Il Barca e quelle ombre su un (ex) club modello
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Il Barca e quelle ombre su un (ex) club modello

Il bando dal mercato della Fifa è solo l'ultima vicenda. Prima le accuse di antisportività, la vicenda Neymar e sullo sfondo la guerra per il nuovo Camp Nou - Barca, un anno senza mercato - Lee, il nuovo Messi al centro dello scandalo

C'era una volta un club modello, che sulle maglie portava il logo dell'Unicef e resisteva - quasi unico nel panorama europeo - alle lusinghe degli sponsor che pure facevano la fila per associare il loro logo a quello del Barcellona. Poi sono arrivati i dollari degli Emirati e la bella favola dell'Unicef è finita, relegata in un brandello di tessuto. Ma il problema del Barca non è questo, bensì la montagna di polemiche e scandali che sta offuscando il mito di 'Mes que un club' come ancora con orgoglio rivendicano i tifosi catalani che dei colori blaugrana hanno fatto una questione di fede e politica.

Cosa sta succedendo al club da sempre indicato come modello? A Barcellona sono convinti che dietro alle disgrazie degli ultimi mesi ci sia la 'mano negra' di Madrid (intesa come capitale dell'odiata Spagna) e del Madrid (avversario di sempre). Dirigenti e tifosi tirano le fila e sottlineano come sia stato un giudice di Madrid ad aprire l'indagine su Neymar costata la presidenza a Rosell e come da Madrid siano, forse, partite le denunce anonime che hanno spinto la Fifa a indagaresul sistema di reclutamento della Masìa. Dubbi legittimi, considerato che Real-Barca non è mai stato solo una questione di campo, ma anche autodifesa disperata di chi vede sgretolarsi la buona reputazione di sempre. E' stato un inverno da dimenticare per il Barcellona.

LO SCANDALO NEYMAR E LA FRODE AL FISCO - Un calvario iniziato con l'acquisto della stella brasiliana Neymar. Quanto è costato? 57 milioni di euro leggendo i documenti ufficiali del club, poco meno di 100 mettendo insieme commissioni, benefit, promesse di future amichevoli e anticipi di stipendi, secondo le carte in mano di un socio blaugrana e poi finite sulla scrivania di Pablo Ruz, giudice famoso a Madrid per le sue inchieste sul malaffare politico. Il risultato del polverone è stata l'incriminazione dell'ex presidente Sandro Rosell per appropriazione indebita, costata le dimissioni che hanno portato alla guida della società Joseph Maria Bartomeu.

Il Barcellona continua a dichiararsi perfettamente in regola con le leggi calcistiche e con il Fisco catalano, ma intanto ha scelto la strada più breve, versando un assegno da 13,5 milioni di euro per congelare il processo per frode fiscale da 9,1 milioni di euro, contestata per il periodo 2011-2013 in relazione alla trattativa Neymar. "Nessuna ammissione di colpa" insistono i dirigenti. Ma il danno all'immagine è evidente.

MESSI E IL FISCO, LOTTA CONTINUA - Qualche problema col Fisco l'ha avuto anche Leo Messi, accusato di aver evaso tasse per oltre 4 milioni di euro con una gestione non trasparente dei suoi diritti di immagine e poi scagionato dagli stessi ispettori non prima, però, di aver versato insieme al padre (ritenuto responsabile di tutto) un assegno da 5 milioni per sanare la posizione della Pulce. I detrattori non hanno perso tempo per attaccare la figura di un calciatore poco 'mediatico', ma che fino a lì era sempre stato indicato come un modello per i giovani e non solo per la sua classe sul campo.

LA FIFA E IL PROGETTO MASIA - Il bando per due finestre di mercato imposto dalla Fifa per il mancato rispetto delle normative sul trasferimento dei minori è stato solo l'ultimo tassello. Vicenda nata nel 2012 con due denunce anonime (chi le avrà fatte?) e che il club non è stato capace di bloccare, malgrado la richiesta al massimo organismo calcistico mondiale di considerare l'eccellenza del suo progetto sui giovani. Il problema non è solo la squalifica - per la quale il Barcellona ricorrerà fino al Tas così come fece il Chelsea nel 2009 - ma la messa in discussione di tutta la politica sul settore giovanile, quella che ha portato all'esplosione della squadra di Guardiola, invidiata da tutto il mondo.

Ora sono in molti ad aprire dossier sulla Masìa e sul sistema di reclutamento in giro per il mondo, mentre il Barcellona si difende e cita la storia di Messi, fatto arrivare da bambino dall'Argentina, curato nei suoi difetti fisici e lanciato nel mondo del calcio mentre anche la famiglia trovava lavoro e una casa. Basterà per cancellare le ombre?

ACCUSE DI ANTISPORTIVITA' - C'è poi il campo e quel sospetto che sempre accompagna il Barcellona. Favorito o no dagli arbitri? In Spagna è lotta a due con il Real Madrid e i giornali della capitale e catalani non si risparmiano accuse e denunce reciproche. In Europa il tema torna d'attualità dopo quasi ogni sfida che conta. Un esempio? Dopo l'andata dei quarti di finale contro l'Atletico Madrid i tifosi si sono scatenati accusando Iniesta di un 'piscinazo' (tutto con simulazione) che avrebbe dovuto essere sanzionato con il secondo giallo e l'espulsione pochi minuti prima dell'assist da fantascienza per il pareggio di Neymar. Non è una primizia. Lo stesso Real Madrid produsse e mise in circolo un video con tutte le simulazioni del fu Barca di Guardiola...

L'AFFAIRE DEL NUOVO CAMP NOU - Sullo sfondo la partita da 600 milioni di euro per la costruzione del nuovo Camp Nou sullo stesso sito di quello attuale, con capienza aumentata da 98.000 a 105.000 spettatori e possibilità di incremento di incassi anche per la aree luxury. A decidere saranno i 222mila soci ed esiste anche una fronda interna che spinge per il 'No'. L'accusa? Scarsa trasparenza nel progetto industriale e nella gestione futura. Fango su fango. Questa volta, però, da fuoco amico.

 

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Giovanni Capuano