Franco Casalini: "Il mio Palalido"
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Franco Casalini: "Il mio Palalido"

Lo storico impianto nei ricordi di chi l'ha vissuto molto da vicino, da tifoso e da coach

Per tutti è sempre stata la casa dell'Olimpia, ma a inaugurare il Palalido furono in realtà gli acerrimi rivali e cugini dell'All'Onestà Milano, che l'8 dicembre 1960 affrontarono il Sant'Albino Monza in un incontro di serie B con inizio alle 16. Questione di poche ore, perché immediatamente a seguire ecco scendere sul parquet proprio le mitiche "Scarpette Rosse" del Simmenthal, opposte all'Ignis Varese per la prima di una serie di incandescenti sfide che hanno entusiasmato tanti appassionati di pallacanestro.

Se si è stati seduti su quelle gradinate, difficile ora non provare una nostalgica fitta al cuore passando davanti al cumulo di macerie che troneggia definitivamente da domenica 30 settembre in piazzale Stuparich al posto del vecchio Palalido. Sentimento condiviso da Franco Casalini, milanese doc, oggi commentatore televisivo dopo tante trionfali stagioni al fianco di coach Dan Peterson sulla panchina dell'Olimpia, seguite da una Coppa dei Campioni e uno scudetto vinti da capo-allenatore:

"Sono passato davanti all'impianto poche settimane fa", ci racconta al telefono, "e mi sono sentito come Jacques Perrin quando si ritrova davanti al Nuovo Cinema Paradiso ormai in rovina...".

In un gioco di flash-back come quelli del film di Tornatore, qual è la prima immagine che le viene in mente del Palalido?

"Quella di me undicenne che ci entro per la prima volta in occasione di un Simmenthal – Stella Azzurra Roma. Abituato alle palestrine, mi sembrò un impianto stellare, e di stelle infatti ce ne sono passate tante".

Tra tanti campioni, quali ricorda di più su quello storico parquet?

"Difficile rispondere, sono una miriade, però possiamo provarci... Visto dalle tribune dico Bill Bradley: ammirarlo sul parquet del Palalido era un avvenimento, anche perché giocava solo nelle partite di Coppa dei Campioni, quella che fece appunto vincere al Simmenthal nel 1966. Visto dal campo dico invece Mike D'Antoni, il giocatore che più di tutti ha segnato l'epopea vincente dell'Olimpia negli anni in cui sono stato seduto sulla panchina di Milano".

La partita che le torna subito alla memoria tra quelle vissute da protagonista al Palalido?

"Anche qui c'è solo l'imbarazzo della scelta. Tuttavia la prima partita in assoluto a ritornarmi alla mente è quella della vittoria dello scudetto del 1986 contro Caserta, conquistato proprio al Palalido al termine di una serie ad altissima tensione. E poi nel 1985, nell'anno dello scudetto firmato anche e soprattutto da Joe Barry Carroll e della nevicata che fece crollare il Palazzone, mi ricordo un  tosto quarto di finale giocato contro la Virtus Bologna, da cui eravamo stati beffati in finale la stagione precedente".

Palalido è stato anche tante volte sinonimo di derby, l'ultimo dei quali disputato il 24 febbraio 1980: Billy Milano – Amaro 18 Isolabella 114 a 109...

"Confermo la mia presenza al fianco di coach Dan Peterson... Scherzi a parte, parlando di derby mi ricordo però di più il primo visto da tifoso al Palalido con gli americani sul parquet e un grande Joe Isaac che fece vincere la Pallacanestro Milano, alias All'Onestà, sul mio Simmenthal".

Al di là delle sfide epiche e dei tanti campioni sul parquet, sicuramente fondamentali, che cosa a suo avviso rendeva così speciale l'impianto milanese ora abbattuto?

"Il fatto che, insieme con il PalaDozza di Bologna, è sempre stato l'unico impianto in Italia in cui da qualsiasi posto vedevi e vivevi la partita come se fossi in campo. Regalava a tutti gli spettatori un colpo d'occhio unico, che moltiplicava le emozioni. Però - come si dice - il futuro è dei giovani e ormai era un impianto inadeguato... per quanto mancherà non poco a noi che l'abbiamo vissuto così intensamente e lungamente".

Che ne pensa di quello che lo sostituirà, dalla forma d'astronave e con una prevista capienza massima di 5.420 spettatori?

"Che sarà sicuramente un impianto moderno e funzionale, anche se posto in una zona ad alta congestione di traffico... Ma attendiamo e vediamo, con l'augurio che le nuove generazioni si affezionino al nuovo Palalido come noi lo siamo stati al vecchio".

Al proposito, coach Scariolo si è lamentato per i soli 3.600 spettatori accorsi al Forum domenica scorsa all'esordio in Campionato: vecchia e annosa questione quella dell'Olimpia e del pubblico...

"Concordo sull'annosa e vecchia questione: accadeva anche ai nostri tempi d'oro (raccontati dallo stesso Casalini nel libro "E via... verso una nuova avventura!", ndr) di giocare le partite meno importanti in un'atmosfera glaciale, con il Palazzone praticamente vuoto... Milano è una metropoli che offre mille altre distrazioni: lo zoccolo duro è sempre stato di 3-4 mila persone, e l'Olimpia dell'era Armani è stata brava a ricrearlo dopo tempi bui per il club. Se poi si vince e se la squadra sa farsi amare (e questa parrebbe avere le caratteristiche giuste in tal senso), allora aumentano anche le presenze nei match non di cartello: da queste parti è sempre stato così".

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Paolo Corio