Soundgarden in Italia: la recensione del concerto
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Soundgarden in Italia: la recensione del concerto

Il 4 di giugno l'Arena Fiera di Rho ha messo in scena il grande rock. Sul palco la band amata e discussa per le sue "derive" pop

Soundgarden, il ritorno. Chi ha amato la storica band diventata icona del rock con il brano "Black Hole Sun" e riunitasi dopo 16 anni dallo scioglimento (per soldi, per volontà, che importa!) hanno fatto rivivere le emozioni più autentiche e introspettive degli Stati Uniti, quelle che ci hanno conquistato negli anni '90 e che il grande pubblico, ahi noi, ha un po' dimenticato.

Un gruppo esattamente a metà strada tra il metal più aggressivo e una voce, quella di Chris Cornell, che fa accapponare la pelle dalla sua sua bellezza, un timbro e un'estensione che mette d'accordo tutti, anche i più lontani dal genere. "Abbiamo aspettato molto tempo per essere qui, siamo felici! Grazie Milano". E con "Spoonman" dimostra il suo reale entusiasmo.

Rientrati negli onori delle cronache musicali per la colonna sonora di "The Avengers" con la bellissima "Live to rise", tornano sui palchi internazionali con un tour europeo collocato nei Festival estivi che ha avuto inizio lo scorso maggio.

Siamo tra i pochi fortunati a aver potuto ascoltare la scaletta completa, due ore di musica e 19 brani (dalle 21.27 spaccate fino alle undici e mezza), da "Searching With My Good Eye Closed" alla chiusura più dark di "Slaves & Bulldozers". Emozioni, "cambi d'abito" nei generi in un concerto di qualità e sostanza.

Tra le reunion degli ultimi anni, incentivata dal nuovo mercato dei live che sovrasta quello delle vendite discografiche, non sono di certo tra i gruppi più acclamati. Ma la band statunitense riunitasi nel 2010 ha pronto un nuovo album (in uscita il prossimo ottobre) e ha ancora tantissimo da offrire.

In Italia che cresce sempre meno con il rock nel sangue, troviamo una band che a idee e energia non è invecchiata per niente. Risveglia antichi istinti sopiti dall'elettronica che pervade il mercato.

Il potere dei Soundgarden è vivo sopratutto dentro i suoi fan, che non hanno mai interrotto negli anni l'ascolto dei loro brani più celebri, rivissuti in platea come se fossero usciti un mese prima:

"Blow Up The Outside World" ha generato cori da stadio, costringendo la band a risuonarla perché il pubblico non smetteva di cantare.  "Feel on black" ha toccato corde emotive profonde, "Rusty Cage" ha ricordato l'anima più grunge che a sentirli oggi sembrano quasi irriconoscibili, classici e più commercialmente contemporanei insieme.

Le molteplici anime dei Soundgarden convivono in modo coerente, ugualmente amate dal pubblico, coinvolto e divertito. La fiamma riaccesa, se lo sono chiesti in molti là sotto insieme a noi, ritornerà mai a essere una grande fuoco?

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Alessandro Alicandri