Alex Del Piero, la mia Australia
tratto dal sito ufficiale www.scgt.nsw.gov.au
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Alex Del Piero, la mia Australia

Viaggio nel calcio che attira Pinturicchio dopo l'addio alla Juve. Prima di lui vecchie glorie e Benny Carbone. Giocherà nello stadio mitico dei Wallabies

C'è chi è sbarcato nella lontana Sydney e se n'è innamorato. E chi dopo un mese ha fatto i bagagli ed è tornato a casa anche se l'esordio non era andato così male. L'Australia che accoglie Del Piero fa uno strano effetto ai calciatori che scelgono di chiudere lì la loro carriera. E' la periferia dell'impero e la lontananza fisica, oltre che spirituale, dal vecchio mondo la rende a tutti gli effetti un esilio dorato.

Basta ascoltare le parole di Benny Carbone, uno che ha vestito le maglie di Inter, Napoli, Roma e respirato anche la Premier League, per capire che fascino e allo stesso tempo quale maledizione sia l'Australia per chi affronta il lungo viaggio. "Ho girato molto nella mia carriera, ma mi è capitato di piangere una sola volta quando ho lasciato l'Australia" ha raccontato Carbone che nelle ore della trattativa ha ricevuto la telefonata di Stefano, fratello e procuratore di Alex Del Piero, in cerca di informazioni su Sydney e dintorni.

Ecco il calcio che accoglierà gli ultimi passi del più grande giocatore della storia della Juventus. Un misto di provincia anglosassone e modernità. Lo Juventus Stadium? Alex non ne sentirà la mancanza calcando il prato del Sidney Football Stadium, costruito nel 1988 appena ribattezzato Allianz Stadium come quello di Monaco, ma che è un vero gioiello polivalente, diviso dalla squadra di calcio con i colossi del rugby tanto e sede dei match dei Wallabies, tanto che l'impianto è meglio conosciuto come 'Aussie Stadium' in onore della nazionale australiana.

Dietro il biglietto da visita c'è, però, un movimento che non è riuscito a crescere come voleva. Puntava ad essere un modello nell'Estremo Oriente prima di essere superato da Giappone e Cina. Ora cerca il rilancio e in una stella come Del Piero prova a trovare anche un testimonial da spendere per allargare i propri confini. Alex sarà chiamato a spendersi molto per insegnare calcio e spiegarlo ai ragazzi.

Una traduzione per i giocatori del Sydney Fc: girano per scuole e campetti di periferia, firmano autografi, si allenano con i ragazzini e, soprattutto, seguono da vicino un progetto di sviluppo giovanile nato nel 2008 e che mira a portare il calcio anche fuori dai grandi centri metropolitani in un Paese che è grande come un continente e nel quale la differenza tra Sydney, Melbourne e le campagne è abissale.

C'è stato un momento in cui i dirigenti del Sydney hanno ragionato come quelli del nascente campionato Usa degli anni Ottanta. Era il 2004 e il professionismo ha spazzato via alcuni club storici facendo sorgere altri. La storia del Sydney Fc è iniziata lì. Sono arrivati alcuni buoni nomi dall'Europa a fine carriera: Dwight York, Kazu Miura, Juninho Paulista, Benny Carbone e Pierre Littbarski, allenatore per un breve periodo. Oggi la stella si chiama Brett Emerton, ex del Feyenoord e del Blackburn. Lascerà la copertina ad Alex nella speranza di arricchire la bacheca in cui campeggia una Champions League oceanica (2005) e due titoli nazionali (2006 e 2010).

A Sydney Alex troverà anche una vecchia conoscenza: Zeljko Kalac, ex portiere di Perugia e Milan oggi preparatore dei portieri del club. Lui sa cosa significa convincere un'icona come Del Piero a salire sull'aereo per l'Australia: "Non penso che gli australiani possano capire quanto grande sia Del  Piero. E’ più di un giocatore, è un marchio. Del Piero può giocare  ancora 2-3 stagioni. Pensate cosa imparerebbero i giovani da lui" ha detto. Nei prossimi mesi capiranno.

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Giovanni Capuano