Agnelli, pace con Tavecchio e il futuro: "Viviamo per il prossimo successo"
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Agnelli, pace con Tavecchio e il futuro: "Viviamo per il prossimo successo"

Il presidente parla all'assemblea dei soci. Bilancio record, vittorie in campo e un allarme: il rischio di "restare lontano dai grandi club"

La Juventus festeggia per i successi del campo e per il bilancio record, quello dei 388 milioni di euro di fatturato e del secondo utile consecutivo. Nessuno nasconde il cammino fatto dal 2011 al 2016, ma Andrea Agnelli rilancia la sfida e torna a suonare un campanello d'allarme. Se è incontestabile, infatti, il processo di crescita (da 172 a 188 milioni il fatturato) la preoccupazione viene dal contesto.

"Siamo nella terra di mezzo, a metà strada tra l'ultimo vagone della prima classe è essere tra i vagoni di servizio" è la metafora utilizzata dal presidente juventino. La prima classe sono i grandi club europei, il resto è la realtà italiana che sta sempre più stretta alla Juventus, ma che può crescere. Con inattesa apertura, addirittura quasi una dichiarazione di voto, per Carlo Tavecchio che un anno fa era stato bollato come "inadeguato" a guidare il cambiamento e ora diventa "garanzia" perché le riforme si facciano. Una tregua tra Juventus e Figc dopo gli anni dello sconto anche cruento, pur con precisazioni e paletti da parte di Agnelli.

"Serve una nuova Champions"
In Europa oggi ci sono 8 club che fatturano oltre 400 milioni di euro, altri due (tra cui la Juventus nella forbice tra 300 e 400 e tutto il resto sotto, con solo 14 società che vivono oltre la soglia dei 150. Numeri che preoccupano chi sta cercando di colmare il gap. Agnelli ricorda le tutele degli altri ("Real Madrid e Barcellona non hanno perso nemmeno un euro nel passaggio della contrattazione dei diritti TV spagnoli da soggettiva a collettiva"), i mancati investimenti di grandi gruppi italiani e la crescita lenta del sistema rispetto agli altri. La Serie A ha accresciuto il valore dei diritti del 20% contro il +71% della Premier e il +50% della Liga.

"L'accordo fatto con l'Uefa per la nuova Champions è nell'interesse di tutti" attacca Agnelli, rispondendo anche a chi lo sta mettendo in discussione. L'obiettivo è far sì che la manifestazione, che ha un'audience superiore a quella della NFL, inverta la tendenza che la vede oggi fatturare la metà (2,4 contro 5 miliardi di euro). Come? Anche giocando in giorni e orari diversi da quelli tradizionali per andare incontro ai mercati crescenti dell'Oriente e degli Stati Uniti.

Il calcio italiano alla sfida della "nuova primavera"
La Serie A deve crescere più in fretta, accelerando il processo di riforme nel quale Agnelli nota di "non essere più voce fuori dal coro" anche se molte delle tematiche sollevate in questi anni sono ancora solo scritte nell'agenda e non realizzate. "Siamo potenzialmente all'inizio di una nuova primavera" dice "ma bisogna analizzare le potenzialità nella loro interezza".

Nel mirino i possibili ricavi dalla vendita dei diritti all'estero (170 contro i 600 della Liga spagnola). Il bando di gara sarà pubblicato tra primavera ed estate 2017 e le riforme saranno importanti per cercare di uniformare il sistema Italia al resto d'Europa.

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Giovanni Capuano