La difesa di Schwazer: "Niente scuse, sono pulito. Qualcuno non mi vuole ai Giochi"
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La difesa di Schwazer: "Niente scuse, sono pulito. Qualcuno non mi vuole ai Giochi"

L'altoatesino: "Farò di tutto per andare a Rio". L'affondo di Donati: "Troppo odio nei miei confronti" e attacca la Iaaf

Una difesa forte e orgogliosa per cercare di cancellare tutte le ombre. Alex Schwazer non ci sta a vestire di nuovo i panni di chi ha tradito e il suo staff si stringe intorno all'atleta che a maggio era tornato alle gare mettendosi alle spalle la dolorosa vicenda della squalifica per Epo nel luglio del 2012, alla vigilia delle Olimpiadi di Londra.

La notizia della nuova positività, pure con i molti dubbi legati a come è emersa e alla sua tempistica, ha fatto il giro del mondo. Ora è il momento della versione dei fatti di Schwazer e di Sandro Donati, paladino dell'antidoping che aveva scommesso tutto sulla possibilità di riportarlo all'attività agonistica in modo pulito e che lo aveva teleguidato fino all'ottenimento dei due pass olimpici per la 20 e la 50 chilometri di Rio.

Schwazer choc: ancora positivo al doping

La versione di Schwazer

Maglietta bianca e sguardo spesso alto, Alex ha parlato così: "Ci metto la faccia come quattro anni fa per rispetto nei confronti di chi mi è vicino, però oggi non ci saranno scuse. Non ho commesso errori, non ho fatto nulla. Da un anno e mezzo, con tanta fatica, mi sto allenando con Sandro e chiedendogli di fare il possibile per dimostrare che il mio ritorno è pulito". Niente lacrime, nessun passo indietro.

"Sono stato informato ieri della positività ed è un incubo per me. E' la peggior cosa che poteva succedere ma vi posso giurare che si andrà fino in fondo perchè ho investito troppo nel mio ritorno, sto dando tanto e con me chi mi aiuta. Non si può abbandonare tutto adesso perché c'è un'ostilità grande così come ce ne sono state per non farmi gareggiare o per non farmi vincere a Roma. Qualcuno non vuole che vada alle Olimpiadi ma io ancora ci credo".

La speranza di andare a Rio si scontra con le difficoltà della situazione: "I tempi sono ristretti, ma farò di tutto per capire cosa è successo a quella provetta". Sui quattro anni dalla positività all'Epo del 2012 a oggi "so benissimo che chi è già stato trovato positivo ha poca credibilita", ma "Sandro è con me e lui ha impegnato la sua vita contro il doping e spero che ci pensiate due volte prima di attaccare lui e gli altri che mi hanno affiancato".

"Sono sempre stato cosciente che ci sarebbero state ostilità, ma non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere. Sono un che da tempo non bada a quello che pensano gli altri, altrimenti non avrei mai più fatto nulla nello sport".

Sandro Donati: "Non lo abbandonerò mai"

Il tecnico e guru dell'antidoping non ha dubbi: "Considerando il passato è l'identikit perfetto dell'atleta che tradisce chi lavora con lui. Avrei avuto il pretesto perfetto per abbandonarlo facendo quello che non si era accorto di nulla e, invece, non accadrà mai". E poi il ricordo dei 35 controlli volontari inviati senza risposta ai vertici sportivi, la disponibilità a rinunciare alle finestre orarie per i test ("La risposta è stata quasi provocatoria"): "Mi viene da pensare che l'atleta positivo per doping diventa la preda per il sistema sportivo che vuole dimostrare la sua durezza che ha, però, solo contro i singoli".

E poi l'attacco: "Per Schwazer sono stato anche un handicap perché è troppo l'odio nei mie confronti. alex è un atleta fenomenale e la vicenda a me sembra incredibile. Quel dato potrebbe essere il doping dello scemo, che non porta da nessuna parte. Non si sa bene per le esigenze di chi è stato ripreso questo campione in cui sono state trovate tracce insignificanti". L'accusa: "Prima di Roma e La Coruna sono arrivati suggerimenti da persone che hanno un ruolo importante a non vincere. Ma Alex non ha ascoltato nulla e nessuno". Tesserati contrari al ritorno di Alex alle gare e che, secondo i legali, avrebbero minacciato comportamenti per danneggiare l'altoatesino.

La strategia è chiara: non si contesta l'esito uscito dal laboratorio di Colonia, ma si lascia intendere che possa esserci stata un'intenzione anomala nel volerla rianalizzare e la possibilità di manipolazione o di qualcosa che riporti indietro nel tempo. Con attacchi alla Iaaf "di cui non serve che vi dica che il presidente è stato mandato via insieme al responsabili dei controlli proprio per la compravendita di positività", dice Donati.

Complotto? "Qualche idea ce la siamo fatta, ma vogliamo studiare le carte. Abbiamo parlato di una tempistica assolutamente sospetta". Steroidi mai cercati prima nei test? "Non è assolutamente vero, vengono sempre cercate tutte le sostanze". Le Olimpiadi: "Adesso vedremo, ma i tempi della giustizia sportiva sono tremendamente lenti quando si avvicinano le manifestazioni sportive".

Il suo avvocato: "Nessuna responsabilità"

Ecco le parole dell'avvocato Gerhard Brandstatter, legale del marciatore: "Siamo qui subito perchè davanti a una notizia incredibile e devastante, che non possiamo accettare perchè profondamente ingiusta. Alex non ha nulla che vedere in questa vicenda e non ha nessuna responsabilita". La tesi dell'assoluta innocenza viene ribadita più voltem definendo la vicenda "sporca" e annunciando una denuncia penale verso ignoti nella convinzione che si possa ancora salvare la spedizione olimpia a Rio de Janeiro.

"La prima incongruità è che un esame prima negativo poi sia diventato positivo per sostanze che non hanno nemmeno attinenza con lo sport di resistenza" ha sottolineato, ricordando la disponibilità del marciatore a essere sottoposto a controlli ogni giorno e senza limitazione oraria, come comunicato alla Wada e alla Iaaf per tempo: "Lascia allibiti e contrariati, furiosi perchè Alex ha fatto un percorso esemplare e non può accettare di essere rimesso in discussione per una vicenda nella quale non ha nessuna responsabilità".

E ancora: "E' tutto molto ingiusto e non pensavo ci potesse essere tanta malvagità nel mondo. Siamo davanti a episodi non trasparenti e profondamente sbagliati nei confronti di Alex e ci batteremo con tutte le nostre forze per far emergere la verità".

La tormentata carriera di Alex tra medaglie e cadute

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Alex Schwazer è di nuovo coinvolto in una vicenda di doping

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Giovanni Capuano