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Zhong Zhi/Getty Images)
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Le follie di Fognini e la Davis

Il dito medio a Shanghai è solo l'ultima sciocchezza. Ma sono fatti suoi, tranne la maglia azzurra che non merita

Fognini ed il dito medio a Shanghai, Fognini che ulra contro il padre a Montecarlo, Fognini che minaccia l'arbitro a Madrid, Fognini che spacca la racchetta e insulta il supervisor a Wimbledon, Fognini che dà dello zingaro ad un avversario ad Amburgo. Ormai dovremmo averci fatto il callo ma le follie di Fabio Fognini riescono a sorprenderci. Un po' perché sono sempre peggio, come se se volesse scavare andando oltre il fondo dopo averlo toccato. Un altro po' perché vorremmo capire quale sia il limite per cui l'Atp o almeno la Federazione Italiana Tennis decidano che sia arrivato il momento di intervenire.

De mesi leggiamo analisi sul giovane di Arma di Taggia. C'è però una cosa che va chiarita, prima di tutto.

Il tennis è uno sport singolo; ognuno gioca solo per se. Da questo punto di vista Fognini può dirsi soddisfatto della sua carriera. Bravo è bravo (ormai viaggia stabilmente tra la 15^ e la 20^ posizione del mondo), ricco è ricco (anche quest'anno ha superato il milione di euro incassati solo di premi), famoso è famoso (nel bene o nel male resta il miglior tennista italiano) quindi perché volere di più? Perché crescere anche di testa per cercare di diventare davvero un grande? Perché lavorare e cercare di regalare un titolo del grande slam all'Italia dopo quasi 40 anni? Nessuno può mettere in discussione questa cosa. Fognini deve gestirsi la sua carriera da solo, libero di fare e disfare.

Libero anche di spaccare racchette, insultare arbitri ed avversari, perdere partite con il numero 553 del mondo. Libero. E solo, come quando entra in campo. Le critiche quindi sul suo talento, le sue possibilità, etc etc etc restano solo nel campo della teoria (se non sconfinano già nell'errore)

Una cosa però gli si può, anzi, gli si deve proibire; rappresentare l'Italia in Coppa Davis. In quella tre giorni Fabio non gioca per se, gioca per un paese. Rappresenta un paese. Ed essere "rappresentanti" significa in ogni luogo, associazione, posto di lavoro o quel che volete, rispettare e seguire delle regole comportamentali. Siamo certi che, tanto per fare un esempio, Antonio Conte uno come Fognini in nazionale non lo porterebbe mai e poi mai dopo una sequela di gesti simili.

Claudio Barazzutti invece la pensa in maniera diversa. Siamo sicuri che sia la scelta giusta? Siamo convinti che la grande partita con Murray dello scorso aprile in Davis valga qualsiasi follia?

Fognini dovrebbe essere escluso dall'azzurro non per un castigo o per farlo crescere. Non stiamo parlando in questo caso del "suo" bene, ma di quello dell'Italia e di tutto il movimento

Va escluso perché non può rappresentarci. Punto

Per il resto continui pure a fare tutti i gestacci che vuole. Chi si accontenta...

Il "dito medio" di Fognini a Shanghai

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Andrea Soglio