Autofinanziamento nello sport, limiti e virtù
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Autofinanziamento nello sport, limiti e virtù

L'esperienza della ciclista Fabiana Luperini, vincitrice di 5 Giri d'Italia e 3 Tour de France, dimostra che l'Italia non è ancora pronta per il crowdfunding. Risultato: niente denaro, ma tanta visibilità

Una sottoscrizione popolare per raccogliere il denaro necessario a finanziare le proprie imprese sportive. Ma anche per catturare l'attenzione della stampa verso gli sport meno popolari, spesso costretti a inventare strade nuove per colmare le lacune del bilancio. L'idea porta la firma di Fabiana Luperini, una delle cicliste più titolate del nostro Paese, che il 12 giugno scorso ha dato il via a una raccolta fondi sul sito eppela.com per aprire anche in Italia una strada che altrove, vedi Stati Uniti, funziona da anni. I numeri dicono che finora non è andata benissimo.

Luperini, come è nata questa iniziativa?

“Mi è stata proposta da un amico. Sapevo che nessun atleta italiano aveva mai fatto nulla di simile e ho deciso di provare. Il mio principale obiettivo era fare pubblicità al ciclismo femminile e poi mi piaceva il fatto che la gente potesse sostenermi più del solito in occasione del mio ultimo Giro d'Italia”.

Crede che lo sport italiano abbia bisogno del finanziamento popolare per raggiungere i risultati che merita?

“Penso che un progetto del genere possa essere utile per gli sport minori. Certo, il calcio non ne ha bisogno. Inoltre, credo che sia un modo per ridurre le distanze tra gli atleti e i propri tifosi. Ci sono alcune discipline che non hanno la fortuna di avere un grande pubblico e un'iniziativa come questa potrebbe aiutarle ad avere maggiore visibilità”.

A 8 giorni dalla conclusione della raccolta fondi, non sembra che le cose vadano molto bene. Finora ha raccolto 1100 euro sui 15mila che si era posta come traguardo. Cosa non ha funzionato?

“Pensavamo di ottenere un risultato migliore, non lo nascondo. Evidentemente, lo sport italiano non è ancora pronto per iniziative di questo tipo. So che negli Stati Uniti funzionano molto, ma qui la realtà è diversa, per molte ragioni. Va anche detto che in un momento così difficile per l'economia era tutt'altro che semplice riuscire a contare sulla generosità degli appassionati. E poi, ci sono le difficoltà tecniche. Ho provato anch'io a fare un'offerta, ma non ci sono riuscita. E come me, altre persone che volevano fare lo stesso. Diciamo che non siamo abituati a fare questo tipo di cose. Tra connessioni, password e quant'altro, molti avranno lasciato perdere”.

Perché vuole raggiungere i 15mila euro?

“Mi è stato consigliato da chi lavora nel settore. Anzi, volevano che chiedessimo di più, ma a me sembrava esagerato. Cosa ne avrei fatto del denaro? L'avrei usato per portare avanti le mie iniziative. In cambio, avevo promesso una serie di cose a seconda dell'ammontare dell'offerta. Parlo di magliette, autografi, poster e tanti altri regali. Ripeto, era un modo per avvicinare le persone al ciclismo femminile. Tuttavia, i numeri dicono oggi che non è il canale giusto. Ringrazio coloro che ci hanno creduto e mi hanno sostenuta nel progetto. Ricordo che se non non saranno raggiunti i 15mila euro, il denaro promesso nelle offerte non diventerà una donazione a tutti gli effetti”.

Eppure, almeno un risultato l'ha ottenuto. Grazie a questa iniziativa, si è parlato del ciclismo femminile. E di lei. Domani inizia il suo ultimo Giro rosa. Dove vuole arrivare?

“Il Giro d'Italia è stata la corsa che mi ha dato maggiori soddisfazioni e per questo mi piacerebbe onorarla nel migliore dei modi. Devo fare i conti però con il fatto che ho 40 anni e che saranno in gara atlete molto più giovani di me. Mi sono preparata bene, ma non sarà facile fare meglio di ragazze che hanno la metà dei miei anni. Il mio domani? Mi piacerebbe rimanere nell'ambiente, magari come direttore sportivo. Ma sono pronta a fare anche altro. Nelle prossime settimane, deciderò”.

Twitter: @dario_pelizzari

LA NOTA IN MERITO DI EPPELA

Ci dispiace apprendere dalle pagine web di Panorama.it che la signora Fabiana Luperini sia così scontenta della sua avventura su Eppela.

Non meriterebbe risposta l’affermazione della sig.ra Luperini secondo la quale la sua campagna di crowdfunding non ha avuto successo a causa di “difficoltà tecniche”. A dimostrazione del contrario, infatti, abbiamo centinaia di campagne andate a buon fine con progettisti entusiasti e finanziatori soddisfatti delle ricompense ricevute.

Ma non solo. Il nostro staff è a disposizione per qualsiasi tipo di informazione, aiuto e assistenza possibili: sicuramente sono stati messi a disposizione anche della campagna della sig.ra Luperini che ha quindi ricevuto tutti gli strumenti necessari per essere perfettamente in grado di raccontare la propria campagna e invogliare i sostenitori.

Ovviamente, pubblicare il proprio progetto su una piattaforma di crowdfunding non è sufficiente. Questo lo sanno non solo gli addetti ai lavori, ma anche coloro che si avvicinano ad Eppela che ricevono al momento della pubblicazione tutte le indicazioni necessarie e indispensabili per far sì che la campagna vada a buon fine.

Il progetto della sig.ra Luperini, forse, non è stato ben comunicato e non ha creato nei fan il coinvolgimento necessario. Questo si poteva ottenere spiegando in maniera più chiara e approfondita quelle che erano le finalità della campagna di crowdfunding. Ovvero:a cosa sarebbero serviti i soldi raccolti dalla sig.ra Luperini?Il nostro staff spesso ha messo in guardia la progettista dei rischi di un progetto non chiaro. Insieme a ricompense che facciano sentire speciale e unico il sostenitore, un obiettivo trasparente è parte integrante di una buona campagna.

Eppela e tutto il suo staff rimane a disposizione della sig.ra Luperini per qualsiasi chiarimento, ammesso che in questo momento resti qualcosa ancora da chiarire.

LA RISPOSTA DELLA LUPERINI

Fabiana Luperini, dispiaciuta per i fraintendimenti provocati dalla sua intervista, esprime dalla prima tappa del Giro d’Italia femminile il suo rammarico e tiene a precisare quanto espresso nella conversazione con il giornalista Dario Pelizzari, autore del pezzo, con la seguente dichiarazione: “Mi dispiace che le mie parole possano avere dato adito a un fraintendimento. Probabilmente non sono stata abbastanza esplicita. Ci tengo perciò a precisare che non ho mai pensato che EPPELA, primo sito italiano di crowfunding, non funzioni né che sia particolarmente difficile il suo utilizzo. Quello che intendevo dire è che forse il mio pubblico e gli appassionati di ciclismo non sono particolarmente abili nell’utilizzo della rete e dei nuovi strumenti da essa offerti come le piattaforme di crowdfunding”.

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Dario Pelizzari