Guardateci e imparerete ad amarci
Credit la presse ph. Gian Mattia D'Alberto
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Guardateci e imparerete ad amarci

Giovani e carine (ma non solo), Linda Cerruti, Camilla Cattaneo e Costanza Ferro, le azzurre del sincronizzato si allenano più di tutti. E puntano al bronzo europeo..

Giovani, carine e con un fisico da fare invidia a Pellegrini & co. A una prima occhiata le azzurre del nuoto sincronizzato potrebbero sembrare modelle nel loro giorno di libertà (vista la tuta da ginnastica) ma basta sentirle parlare per capire che le ragazze hanno i piedi piantati saldamente per terra. Anzi in vasca, dove passano gran parte della loro giornata a provare e riprovare figure acrobatiche a tempo di musica con davanti un unico grande obiettivo, le Olimpiadi di Rio

Ma come (e di cosa) vive un’azzurra del nuoto sincronizzato? Lo abbiamo chiesto a Linda Cerruti, Camilla Cattaneo e Costanza Ferro, amiche nella vita e “compagne” di Nazionale, che in uno dei rari momenti passati fuori dalla piscina, in occasione del Press Day di Arena, hanno provato a spiegarci cosa non vediamo sotto il livello dell’acqua…

Allora ragazze com’è la vostra “giornata tipo”?

Costanza: “Direi faticosa. L’allenamento inizia tutti i giorni, domenica esclusa, alle 8 e finisce all’una.  Poi abbiamo dure ore di pausa prima di rientrare in vasca per altre tre ore. In totale fanno 8-9 ore di allenamento al giorno, probabilmente più di qualsiasi altro sport”.

Vi allenate sempre insieme?

Costanza: “Io e Linda ci alleniamo a Savona, per il doppio, mentre con la Nazionale ci alleniamo tutte a Roma”.

Camilla: “Il 98 percento dell’allenamento lo svolgiamo insieme. Durante gli allenamenti individuali invece ognuno cerca di migliorare le sue caratteristiche tecniche ma senza distanziarsi troppo dallo stile e dalle caratteristiche fisiche delle altre”.

Ci sono dei canoni fisici necessari per entrare in Nazionale?

Camilla: “Sicuramente bisogna avere parametri fisici simili, come l’altezza e la lunghezza delle gambe, ma anche caratteristiche tecniche che si possano conciliare in un’esecuzione sincronizzata”:

Linda: “Ultimamente in Italia si punta molto sugli atleti giovani per provare a far crescere anche la disciplina”. 

Come vi è venuto in mente di fare nuoto sincronizzato? 

Linda: “A Savona c’è una vera e propria cultura del nuoto sincronizzato. Quando hanno aperto la scuola mi hanno chiesto se volevo provare e da li non ho più smesso..”

Da quanto “nuotate” insieme?

Linda: “Da 20 anni, quindi in pratica da sempre. Un legame d’amicizia è fondamentale per riuscire a nuotare insieme”.

Cosa fate quando non siete in vasca?

“Siamo sempre in vasca (ridono ndr)”.

Camilla: "Purtroppo non riusciamo a fare molto altro. Non possiamo neanche studiare perché oggi le università hanno quasi tutte l’obbligo di frequenza. La carriera di una nuotatrice di sincronizzato non dura però oltre i 30 anni e a quel punto penso che avremo tempo di recuperare”… 

Come tutti gli sport cosiddetti minori anche il nuoto sincronizzato ruota intorno ai risultati dell’Olimpiade? 

Camilla: “Purtroppo si sa, ci sono sport in cui gli atleti si allenano un decimo di quanto facciamo noi eppure sono molto più seguiti, e remunerati…”. 

Anche voi siete soggette al rischio di infortuni? 

Costanza: “Assolutamente sì. In molti pensano che in acqua non ci si possa fare del male, invece le evoluzioni del sincronizzato mettono a dura prova muscoli, schiena, ginocchia e spalle”.

Provate a spiegarmi perché gli italiani dovrebbero seguire di più il nuoto sincronizzato?

Camilla: “Perché è uno sport che non ha niente da invidiare a discipline come la ginnastica, la danza, il pattinaggio. Insomma, è bello da vedere. La parte sott’acqua poi, che si può vedere solo in Tv, è interessante per vedere quali sono le nostre tecniche d’esecuzione e galleggiamento. A una persona che non conosce il nuoto sincronizzato direi di venirci a vedere. Sono sicura che rimarrà affascinato”...

Qual è l’aspetto più difficile di quello che fate? 

Lina: Sicuramente la parte tecnica di esecuzione delle figure. Sulla sincronia ci si può lavorare ma se non si riesce ad eseguire certi movimenti non ci si può fare nulla”.

E’ quello che valutano i giudici?

Lina: “Valutano coreografia ed esecuzione”.

Quali sono le Nazionali più quotate?

Costanza: Cina, Spagna e soprattutto Russia dove le ragazze cominciano a lavorare fin da piccole per diventare delle professioniste. In Italia fino a una certa età gli allenamenti sono molto leggeri e si perdono anni preziosi che diventano difficili da recuperare”: 

Ad Agosto vi aspettano gli Europei. A che risultato puntate? 

Costanza: Tenteremo di conquistare il bronzo ma nel nuoto sincronizzato la classifica è quasi sempre la stessa. Come in tutti gli sport con i giudici ci sono equilibri “politici” difficili da cambiare. Ci vuole tempo e forse da questo punto di vista la Federazione dovrebbe aiutarci un po’ di più”.

In che modo?

Linda: “Lo staff tecnico è di ottimo ma ci mancano budget e strutture per lavorare insieme e per fare altre gare oltre ai collegiali”.

Voi da chi siete pagate? 

Camilla: “Abbiamo una borsa di studio, e poi siamo arruolate nelle armi. Io in Polizia, Costanza e Linda nella Marina Militare. 

Avete mai pensato a una carriera in tv, come alcuni dei vostri colleghi nuotatori?

Linda: “Beh, se capitasse non mi dispiacerebbe”!

Partecipereste mai ad un reality?

Costanza: “Perché no”? 

Linda: “Sì, se ci fosse l’occasione di avere un po’ di notorietà ben venga”!

Camilla: “Francamente mi piacerebbe fare altro dopo la fine della mia carriera”…

Cosa vorreste fare volta smesso con il nuoto? 

Linda: “Vorrei studiare fisioterapia”.

Camilla: “Ero iscritta all’Università per diventare biologa marina. Non è detto che un giorno io non possa ricominciare a studiare”..

Costanza: “Ho tante idee per la testa ma allenandomi nove ore al giorno è difficile pensare a qualcos’altro all’infuori del nuoto”!

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Teobaldo Semoli