Parla Agassi: “Federer, Djokovic e Nadal sono tre super-uomini”
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Parla Agassi: “Federer, Djokovic e Nadal sono tre super-uomini”

Il tennis di ieri e di oggi, le nuove sfide, il rapporto con Djokovic: a 25 anni dal trionfo di Wimbledon, il campione americano si racconta a Panorama Tv

“Federer, Djokovic e Nadal?”. “Sono tre supermen dotati di kryptonite”.

Andre Agassi non ha dubbi: i tre campioni più celebrati del tennis di oggi sono tre atleti fuori dal comune. “Gli unici punti deboli sono loro stessi, gli uni nei confronti degli altri”, spiega l’ex numero 1 del tennis mondiale.

Nella testa di Djokovic

Per Agassi, che in questi giorni festeggia i 25 anni dalla sua prima storica vittoria in un torneo del grande slam, il sorvegliato speciale è però Nole Djokovic, di cui è da qualche mese il nuovo mental coach.

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“Ha un talento incredibile, non serve molto”, commenta Agassi, sottolineando le analogie fra questo rapporto e quello avuto da giocatore con Brad Gilbert: “Il mio problema quando lavoravo con Brad stava nel fatto che ero un perfezionista, volevo essere perfetto in tutti i momenti. Brad ha semplificato le cose e questo mi ha aiutato. Se mi guardo indietro penso che ho imparato molto guardando lui, devi capire le persone, avere cura di loro e quindi capirle per avere il polso della situazione”.

Odiavo il tennis, ho dovuto riappropiarmi della mia vita

Agassi, che oltre ad allenare Djokovic oggi guida una fondazione per l’istruzione giovanile (la Andre Agassi Foundation for Education) ed è testimonial Lavazza, è tornato a parlare anche delle suo rapporto di amore-odio con il tennis: "La cosa più difficile della mia vita è stata essere padrone della mia vita stessa”, confessa l’ex kid di Las Vegas.

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“Non ho mai voluto giocare a tennis fin da ragazzino, ho lottato molto per fare qualcosa che odiavo, mi ha fatto passare momenti veramente bui, ho dovuto ricominciare da capo trovando nuove soluzioni per un nuovo problema che era la disconnessione dalla mia vita. Ho trovato le mie ragioni lavorando ogni giorno, non solo sul campo o in palestra, ma anche sul mio modo di essere, di pensare, di vedere le cose”.

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E sulla rivalità con Pete Sampras dice: “Eravamo due giocatori completamente differenti, non solo nel modo di giocare, ma anche nella personalità, proprio come Roger Federer e Rafael Nadal oggi”.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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