Balotelli-Time, ed il "pesce d'aprile"
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Balotelli-Time, ed il "pesce d'aprile"

Mario non è nella lista dei primi 100 della rivista Usa, malgrado la campagna mediatica che (dopo averlo criticato) lo incensa

Se volete chiamatelo pesce d’aprile. E qualcuno ci è cascato dentro con tutte le scarpe. Poi non ci venite a dire che di Balotelli si parla troppo e qualche volta a sproposito. Chi ha meno malizia può intenderlo come un misunderstanding, insomma un malinteso per parlare come si mangia. Certamente è una buona notizia che Mario Balotelli non sia compreso nella lista delle cento persone più influenti del mondo, unico italiano. Anche se non c’è il questo momento un gran giardino in cui raccogliere certi fiori. Piuttosto un cortile incasinato con il cartello “lavori in corso”, ormai arrugginito dalle intemperie.

Il Milan ha sì ricevuto una lettera del Time, icona del giornalismo mondiale, una delle ultime prima del mare che ci travolgerà tutti, Statua della Libertà compresa. Era sì una convocazione a New York alla serata di gala con la scorta di Galliani. Ma, a quanto pare, in qualità di protagonista di una delle copertine e dunque delle headlines di questa stagione. Ma l’importante è esagerare. Sempre. Specie con un ragazzo che riesce ancora ad essere personaggio.

E ora fa gioco levargli i panni di Lucifero per vestirlo da Arcangelo Gabriele. Ogni volta possibile, anche quando non sarebbe necessario.

Balotelli non è né l’uno né l’altro. Solo un bravissimo giocatore di calcio che speriamo tutti abbia voglia di diventare un fuoriclasse. Per sua fortuna, la vediamo così, è pure uno che “buca”, lo schermo come le pagine dei giornali. Che riesce per dote naturale a dire cose, magari molto semplici, ma non banali. Molti hanno voglia di farne un simbolo di redenzione, di diversità che diventa normalità vincente. Difficile dire se succederà davvero. Cio accontenteremmo di vedere sul campo, soprattutto con la maglia azzurra, uno straordinario giocatore. Che non deve per forza essere simbolo o esempio. Per nessuno. Men che meno per i ragazzini. E pagato moltissimo per giocare e in parte per dare una immagine che non sia quella di uno squilibrato. Ma nel suo interesse.

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Carlo Genta