E un bambino piegò la Germania
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E un bambino piegò la Germania

La "classe" di Balotelli (che esulta) ci porta in finale. Serve altro?

Questa volta esce il bambino che gli abita ancora dentro e che si stringe forte con i pugni la sua maglietta. E urla come forse non avrebbe voluto fare. Ma gli scappa, figlio legittimo dell'emozione che gli si era letta chiara in faccia, nonostante il  maldestro tentativo di nasconderla dietro il solito sorrisetto da bullo di paese.

Cassano fa la cosa più decisiva di tutto il suo Europeo: veronica con cross. Mario Balotelli piglia il tempo a Badstuber e la sbatte dentro di testa. Immeritato fino a che volete  voi: la Germania stava dominando, mangiando in testa al nostro centrocampo e bevendo palle gol. E chi se ne frega.

Ovvio che proprio per questo è molto più bello, altrimenti non sarebbe calcio. Cioè un gioco non uno sport, per dirla alla Sacchi che s'è fermato  un paio d'ore nella sala stampa di Varsavia, senza sfilarsi un attimo le lenti scure.

Il gol è un orgasmo, disse un giorno Crespo, uno che si intendeva bene di entrambe le cose. Verissimo, i preliminari sono impotanti ma bisogna arrivare a quel momento lì, la palla in rete.

La Germania si sgonfia, forse sono davvero un po' palloni gonfiati. Sė gioca, se tira, se Buffon para che è il suo mestiere, ma non mette più addosso quella tensione acida di prima, tanto che noi si comincia a scrivere, azzardo pazzesco: in  questo momento è il 40' e Pirlo la tocca a Bonucci.

Non stiamo guardando più se non distrattamente. Perchè nel frattempo il bambino, quello di prima, stavolta la maglietta se l'è addirittura levata, buttandola per terra e facendo Hulk. Esultanza un po' stupida  se vogliamo, dopo un destro secco e meraviglioso all'incrocio dei pali della Germania.

Venite avanti figlioli, che vi insegnamo la preghiera del contropiede: un lancio lungo (di Montolivo da sinistra) e via. Per il football bailado visto contro l'Inghilterra, magari un'altra volta. Il maxischermo inquadra una tedescotta con le trecce che ha giā le lacrime agli occhi. Che cattivo quell'uomo nero!

C'è uno spicchio di stadio laggiù in fondo a destra che alza cartoncini biancorossoverdi e canta Italia-Italia.

Sospettiamo  fortemente siano infiltrati, perchè di italiani in tutto il giorno in giro per Varsavia, ne avremmo visti cinque o sei, che magari abitano qui e hanno la loro brava pizzeria, in mezzo a un mare di birra e di maglie tedesche.

Noi che siamo (o eravamo) il prezzemolo del mondo. La Merkel ci ha lasciati col culo per terra e allora tiè, beccati 'sti due fischi Cancelliera. Lo diciamo noi in tutte le lingue d'Europa. Non siamo mica la Grecia noi, almeno non quando c'è da giocare a calcio.

Siamo qui distratti questi pensieri, contando i quattro Zloti che restano in tasca: basteranno sė e no per birra e salsiccia, dopo. Questo mentre Lahm ne spara alta una facile da centroarea. De Rossi tira l'anima coi denti, poveretto. Ma da lė, dalla festa non vuole uscire nessuno, nemmeno Fratel Cassano che fa mille piccole cose preziose, in una partita sempre più azzurra.

Ecco che Prandelli lo chiama e tocca a Diamanti. Si sapeva giā. Bonucci, Chiellini e Barzagli non fanno passare un'anima tedesca. Balotelli tira largo un diagonale. Buffon accompagna  contro la traversa una punizione di Reus. Non passa nessuno, solo Thiago Motta per entrare al posto di Motolivo, bravo e saggio anche stavolta. Servono muscoli e solo un altro po' di pazienza. Diamanti al volo per Marchisio, destro fuori di un niente.

Mancano 23' alla fine e verrebbe voglia di andare a consolare la ragazzotta tedesca: chissà come piange adesso. La Merkel invece che s'arrangi. Anche il bambino che ha giocato con la sua maglia non ce la fa più. Arriva Di Natale. C'è da fare altri ragionamenti, un viaggio verso Oriente da organizzare.

Perchè ve lo scriviamo al minuto 74 mentre Khedira crossa da destra e Klose ci prova senza convinzione. A Kiev a giocare la finale degli Europei va l'Italia che ha di nuovo sdraiato la Germania. Anzi, ci portiamo avanti: partiamo giā. Minuto 77': se succede altro raccontatecelo voi. Domani, con calma.

Contiamo ancora i quattro Zloti in tasca: magari a partita ancora in corso ci fanno lo sconto per quelle birre e salsicce. Alla peggio evitiamo la coda.

P.S. Quello del baracchino ci ha detto che la Germania ha segnato su rigore e che Buffon è scappato via dalla festa in campo incazzato nero. Tutto previsto, non c'è notizia. Il bambino, forse con un po' di vergogna davanti a troppe telecamere, va a prendersi il bacio della mamma in lacrime, mentre dal cielo piove il pomeriggio azzurro di Celentano.

Troppo zucchero nella nostra birra. Via via, a Kiev.

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Carlo Genta