Elia Viviani: 'Ecco gli Oscar del ciclismo 2012'
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Elia Viviani: 'Ecco gli Oscar del ciclismo 2012'

Sagan il "best act", Armstrong e doping i peggiori. Il talento azzurro (dopo la prima Olimpiade) tira le somme sulla stagione delle due ruote

Le immagini impresse nella mente sono quelle delle basette di Wiggins, davanti a tutti al Tour e a Londra, delle imprese di Boonen, del riscatto di Gilbert e del ritorno di Contador. Del 2012 del ciclismo, anno di grazia dello sport a due ruote, ci ricorderemo le vittorie dei grandi nomi ma anche la sconfitta, umana e sportiva, dell'ex-fenomeno Lance Armstrong. E allora come sempre a fine anno è tempo di stilare classifiche e di fare bilanci.

Elia Viviani, veronese classe 1989, corre da tre anni tra i professionisti ed è considerato dagli addetti ai lavori il futuro del ciclismo italiano. Quest'anno per Elia sono arrivate le vittorie, la partecipazione alle Olimpiadi (dove ha sfiorato la medaglia) e le copertine, ma lui mantiene la spontaneità di chi ancora deve scrivere le pagine più importanti della sua carriera, e riesce a guardare colleghi e avversari con gli occhi di un ventitreenne che ama il mondo del ciclismo...

Alllora Viviani, proviamo ad assegnare gli Oscar del ciclismo 2012. "Best moments", i tre momenti più belli...

"Il Tour de France vinto da Wiggins, Il Mondiale di Gilbert e la campagna del nord di Tom Boonen. Sono questi i momenti che hanno fatto bene al ciclismo...".

In che senso?

"Boonen è stato il campione delle classiche e ha catalizzato l'attenzione sul ciclismo nella prima parte di stagione. Wiggins invece ha dimostrato che con il lavoro e la preparazione si può vincere un Tour pur venendo dalla pista. Infine Gilbert ha tirato fuori la sua classe contro tutto e tutti".

Il miglior italiano?

"Sicuramente Nibali. Con il podio al Tour de France ha fatto vedere a tutti il suo valore. Personalmente conosco Vincenzo da tre anni ed essendomi allenato insieme a lui posso dire che è maturato tantissimo. Ha dimostrato di essere capace di essere un leader anche in una corsa a tappe".

E infine il "Best act", il numero uno...

"Dire Wiggins sarebbe scontato. Per questo scelgo Peter Sagan. Le sue imprese, tra cui le tre tappe vinte al Tour, il suo stile e il suo modo di essere sono quello che serve al nostro mondo. E' uno che fa appassionare la gente".

Il peggiore del 2012 è sicuramente Lance Armstrong con i sette Tour ritirati. E' l'ennesimo duro colpo per gli appassionati...

"La mazzata è arrivata, ma sui ciclisti di dieci o quindici anni fa. Su questo punto voglio essere molto chiaro: oggi il ciclismo è cambiato. La riprova è il fatto che adesso un giovane può entrare nel circuito e vincere già al primo o al secondo anno, esattamente come è capitato a me. Solo qualche anno fa era impensabile... Com'era impensabile vedere tappe dei grandi giri con i big stremati al traguardo".

Alcuni hanno sollevato qualche dubbio anche nei confronti di Wiggins...

"Queste voci mi sembrano assurde. Se un'atleta non risulta positivo ai controlli sono solo chiaccere. Detto ciò è evidente che il caso singolo può e potrà ancora esserci. Quello che voglio assolutamente smentire è l'esistenza di un sistema doping nel mondo del ciclismo, anzi. Oggi i regolamenti sono talmente severi che le squadre ci controllano anche le ricette del medico di base. Insomma, se uno vuole prendere qualche sostanza se la deve cercare da solo".

Veniamo alla tua stagione. Il "best moment"di Elia Viviani?

"Troppo facile, la settimana di Londra. Ero alla prima Olimpiade, non è arrivata la medaglia ma il ricordo di quei giorni penso che per un bel  pò di tempo non se ne andrà via".

Qualche rimpianto per il risultato finale?

"Diciamo di no. D'altronde l'Omnium è una prova (su pista ndr) composta da 5  gare. Prima dell'ultima ero primo. Putroppo il chilometro da fermo non è la mia specialità e alla fine mi sono ritrovato sesto. E' andata così".

Impossibile chiedere di spiegare cosa si prova ad una Olimpiade?

"Vero, ma ci provo: alle Olimpiadi ogni disciplina, ciclismo compreso, sembra qualcosa di piccolo che diventa grande solo perchè si unisce con tutti gli altri sport. E' come se tutti gli atleti gareggiassero nella stessa gara, per le stesse medaglie. La popolarità che ne deriva è incredibile, soprattutto in patria. E poi c'è il vilaggio...".

Ci sono campioni che incrociavi regolarmente, magari a pranzo o a colazione?

"Non so se fosse perchè avevamo orari simili, ma Phelps lo vedevo praticamente tutti i giorni... Mica male! Tra gli italiani invece ho conosciuto la Pellegrini, Filippo Magnini, la Vezzali... La cosa particolare è che puoi parlarci nel quotidiano, come se ci si conoscesse da una vita. Spesso sono addirittura loro che ti chiedono se va tutto bene".

Dopo le fatiche di una stagione cosa fa un ciclista nel periodo di riposo?

"In realtà il vero riposo è a novembre visto ora sono già in fase di preparazione. Per il resto cerco di ricaricare le batterie: famiglia, amici... Adoro giocare a tennis".

Nel 2013 ti concentrerai maggiormente sulla gare su strada...

"Non voglio abbandonare la pista ma se devo trascurarla è meglio farlo quest'anno che siamo lontani dalla Olimpiadi. Salterò qualche appuntamento per provare a fare buoni risultati nelle classiche e nei grandi giri...".

Che poi è il passaggio che ha fatto Wiggins...

"Lui era più specialista di quanto non lo sono io, pesava 10 chili più di adesso, quindi in teoria ha dovuto faticare maggiormente. Certo che se riuscissi a raggiungere anche la metà dei suoi risultati...(ride nda)".

Stato civili attuale?

"Fidanzato, e felice, con Elena Cecchini, ciclista. Sicuramente avere una ragazza come lei vicino, mi facilita le cose perché è davvero speciale; certo, durante la stagione dobbiamo organizzarci bene per riuscire a vederci, ma tutto funziona”.

Se i Maya avessero ragione... L'ultimo desiderio prima della fine del mondo?

"Vestire la maglia iridata. Non importa in quale specialità. Il mio sogno è vincere il Mondiale portando in alto i colori dell'Italia... Maya permettendo".

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Teobaldo Semoli