Kostner: ingenua o colpevole?
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Kostner: ingenua o colpevole?

L'ex compagna di Alex Schwazer ha dichiarato di non sapere che il maratoneta facesse uso di doping. Ipotesi possibile, oppure no? Il parere del medico dello sport Giulio Sergio Roi

La bufera che si è scatenata sul caso Schwazer, il campione olimpico della 50 Km a Pechino che è stato sospeso dal Coni nell'agosto 2012 perché positivo a un controllo antidoping, rischia di mandare gambe all'aria una fetta importante dello sport italiano. Tra le vittime vere o presunte di questo giallo da esportazione, ci sarebbe anche Carolina Kostner, bronzo del pattinaggio ai Giochi di Sochi 2014 e compagna di Alex Schwazer all'epoca dei fatti. Su di lei, graverebbero accuse pesanti, che vanno dal favoreggiamento alla mancata collaborazione. Nel corso dell'interrogatorio davanti ai Nas di Firenze e Trento, l'atleta di Bolzano ha parlato di “un macchinario di  colore bianco, elettrico, dal quale partiva un tubo flessibile collegato a una maschera facciale che metteva sul viso per l’intera durata della notte”. Gli addetti ai lavori la chiamano “camera ipobarica”. Di cosa si tratta e quali effetti produce?

“La camera ipobarica – spiega il medico dello sport esperto in valutazione funzionale Giulio Sergio Roi - è un dispositivo collegato a bombole che contengono gas presenti nell'aria con una concentrazione però d'ossigeno più bassa di quella che potremmo respirare a livello del mare. Gli effetti? Simili a quelli che si ottengono in alta montagna. Si verifica uno stimolo all'eritropoiesi, vale a dire al processo che porta all'aumento dei globuli rossi nel sangue. Dunque, migliora la capacità del trasporto dell'ossigeno, che è correlata a un aumento della potenza aerobica. Un vantaggio non di poco conto per chi pratica sport di resistenza come la maratona”.

Quali sono i rischi che si corrono nell'usare un simile strumento?
“Il rischio teorico, prodotto dall'ispessimento del sangue, è la tromboembolia, l'occlusione cioè di vasi periferici causati da un trombo. Ma è un rischio che è presente quando l'ematocrito supera quota 52-53, non accade spesso. Insomma, non credo che si tratti di una pratica pericolosa. Al di là dei giudizi di merito, penso che sia eticamente discutibile perché implica un intervento economico di tutto rispetto. Comprare una macchina come quella non è come acquistare scarpe da corsa”.

E' possibile che un'atleta dell'esperienza della Kostner non sapesse di cosa si trattava?
“A mio parere, sì. Gli atleti sono molto ingenui e spesso hanno a che fare con procedure mediche specialistiche. Non bisogna pensare sempre alla malafede. D'accordo, è difficile che non si siano detti tutto, va bene, ma stavano insieme, ci sta che non sapessero tutto l'uno dell'altro. E poi, mi lasci dire, non possiamo giudicare le intenzioni. Stiamo parlando di ragazzi, hanno a che fare in alcuni casi con cose più grandi di loro. Seguono mode e i consigli di amici e cattivi consiglieri”.

Schwazer colpevole a... metà?
“Sia chiaro: Schwazer è colpevole perché ha fatto una porcata. Però capisco perché le fanno. Ripeto, spesso gli atleti come lui non sanno quali sono gli effetti collaterali delle sostanze che assumono e delle pratiche che seguono. E' un problema complesso, più di quanto sembri a una prima lettura. Le responsabilità sono dei loro entourage, delle persone che li seguono nel quotidiano. In ultima analisi, c'è una legislazione e va osservata: chi sbaglia, deve essere punito. Schwazer ha fatto una cosa che non doveva fare rispetto alla Nazionale e alle persone che gli vogliono bene. Ora è giusto che lui paghi. Ma da qui a dire che debba essere punita anche la sua fidanzata, be', ce ne passa”.

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Dario Pelizzari