Roberto Cammarelle, un pugile sul ring di Ballando con le stelle
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Roberto Cammarelle, un pugile sul ring di Ballando con le stelle

Sogni e aspettative del plurimedagliato olimpico, al debutto in prima serata su Raiuno

Ce lo ricordavamo con guantoni e pantaloncini conquistare medaglie a raffica – un bronzo, un argento e un oro, per la precisione – alle Olimpiadi, ma domani Roberto Cammarelle salirà per la prima volta sul ring di Ballando con le stelle 2014, il programma televisivo in onda ogni sabato sera alle 21.15 su Raiuno.

Per affrontare i concorrenti e i giudici (severissimi) della trasmissione di Milly Carlucci, giunto alla quinta puntata, il pugile azzurro – nel mezzo di un anno sabbatico durante il quale ha fondato la Talent League of Boxing, una scuola per giovani talenti della boxe – si sta allenando da una settimana senza sosta per recuperare il tempo perso. “Tra balli e coreografie ogni tanto mi va in tilt il cervello – racconta Cammarelle dopo la giornata di prove –, e poi rimettere in moto i miei 120 chili non è uno scherzo. Diciamo che lo considero un bel test in vista delle qualificazioni per Rio 2016”.

Roberto, come hai saputo che avresti partecipato a Ballando?

“La sera stessa in cui si sono ritirati Teocoli e Albertazzi ho ricevuto la telefonata. Lì per lì non ero molto convinto tanto che mi sono preso un po’ di tempo per pensarci, soprattutto in famiglia, perché con due bambini piccoli non era semplice organizzarsi. Alla fine però è stata proprio mia moglie a dirmi "devi andare!"”. 

Cosa ti ha convinto?

“Credo che certe occasioni non capitino per caso. Proprio quest’anno mi sono preso un anno di riposo dalla boxe, ho creato un campionato per i giovani e sto studiando per diventare dirigente. Ballando può essere uno degli step per affrontare la vita dopo il ritiro”.

Lo fai anche per promuovere il tuo sport?

“Io ho molto a cuore la boxe, quindi finché potrò voglio esserne uno sponsor. Però devo dire che, dato l’impegno fisico della trasmissione, sono anche ansioso di capire le mie condizioni in vista delle qualificazioni per le Olimpiadi. Se non dovessi uscirne soddisfatto potrei anche decidere di appendere le scarpette al chiodo, e magari diventare il nuovo Fred Astaire (ride, nda)”.

Come sta la boxe, oggi, in Italia?

“Il vero problema in questo momento è che non vedo un ricambio generazionale. Ci sono giovani di talento ma non sono ancora di livello internazionale…”.

Cosa manca a questi ragazzi?

“Al momento gli manca l’esperienza e in parte è anche colpa nostra, di noi senatori. Avendo sempre portato grandi risultati probabilmente abbiamo impedito che potessero subentrare e crescere. D’altra parte c’è anche un problema caratteriale, legato un po’ ai malanni dei nostri giorni…” 

Cosa vuoi dire?

“Credo che nei giovani ci sia poca voglia di fare gavetta. Voglioni tutto e subito. Il pugilato è uno sport di passione, che richiede anni di sacrifici per ottenere risultati. Io stesso ne sono un esempio, avendo vinto le Olimpiadi a 28 anni nonostante tirassi di boxe da quando ne avevo 11. Oggi invece ci si stanca presto, di tutto, e questa è una cosa che vedo anche in altri sport”.

Ieri era l’anniversario dei 40 anni del match tra Ali e Foreman…

“Sono quelli i personaggi da cui i ragazzi devono farsi ispirare. Quando ero giovane il mio idolo era Mike Tyson, lo sportivo più duro e più pagato al mondo. Non c’è niente di male nell’essere stimolati anche dal raggiungere una certa notorietà, o fama, l’importante è porsi sempre degli obiettivi ed essere pronti a soffrire per raggiungerli”.

Forse mancano i grandi personaggi.. 

“Vero. In Italia, soprattutto, il professionismo è stato gestito in modo tale da allontanare il grande pubblico. Paradossalmente sono diventati noti pugili, come me e Clemente Russo, che hanno scelto la carriera da dilettanti e hanno potuto partecipare alle Olimpiadi che sono un evento vicino alle persone”.

Cosa vorresti dimostrare a Ballando?

“Vorrei che i ragazzi e i loro genitori vedessero che facendo boxe non si diventa brutti e ignoranti, e si può raggiungere anche una certa fama”.

Chi temi dei giudici? 

“Dopo tutto quello che mi è successo a Londra (dove Roberto ha perso la medaglia d’oro ai punti in un match sospetto contro l’atleta di casa, ndr) posso dire di non avere più paura di niente (ride, nda). Scherzi a parte, spero che siano clementi dato che sono all’esordio”.

E con la tua partner, Natalia Titova, come ti trovi? 

“Natalia è davvero super. E’ rigida, professionale, pretende il massimo e si allena come si stesse preparando per salire su un ring. Avrebbe potuto fare il pugile!”.

 

 

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Teobaldo Semoli