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EPA/Enric Fontcuberta
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Le cose (positive e non) che ha detto Barcellona-Inter

Conte può sorridere per la prestazione, meno per risultato e alternative della rosa. Champions League non compromessa

L'Inter torna da Barcellona con una sconfitta che brucia per il modo in cui è maturata, di rimonta e dopo aver accarezzato il sogno di fare l'impresa al Camp Nou che avrebbe svoltato la storia del girone di Champions League. Novanta minuti che si trascinano dietro polemiche e recriminazioni, ma anche qualche buona notizia per Antonio Conte che ha avuto la conferma dalla sua squadra di essere un progetto in rapida evoluzione.

A pochi giorni dalla sfida di San Siro contro la Juventus, risultato a parte, il bicchiere nerazzurro di ritorno dalla Catalogna è più pieno che vuoto a patto di non trasformare l'analisi nella semplice elencazione dei torti (evidenti) del pessimo arbitro sloveno Skomina.

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Ecco cosa ha detto Barcellona-Inter

Le note positive della serata del Camp Nou sono evidenti. Se Barcellona era un test per misurare il grado di crescita dell'Inter, l'esame è stato superato sia dal punto di vista del gioco che della personalità. Molti dei nerazzurri schierati da Conte non avevano - messi insieme - le stesse presenze in Champions dei top catalani eppure a lungo la differenza non si è vista.

La mano dell'allenatore è evidente in questo processo di costruzione di un'autostima che diventa corazza in vista delle sfide più impegnative, colmando anche qualche gap a livello di rosa e qualità. Non tutte le avversarie hanno Messi e Suarez, capaci di ribaltare con due magie l'esito di una partita negativa.

L'assenza di Lukaku ha consentito poi di testare sul campo e nella serata più complicata la funzionalità dell'attacco leggero formato da Sanchez e Lautaro Martinez. Anche qui, promozione a pieni voti fino a quando il cileno ha avuto fiato e gambe e voto alto per l'argentino che è attaccante pronto a livello internazionale oltre che con notevoli margini di crescita.

Poi c'è il capitolo dedicato a Sensi, semplicemente sorprendente per come si è preso l'Inter. Centrocampista di tecnica e visione superiore, chiamato al primo test internazionale visto che contro lo Slavia era rimasto a lungo in panchina (e non ha caso è stata la serata peggiore dal punto di vista del gioco).

Ultima nota sul girone che Conte ha definito "compromesso"; in realtà pesano i punti lasciati a San Siro al debutto ma alla fine saranno decisive le due partite con il Borussia Dortmund da affrontare come fosse un turno ad eliminazione diretta. E l'ultima in casa con un Barcellona possibile già qualificato...

Le cose negative di Barcellona-Inter

Ovviamente c'è anche l'altro lato della medaglia che può essere ragionevolmente riassunto nella conferma che ad altissimo livello l'Inter è ancora una squadra 'corta'. Valverde ha inserito Vidal e Dembelé cambiando il senso della gara (Skomina a parte), Conte ha ricevuto poco da Gagliardini, D'Ambrosio e Politano.

Una situazione che potrà essere penalizzante anche nel duello con Juventus e Napoli per lo scudetto, anche se in Serie A le riserve nerazzurre sono comunque adeguate per almeno due terzi delle partite. 

Una nota negativa anche per Godin che nel finale è naufragato sorprendentemente. Lui che al Camp Nou c'è stato tante volte e conosce le insidie delle notti europee non ha tenuto su i compagni meno esperti ma si è perso quando Messi ha deciso di cambiare passo. Insufficiente al pari di Asamoah, anello debole di una squadra che sugli esterni è ancora un punto interrogativo.

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Giovanni Capuano