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Balotelli? Un diamante nerazzurro

Domenica c'è il derby e SuperMario sarà dall'altra parte. Ma c'è chi l'ha ancora favolosamente in mente ai tempi del Triplete...

Ve lo dico subito, alla vigilia del derby. Questo blog nerazzurro nasce con un difetto di fabbrica: è ostinatamente ancora pazzo di Mario SuperMario Balotelli. Sì, quello delle intemperanze e delle ingratitudini, quello dal carattere spaccone e irriverente, quello della maglia gettata nella semifinale di Champions contro il Barcellona di Messi e Ibra, quello - infine e soprattutto - del doppio tradimento al Milan... Ma anche quello cresciuto nella Primavera da predestinato, quello, ancora minorenne, della doppietta alla Juventus in Coppa Italia, quello che irride Francesco Totti nascondendogli il pallone o quello che zittisce Cristiano Ronaldo in Champions.Quello dei gol inverosimili, con tiri da fermo potenti e precisi come neanche alla Playstation.

Come dite? La maglietta del Milan indossata per Striscia la notizia quando vestiva ancora i colori nerazzurri? Beh, viva il coraggio di chi non teme di esporsi, di chi sa ancora mostrarsi spontaneo! Balotelli resta il più bel diamante della nostra miniera-cantera degli ultimi venti anni. E le sue cose più belle sul campo le ha fatte vestendo la maglia nerazzurra, quando c'era ancora chi - Mancini e Mourinho - sapeva gestirlo, seppur a fatica.

Dopo la vittoria del Triplete ebbi la possibilità di scegliere come souvenir della stagione una maglia autografata. Non scelsi il #22 del Principe argentino capace di segnare nelle tre partite decisive di Campionato, Champions e Coppa Italia. Neppure il #4 del Capitano mi convinse. Rinunciai poi al #9 del Re Leone, al #13 del Colosso, al #19 del Cuchu e al #23 di Matrix. Sì, l'avete capito, la mia scelta fu proprio per quel battello ebbro numero #45.

Quella maglietta e ancora lì, appesa al muro. Auguro al nostro Rimbaud di vivere un campionato da protagonista (dietro l'Inter), di segnare tanti gol (uno in meno di Maurito) e di tornare in Nazionale, anche ora che ha scelto di passare un'altra "stagione all'inferno".

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Filippo Nassetti