propria squadra. Ci si diverte, si passano dei bellissimi periodi. Si sta bene insomma. E poi giochi per il tuo paese, che è sempre una cosa incredibile”.

Senza Gallinari, uomo chiave delle qualificazioni, dove può arrivare questa nazionale?

“La cosa importante è che dobbiamo metterci in testa che si vince e si perde insieme. Le qualificazioni del 2012, in cui sono stati importanti tanti giocatori oltre al “Gallo”, ne sono stata la dimostrazione. In questo senso sia io che Bargnani dovremo stare molto attenti”.

In che senso?
 
 “Dovremo essere capaci di entrare in punta di piedi facendo sempre attenzione che tutti si sentano importanti”.

Veniamo all’Nba e alla nuova sfida che ti attende a San Antonio, dove troverai Coach Popocich Non sei un po’ spaventato dalla sua personalità?

 “Francamente no. Ricordiamoci che quest’anno ho avuto Tibodeau che in quanto a carattere non è secondo a nessuno. Staremo a vedere ma ora penso solo che avrò un allenatore che ha vinto 4 titoli Nba”.

Nessuna paura quindi di finire relegato in panchina…

“Nella mia carriera Nba ho imparato a soffrire e ha dovermi guadagnare il posto. Certo, so gi che mi prenderò qualche urlata, ma fa parte del gioco”: 

Vi siete già parlati tu e coach Popovich?

“E’ stato il primo che ho sentito di San Antonio. Mi ha detto che mi stava seguendo fin da quando ero arrivato a Chicago e che si aspetta molto da me. Non abbiamo ancora parlato di cose tecniche legate al gioco ma per quelle ci sarà tempo…”.

Dove ti vedi da qui a tre anni?

“Quando scadrà il mio contratto avrò 29 anni, quindi non così vecchio. Però vorrei ancora provare a migliorarmi come giocatore e vincere qualcosa con San Antonio. D’altra parte so che l’Nba è uno mondo di business e che sai mai cosa potrebbe succedere…”.

Torneresti mai in Europa?

“Per il momento non ci penso proprio. Onestamente non seguo più neanche i campionati. Se un giorno dovessi tornare in Europa credo che sarà alla fine della mia carriera”.

Cosa ti mancherebbe di più dell’Nba?

“L’Nba è quello che ho sempre sognato fin da quando ero bambino. Quando tornerò sarà come risvegliarmi da un sogno”.

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Teobaldo Semoli