Edoardo Molinari: "Vinco grazie a Del Piero"
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Edoardo Molinari: "Vinco grazie a Del Piero"

Fratello di Francesco, il golfista torinese impegnato in questi giorni agli Open d'Italia ci rivela segreti e passioni. Partendo dalla Juventus

Alla Mandria, parco naturale tra i più grandi e visitati della Penisola, è arrivato il golf internazionale. L'occasione, il 70° Open d'Italia Lindt (19-22 settembre), la tappa italiana del prestigioso European Tour. Sui campi del Circolo Golf Torino, una vera e propria istituzione per chi pratica lo sport delle palline e dei bastoni, si confrontano alcuni dei migliori giocatori continentali. Tra loro, i due italiani più titolati del momento, Matteo Manassero e Francesco Molinari. Il terzo, Edoardo Molinari, fratello di Francesco e uomo simbolo della diffusione del golf nel nostro Paese, è costretto ai box da un infortunio che l'ha costretto a saltare diversi tornei nelle ultime settimane. Seguirà il torneo dalla tv, anzi, in tv, perché è stato “arruolato” da Sky come commentatore. Prima di dedicarsi al microfono, Edoardo, Dodo per gli amici, ha incontrato la stampa negli spazi della Lavazza, major sponsor dell'evento. Ecco il resoconto dell'intervista che il golfista ha deciso di rilasciare a panorama.it.

Come procede il recupero dall'operazione alla mano sinistra?

“Direi, bene. Tra tre settimane dovrei cominciare a tirare qualche colpo pieno e se tutto gira per il verso giusto potrei riprendere a gareggiare da metà novembre. Probabilmente, inizierò a fare sul serio in Sudafrica. Spero ovviamente che tutto vada secondo i piani. Certo, una cosa è ricominciare a giocare e un'altra è raggiungere risultati importanti. Mi hanno già operato alla mano un anno fa. Conto di tornare meglio di prima”.

Per lei, tutto o quasi è cominciato al Circolo Golf Torino. Erano gli anni Ottanta. Altra Italia, altro golf.

“Da allora, è cambiato tantissimo. Il golf sta finalmente diventando uno sport popolare. Se ne parla sui giornali, in tv. Quando ero bambino, mi ricordo che il golf lo facevano vedere in seconda serata su Canale 5. Ora invece la situazione è cambiata drasticamente. E credo che questa inversione di tendenza abbia avuto inizio nel novembre del 2009, quando ho vinto la Coppa del mondo con Chicco (ndr, il fratello Francesco). C'è stato da quel momento un cambiamento epocale. Sempre più gente si è avvicinata a questo sport e le cose continuano a migliorare”.

Francesco, detto Chicco, ed Edoardo, detto Dodo. I fratelli Molinari hanno contribuito a sdoganare uno sport che per anni è stato considerato inavvicinabile dai praticanti della domenica perché troppo costoso da praticare. Ci dica che è davvero così.

“Confermo. E riconosco che buona parte del merito sia nostro. Perché la situazione è cambiata quasi di colpo. Nel giro di un anno, il golf in Italia ha preso il volo. Ora la gente mi riconosce per strada. Il prossimo passo? Costruire campi pubblici nelle grandi città. Sarebbe la svolta definitiva”.

Golf, lezione numero 1: cosa e quanto.

“All'inizio non serve quasi nulla. Perché i bastoni si possono noleggiare senza spendere grandi cifre. L'unica spesa è data dalle lezioni con il maestro. I primi tre mesi si fa fatica. Poi, comincia il divertimento. Lo ripeto ai miei amici che vogliono iniziare a 30-35 anni. Tenete duro, che poi viene il bello. Se resistono, poi mi danno ragione. Quando si inizia a vedere la palla volare diventa come una droga. Fai fatica a smettere”.

Il dove? Come scegliere il circolo?

“Consiglio di iniziare da un campo pratica, basso profilo. Perché i circoli storici sono ancora abbastanza esclusivi. Potrei fare però i nomi di tre-quattro circoli a Torino dove con 500 euro giochi per tutto l'anno quando vuoi, senza limite. Il costo iniziale è quello. Ripeto, gli attrezzi si possono noleggiare. E se si volessero acquistare, al giorno d'oggi con circa 2-300 euro puoi avere una sacca abbastanza completa per andare in campo a divertirti”.

