I 5 top e i 5 flop dell'11a giornata di serie A
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I 5 top e i 5 flop dell'11a giornata di serie A

Berardi segna tre gol e regala al Sassuolo la prima vittoria esterna. Toni sempre decisivo, Cambiasso rinato con Mazzarri. Tra i peggiori c'è Mario Balotelli

I TOP 5 DELL'UNDICESIMA GIORNATA 

Domenico Berardi (Sassuolo) - Il talento classe 1994 firma la sua prima tripletta in serie A che coincide con la prima vittoria esterna nella storia del Sassuolo. Talento puro e veloce mette in difficoltà più volte la retroguardia sampdoriana, troppo lenta per contenere i suoi dribbling. Va per due volte dal dischetto e non perdona. Se ne sentirà sicuramente parlare. 

Borja Valero (Fiorentina) - Che giocatore. Il talento puro del centrocampista spagnolo è in vetrina anche a San Siro. Dirige l'orchestra di Montella sbagliando pochi palloni e segna la rete del 2-0. Top player per classe e intelligenza, colpo di mercato che i Della Valle hanno soffiato ai grandi club europei. 

Esteban Cambiasso (Inter) - La squadra di Mazzarri vince anche a Udine schiantando l'Udinese con un 3-0 senza appello. Protagonista assoluto è il Cuchu che con il nuovo tecnico sta vivendo una seconda giovinezza. Tra i migliori in campo offre una prestazione che ricorda il miglior Cambiasso dell'era Mourinho: sostanza, qualità nei passaggi e un prezioso assist con la complicità di Brkic. 

Fabio Quagliarella (Juventus) - Tributo obbligatorio ad un giocatore che meriterebbe più spazio e sarebbe titolare inamovibile in gran parte delle squadre di serie A. Aspetta il suo turno in panchina senza lamentarsi e quando viene chiamato in causa trova sempre il modo per stupire. Il suo colpo preferito è il tiro da distanza siderale e anche contro il Parma il gol bianconero nasce da una sua prodezza tecnica: pallone sulla traversa e Pogba ringrazia mettendo in rete. Esplosivo. 

Luca Toni (Verona) - Nuovamente tra i migliori di giornata dopo la prova contro la Sampdoria. Si ripete con il Cagliari segnando un gol che esalta tutte le sue caratteristiche: lotta tra i centrali del Cagliari, svetta nel gioco aereo, difende il pallone e fa salire i compagni. Il Verona è a quota 22 e i tifosi scaligeri sognano in grande grazie al suo bomber. 

I FLOP 5 DELL'UNDICESIMA GIORNATA

Pedro Obiang (Sampdoria) - La Sampdoria crolla anche in casa contro il Sassuolo e la situazione dei blucerchiati si fa sempre più difficile. Tra le delusioni più grandi c'è la prestazione del centrocampista spagnolo, gioiello fatto in casa che dopo lo scorso anno a buoni livelli sta subendo una preoccupante involuzione. Insieme a Krsticic avrebbe dovuto comporre il duo di centrocampo del futuro ma anche contro gli emiliani ha offerto una prestazione insufficiente con tanti palloni sbagliati e poca cattiveria. 

Mario Balotelli (Milan) - Si parla troppo della sua vita fuori dal campo e poco delle prestazioni sottotono degli ultimi tempi. Contro la Fiorentina indispettisce per inutilità: discute sin dal primo minuto con l'arbitro, litiga con Rodriguez, non si rende mai pericoloso. Infine si fa ammonire per un'inutile spinta a Neto. Peggio di così non potrebbe andare, né per lui né per il Milan mai così male in campionato dal 1981. 

Onazi (Lazio) - Nuovo tonfo per la squadra di Petkovic che perde in casa contro il Genoa offrendo una prestazione altamente deludente. Emblema dell'involuzione biancoceleste è la prova del nigeriano che sbaglia troppi palloni e impedisce alla squadra di salire. Irriconoscibile e altamente inconcludente. 

Daniele Gastaldello (Sampdoria) - La Sampdoria vive una delle domeniche più difficili nella sua storia e tante colpe vanno anche al difensore veneto. Mai sicuro e spesso in ritardo mette in difficoltà tutto il reparto e soffre la velocità del talento Berardi. Delio Rossi faceva affidamento alla sua esperienza per guidare i giovani blucerchiati ma l'involuzione del capitano è evidente e le alternative mancano. Allarme rosso. 

Danilo (Udinese) - Il difensore brasiliano vive una domenica da dimenticare. Contro l'Inter è spesso fuori posizione e perde troppi palloni. Il collega Naldo gioca meglio ma il risultato finale è una difesa ballerina che l'Inter non fatica a punire per tre volte. Neanche il ritorno in porta di Brkic può evitare la caduta. 

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Matteo Politanò