America's Cup, la regola che ha penalizzato Oracle
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America's Cup, la regola che ha penalizzato Oracle

Lo skipper Tom Slingsby, oro a Londra 2012, punito dalle nuove regole studiate per la televisione - le immagini delle regate, day 1 - la diretta delle regate, day 2 -

Lo skipper australiano di Oracle, Tom Slingsby, ieri a Napoli ha sperimentato sulla sua pelle una delle nuove regole che sono state introdotte per la Coppa America. Secondo il nuovo regolamento, che sarà usato anche a San Francisco dagli Ac72, le barche non devono superare i bordi laterali del campo di regata che sono stati indicati dalla giuria. A bordo, oltre agli strumenti che segnalano a timoniere, navigatore e tattico la rotta e la posizione della barca, ci sono dei flash gialli, uno all’albero e uno a poppa, che cominciano a lampeggiare sempre più velocemente man mano che la barca si avvicina al limite del campo. Ieri Slingsby, che pure è un gran campione, medaglia d’oro nei Laser alle Olimpiadi di Londra, è andato oltre il limite: i giudici lo hanno subito penalizzato, obbligandolo a rientrare nei limiti del campo e di rallentare la barca sino a raggiungere la velocità media della flotta che lo inseguiva. Una volta scontata la penalità, la barca di Oracle ha potuto riprendere la gara.

Ian Murray, il direttore di gara della Coppa America e dell’evento delle AC Wolrd Series a Napoli, ha spiegato che questa regola è stata introdotta per obbligare gli equipaggi a fare più manovre e quindi a rendere la regata più avvincente. Una conferma che la nuova Coppa America è sempre più studiata per la televisione: infatti al pubblico che segue le regate dal vivo, in mare o dalla costa, è praticamente impossibile capire se la barca ha superato il limite del campo, mentre invece in tv questo è molto più chiaro.

«La tecnologia ci consente di misurare al millimetro le posizioni delle barche» ha detto Murray «e quindi oggi anche la vela, come l’atletica o lo sci può avere la certezza dei tempi realizzati e del rispetto delle regole». Murray non ha escluso che queste tecnologie possano essere applicate anche alla vela Olimpica e ai campionati mondiali di varie classi.

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Damiano Iovino