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Rio 2016, volley donne: il flop dell’Italia e i 7 errori capitali del ct Bonitta

Il podio era un sogno in partenza, ma il torneo della Nazionale è stato davvero fallimentare. E merita alcune riflessioni

Peggio di così, alle Olimpiadi, l'Italia del volley femminile non poteva davvero fare. Quattro sconfitte su quattro gare, con le azzurre già eliminate dopo le prime tre sconfitte con Serbia, Cina e Olanda, in cui non hanno portato a casa nemmeno un set. Un risultato fallimentare che chiama direttamente in causa il ct Marco Bonitta per questi sette motivi o, meglio, errori…

01. Un flop che parte da lontano
Che le azzurre non fossero da podio, lo si sapeva. Ma vederle perdere così, scendendo in campo con tanta buona volontà ma poca anima, pone interrogativi sulla programmazione che ha accompagnato gli ultimi quattro anni di questa Nazionale, capace di vincere solo l'Oro ai Giochi del Mediterraneo 2013 sotto la guida di Mencarelli. A Rio la logica consigliava di portare la maggior parte del gruppo che aveva ottenuto il 4° posto ai Mondiali 2014 con l’inserimento graduale delle giovani più interessanti, non fare il contrario…

02. Quelle ragazze allo sbaraglio
Conseguenza di quanto sopra: a Rio le sorti della Nazionale sono state caricate per intero sulle spalle di Alessia Orro e Paola Egonu (35 anni in due). E per fortuna che, pur nel disastro di risultati, c’è comunque stata una risposta positiva, soprattutto da parte dell’Egonu. Perché in caso contrario si sarebbe potuto “bruciare” psicologicamente il più grande talento giovanile della nostra pallavolo…

03. No Piccinini, no ricezione
Questa Nazionale ha palesato limiti in ricezione, dove l'assenza di Francesca Piccinini si è avvertita, anche in attacco. La "divina", miglior giocatrice nell'ultima Champions League vinta da Casalmaggiore, a fine maggio aveva di fatto scaricato il ct Bonitta non condividendone le scelte tecniche, annunciando il suo addio alla maglia azzurra. Con un vuoto tattico che non è stato riempito.

04. La squadra… delle escluse
Al ct Bonitta è stata data carta bianca su tutto e le sue scelte facevano discutere anche prima di Rio. Difficilmente comprensibile il fatto di non considerare fuoriclasse come Lucia Bosetti, Valentina Tirozzi e Carolina Costagrande, che in assenza della Piccinini avrebbero dato equilibrio in ricezione e peso in avanti. Così come è risultato curioso (e alla luce dei risultati pure dannoso) privarsi della centrale Valentina Arrighetti, decisiva nella vittoria scudetto di Conegliano. Per finire con la scelta di portare un solo libero di ruolo…

05. Il caso Diouf
L'attacco doveva essere atomico nella testa del ct Bonitta. Una convinzione talmente forte da liquidare con un sms Valentina Diouf, la baby stella dei Mondiali italiani 2014. E oltre alla polemica per le modalità di comunicazione, la beffa di vedere Alessia Gennari, la sostituta della Diouf, confinata in panchina perché non al top.

06. Lo Bianco (e nero)
Richiamata in Nazionale per le Olimpiadi con più di 540 convocazioni alle spalle, l’alzatrice azzurra Eleonora Lo Bianco guarda più dalla panchina che dal campo la disfatta dell'Italia. E pensare che doveva essere la sua Olimpiade…

07. Se son forti...
Unico ct alla guida dell'Italdonne a vincere un Mondiale (2002), il ct Bonitta fu ammutinato dalla squadra alle porte del Mondiale 2006 e richiamato dalla Federazione alla vigilia del Mondiale 2014. Dopo di che si sono ripresentati quei rapporti spesso conflittuali nella gestione delle atlete dal “carattere forte”, che hanno portato all’addio della Piccinini e alla cattiva gestione (indipendentemente dalla scelta di escluderla) della Diouf.

La strada per Tokyo 2020
Ora Marco Bonitta lascerà l’incarico (va a fare il gm a Ravenna, nell’A1 maschile) e la Nazionale sarà temporaneamente affidata a Cristiano Lucchi, già assistente in azzurro e allenatore del Club Italia. Il più papabile nel ruolo di nuovo ct è Davide Mazzanti, legato a Conegliano fino al prossimo giugno, mentre i “sogni” sono Gianni Caprara (un Mondiale vinto con la Russia, oggi a Casalmaggiore), Giovanni Guidetti (ct dell’Olanda e del Vakif Istanbul) e Lorenzo Micelli (Modena). Chiunque arrivi, l’augurio è che alle future Olimpiadi di Tokyo 2020 ci vada con la squadra più forte possibile. Perché questa di Rio davvero non lo era, come ha poi dimostrato il campo.

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Piero Giannico