Ecco, avviso a coloro che non conoscono da vicino il golf e che decideranno di assistere gratuitamente agli Internazionali d'Italia. Non vi spaventate, il Circolo Torino fa storia a sé.

“Be', il Torino è uno dei circoli di cui parlavo prima. Uno dei migliori del Paese. E' come andare a vedere per la prima volta il tennis a Wimbledon. Non puoi pensare di imparare a impugnare la racchetta da quelle parti senza pensare di spendere cifre importanti. Ripeto, il golf è ormai alla portata di tutti. Basta saper scegliere e non aver fretta di arrivare”.

Torniamo al campo. Più bravo lei o suo fratello?

“Più bravo Chicco. Per adesso. Ma nel 2010 sono stato avanti io per tutta la stagione. Ora voglio cercare di risolvere questi problemi fisici, poi ne discuteremo. Cosa invidio di lui come giocatore? Sicuramente la sua continuità. Da quando è diventato professionista ha avuto un crescendo di risultati. Oggi è tra i primi 40 al mondo. Io invece ho più avuto alti e bassi. Sono arrivato al 14° posto, ma bisogna riuscire ad arrivare ancora più su e rimanerci”.

Della sua passione per la Juventus si scrive e si parla da tempo. Ha seguito i bianconeri nella gara contro il Copenaghen?

“Credo che la questa Juve sia migliore di quella dello scorso anno, anche se Conte la pensa diversamente. E poi hanno un anno in più di esperienza in Champions e potrebbe tornare utile più avanti. A Copenaghen siamo stati molto sfortunati. Il primo tempo hanno giocato male, ma nel secondo hanno tirato una decina di volte in porta senza riuscire a metterla dentro. Sono fiducioso. Se continueranno a giocare così, non avremo problemi a passare il turno”.

E' stato tra coloro che hanno appoggiato la scelta della società del presidente Agnelli di consegnare a Carlos Tevez la “numero 10” che per una vita aveva indossato Del Piero.

“Credo che la numero 10 lo responsabilizzi, lo tenga tranquillo. Tutti sappiamo che Carlos è un po' una testa calda. Quando ho avuto modo di parlargli, mi è sembrato molto determinato. Per adesso, sta facendo benissimo”.

Meglio lui a golf o lei a calcio?

“Meglio Tevez. Io a pallone ero scarsetto”.

Ha imparato a gestire la pressione dei grandi eventi? Gianfranco Zola le è stato d'aiuto? Come si fa?

“Parlare con persone del calibro di Zola, ma pure di Del Piero quando giocavamo assieme, ti fa senz'altro crescere. Ci si confronta, si discute. Si cresce. Il segreto per tenere a bada l'ansia? Pensare che dopo quella prova, ne verrà un'altra e un'altra ancora. E che non è mai l'ultima occasione della vita”.

Dell'Edoardo Molinari golfista si sa tanto, forse tutto. Della sua vita privata, invece, si sa poco, quasi nulla. Com'è il Dodo Molinari nel quotidiano?

“Sono molto riservato. Non è un caso che si sappia così poco di me. Ho pochi amici ma molto fidati. E quando non sono in giro per il mondo a giocare, scelgo spesso di stare a casa con la mia famiglia. Non sono uno di quelli che va in discoteca e che fa le tre di mattina”.

Domande veloci per risposte velocissime. Cane o gatto?

“Cane, senza dubbio. Il mio si chiama Totò ed è un bulldog inglese”.

Vino o birra?

“Né uno né l'altro. Sono astemio. Giusto per fare un brindisi, ma finisce lì”.

Letta o Berlusconi?

“Dico Letta, tutta la vita. Diciamo che quando vado all'estero ne sento di tutti i colori sul Cavaliere”.

Elisabetta Canalis o Melissa Satta?

“La Canalis, mi piace di più”.

Roberto Baggio o Alex Del Piero?

“Del Piero, perché ha vinto molto di più. E' stato alla Juve per 18 anni. Lo seguo da sempre”.

L'ultima volta che ha pianto: amore o golf?

“Probabilmente per il golf”.

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Dario Pelizzari