Rugby: "Tu sei un fascista, non puoi giocare"
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Rugby: "Tu sei un fascista, non puoi giocare"

Episodio di intolleranza politica in serie C a Roma: a Luca Cirimbilla, militante di destra, è stato vietato l'ingresso al campo in un centro sociale di sinistra

C’è sgomento nel mondo eticamente ancora quasi “intatto” del rugby per quello che è successo domenica a Roma. Quel "tu non puoi entrare perché sei un fascista" intimato all’ingresso dell’ex cinodromo del centro sociale Acrobax a un giocatore prima della partita di serie C tra i padroni di casa All Reds e I Corsari sta scatenando un dibattito serrato tra gli appassionati e non solo. Vittima ("Ma non sono io che devo essere sostenuto, bensì chi ha impedito di far giocare una partita…") è stato Luca Cirimbilla, tallonatore di rugby in forza ai Corsari e cronista di professione, riconosciuto come aderente al Foro 753 (centro sociale di destra) e per questo “non gradito” all’interno del campo occupato. A Panorama spiega così questa vicenda che ha scavalcato in negativo i confini di uno sport duro, ma basato sulle regole del rispetto come il rugby.

Che cosa è avvenuto all’ingresso dell’impianto?
"Mi sono recato con la mia squadra, i Corsari, presso l'ex cinodromo di Roma, per disputare come tutte le altre domeniche la partita di campionato di serie C. Avremmo giocato contro gli All Reds, il cui campo è all'interno del centro sociale Acrobax. Solo che qualcuno ha deciso che non potevo entrare in quel luogo antifascista".

Ti era già accaduta una cosa del genere?

"No, e che io sappia non è mai accaduta nemmeno ad altri. Il rugby ha sempre esaltato il rispetto per gli avversari. All'interno di squadre di rugby sono nate belle amicizie, anche tra persone di opposti orientamenti politici, di diverse religioni o nazionalità. Proprio perché alla base c'è la condivisione del sacrificio, che è la prima regola di questo sport". 


In un comunicato gli All Reds confermano le pressioni esterne che - dicono - hanno costretto anche loro a ritirarsi dalla partita. Un commento a freddo?
"Sinceramente non mi voglio esprimere. Mi dispiace solo che non si sia disputata una partita di rugby. Noi Corsari eravamo andati lì per quello. Molte squadre di rugby a Roma e nel Lazio hanno problemi a trovare un impianto sportivo dove poter allenarsi o disputare le gare della domenica. Domenica qualcuno non ha voluto che si giocasse a rugby. Più che a me, questa cosa deve essere spiegata alla Federazione, al Comitato regionale e a tutti gli amanti della palla ovale".

Oltre a quella dei tuoi compagni, che hanno deciso di non giocare visto che ti era vietato l'ingresso al campo, ha ricevuto anche la solidarietà del web...
"I miei compagni, di cui vado fiero, hanno semplicemente dimostrato di essere una squadra anche al di fuori del campo. Quanto al web, in effetti ho ricevuto solidarietà da parte di tanti, ma non sono io che devo essere sostenuto e aiutato moralmente, bensì chi ha deciso di impedire una partita di rugby. Spero che si faccia luce sull'episodio esclusivamente per rispolverare i veri valori dello sport, che domenica sono stati accantonati da qualcuno". 

Pochi giorni fa, in ambito universitario, è stata negata l'idoneità allo status di professore associato alla studiosa Simonetta Bartolini per il suo "profilo militante" a destra. Ora tu - in quanto esponente della destra romana - non vieni fatto entrare in un campo sportivo: che dire?
"Che ancora c'è chi pratica il pericoloso giochetto degli opposti estremismi. Io non avrei avuto problemi a incontrare una squadra dichiaratamente di sinistra, anche perché è già successo e con relativo terzo tempo, che nel rugby è sacro. Domenica invece non si è tenuto, peccato". 

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Antonio Rapisarda