Nibali trionfa alla Tirreno-Adriatico. Magrini: "E' già un leader"
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Nibali trionfa alla Tirreno-Adriatico. Magrini: "E' già un leader"

La voce del ciclismo di Eurosport fa il bilancio sulla corsa a tappe che si è conclusa ieri a San Benedetto del Tronto

Vincenzo Nibali, ancora lui, sempre lui. Lo squalo di Messina centra il secondo successo consecutivo alla Tirreno-Adriatico e si ritaglia uno spazio di tutto rispetto nella storia di una delle gare a tappe più importanti della stagione. Nella crono conclusiva di San Benedetto del Tronto, nove chilometri di passione e di trepidazione per i tanti tifosi che lo attendevano al traguardo, Vincenzo il grande riesce a contenere il ritorno del diretto inseguitore Chris Froome (team Sky) e vola a braccia alzate verso un trionfo che al via della corsa nemmeno lui era convinto di poter raggiungere. Sul podio, con il corridore siciliano dell'Astana, il britannico che viene dall'Africa e lo spagnolo Purito Rodriguez del team Katusha. Per Nibali, un bis da prima pagina. Bravo, bravissimo, unico e irripetibile.

"Era matematico. Nibali non poteva perdere il titolo dopo la bellissima prestazione di ieri", spiega a panorama.it Riccardo Magrini, ex professionista delle due ruote negli anni Ottanta e da tempo commentatore per Eurosport. E ancora, giusto per chiudere il conto con un'altra giornata da prima pagina per il velociraptor messinese: "E' andato forte, anzi, fortissimo anche nella crono. La Tirreno è sempre un bel palcoscenico, ma quest'anno anche gli attori erano all'altezza della situazione".

Nibali lo squalo ha fatto suo il primo grande impegno dell'anno. Un'altra prova di forza per il ciclista che ieri è stato il protagonista assoluto di una giornata semplicemente indimenticabile...

Posso dire che me l'aspettavo, anche se mi ha sorpreso il modo in cui è riuscito a costruire la conquista della maglia azzurra. Ha buttato il cuore oltre all'ostacolo, come ha fatto altre volte in passato. E dobbiamo sempre ricordare che alla Tirreno c'era il fior fiore dei corridori delle corse a tappe.

Cosa dimostra di avere Nibali più degli altri? Sarà ancora lui l'uomo da battere nelle prossime grandi corse a tappe della stagione?

Beh, a Nibali è sempre stato chiesto di dimostrare il proprio valore. Gli hanno sempre chiesto di dare il massimo. E lui non ha ancora deluso le aspettative. I podi raggiunti nelle tre grandi corse a tappe la dicono lunga a proposito. Rispetto agli altri anni, mi pare che abbia mostrato una maggiore maturità, perché si è caricato sulle spalle la responsabilità del ruolo da capitano. Ha bissato la vittoria in una corsa tra le più importanti del panorama ciclistico internazionale.

Gli si può dire soltanto bravo per quanto è riuscito a fare. E ringraziarlo pure, perché con lui l'Italia del ciclismo è senza dubbio più forte. Bene così in previsione della Liegi-Bastogne-Liegi, che l'anno corso Nibali ha corso da protagonista. Ma anche e soprattutto per la Milano-Sanremo che si terrà domenica prossima.

Ecco, nel fine settimana va in scena la grande Classica che l'anno scorso è stata vinta dall'australiano Simon Gerrans. Nibali è tra i favoriti con Cancellara e Sagan...

Sì, loro tre su tutti, ma ci sono anche Moser, Cavendish, Goss e tanti altri. E' una corsa aperta da sempre a risultati diversi e inattesi. Nibali può far saltare il banco perché dalla sua ha anche la grande qualità di discesista. Certo, Cancellara è un osso duro. Come del resto, Tom Boonen, che alla Parigi-Nizza si è nascosto e ha fatto in modo di mettersi un po' di chilometri nelle gambe.

Il team Sky di Froome e di tante altre superstar si è sgonfiato sotto l'acqua di Porto Sant'Elpidio. Cosa è mancato alla squadra britannica per sbaragliare la concorrenza come era nella previsioni della vigilia?

Intanto, cominciamo con il dire che il team Sky ha vinto la Parigi-Nizza con Richie Porte, quindi proprio male in ogni caso non gli è andata. In Francia, la squadra britannica ha tenuto più o meno lo stesso atteggiamento che ha tenuto in Italia, con l'unica differenza che da quelle parti è riuscita a portare a casa il risultato pieno, mentre alla Tirreno è andata meno bene, ecco tutto. E Froome è arrivato secondo in classifica generale, non ultimo. Diciamo che non ha fallito il team Sky, ma che è stato bravo Nibali ad avere la meglio su una squadra che in effetti sembrava imbattibile.

Ieri molti corridori si sono lamentati per le difficoltà della tappa che prevedeva il passaggio dal muro di Sant'Elpidio a Mare (365 metri con punte di pendenza del 30%). La lotta al doping non dovrebbe cominciare proprio dal ridimensionamento dell'impegno richiesto agli atleti?

Sì, c'erano delle pendenze molto dure, ma la causa principale del disagio dei corridori è stata il maltempo, che non ha concesso loro tregua nel momento più difficile del percorso. La gara era senz'altro difficile, certo che sì, ma se fosse stata una bella giornata probabilmente non avremmo visto i ciclisti mettere i piedi a terra. I muri delle Fiandre sono anche peggio di quello di Sant'Elpidio a Mare. C'è di peggio anche altrove.

Non credo che in questo caso si possa fare riferimento al doping. Nel ciclismo è previsto il sacrificio, altrimenti sarebbe un altro sport. Piuttosto, mi è dispiaciuto e non poco che sia stato squalificato Taylor Phinney. E' vero, è arrivato fuori tempo massimo, ma per quattro ore ha pedalato da solo e ha tagliato comunque il traguardo con soltanto due minuti di ritardo sul tempo consentito dal regolamento. Speravo che in un caso come questo, la giuria potesse chiudere un occhio, peccato.

Da tempo si parla della necessità di rivedere il calendario internazionale per evitare sovrapposizioni inutili e dannose. Possibile che una corsa come la Parigi-Nizza si svolga negli stessi giorni della Tirreno-Adriatico?

E' sempre stato così. C'è da sempre questa divisione tra le due corse. E oggi ci sono anche supercorazzate da trenta corridori che possono coprire due o tre impegni contemporaneamente. No, non credo sia questo il problema. Sono scettico invece sulla scelta di aver spostato la Milano-Sanremo alla domenica, dopo che per anni si è svolta di sabato. Nella stessa giornata, il pubblico dovrà scegliere tra Formula 1, calcio e ciclismo. Chissà come andrà a finire.

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Dario Pelizzari