Zara e la gaffe del bambino col pigiama a righe
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Zara e la gaffe del bambino col pigiama a righe

Il brand spagnolo ha messo in vendita una maglia da sceriffo che ricorda piuttosto quella indossata nei campi di concentramento nazista

Sotto alla stella appuntata al petto invece di gilet e camicia a quadri si trova una maglia a maniche lunghe bianca con righe nere orizzontali. Abbigliamento insolito per uno sceriffo del vecchio west e facilmente scambiabile con la drammatica divisa indossata dai bambini nei campi di sterminio nazista.

Da qui la valanga di polemiche piovute sul marchio Zara colpevole di aver messo in commercio in diversi paesi (tra i quali Israele) il "pigiama da sceriffo" meno credibile della storia dell'abbigliamento.

L'unica differenza tra il modello di Zara e la divisa nazista sta nella direzione delle righe: verticali nei campi di sterminio, orizzontali nel pigiamino low cost. All'interno della stella (tra l'altro a sei punte a differenza della classica appuntata sul petto dello sceriffo) si scorge a malapena la scritta "Sceriffo" e questo è bastato per mandare su tutte le furie i media israeliani in primis e la community web poi.

Il tribunale di Twitter è stato particolarmente duro nei confronti di Zara: "In quale campo di concentramento posso comprarla? È ridicola!" scrive qualcuno; "La vendono da abbinare ad un cappottino rosso?" commenta un altro; "Da quando gli sceriffi indossano una maglietta a righe?" si chiede un terzo in una lunga catena di considerazioni che sdoganano tutte le sfumature di "cattivo gusto".

Qualcuno si chiede anche come mai se se ne sono accorti tutti non ci abbiano pensato anche i creativi e i pubblicitari alle spalle del colosso spagnolo e perchè si sia arrivati a creare una sorta di caso internazionale intorno ad un pigiama per bambini.

Zara dal canto suo ha chiesto scusa e ha subito ritirato la maglia dalle vendite. Non è, però, la prima volta che il marchio è accusato di antisemitismo e razzismo malcelato. Di recente era stata messa in commercio una maglia con disegnato un orso col lo slogan: "Il bianco è il nuovo nero" e qualcuno già invoca il boicottaggio.

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Barbara Pepi