Yale University e la cover che indigna il mondo
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Yale University e la cover che indigna il mondo

A caccia di studenti poveri, ma brillanti l'Ateneo sbaglia la campagna mediatica

Nobile intento per una campagna che si è trasformata in un boomerang mediatico per la prestigiosa Università di Yale.

Sulla copertina della rivista bimestrale curata dagli ex studenti dell'Ateneo è stato rappresentato un uomo in giacca e cravatta che, con sommo sforzo, pare cercare di raccogliere i frutti più distanti di un'umile pianta, forse un melo.

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Lo spot recita: "Reaching beyond low-hanging fruit" e la didascalia parla della campagna che punta a reclutare all'interno del gotha dell'intellighenzia futura anche studenti che provengono da famiglie poco abbienti.

L'immagine, però, è risultata offensiva e si è scatenato un putiferio con l'accusa di classismo mossa ai danni degli ex studenti (non più di primo pelo) che curano la rivista. A stupire ed indignare è stata soprattutto l'ingenuità del messaggio formulato dalle menti prestigiose che escono dall'ottava università al mondo, la culla di cinque presidenti degli Stati Uniti, 19 giudici della Corte suprema e 51 premi Nobel.

L'idea di Yale come "salvatrice" della gioventù povera e ignorante rimanda al mito del buon selvaggio del Robinson Crusoe che "addomestica", dall'alto della sua infinita bontà, il povero Venerdì. Sono passati 300 anni dalla rivoluzione industriale che avrebbe dato speranza per un futuro migliore ai poveri e sempre tre secoli dal luddismo operario che temeva lo sviluppo, e l'ingenuo messaggio di Yale riconduce a quel periodo storico con disarmante anacronismo.

Con una retta da 44.000 dollari l'anno non sono in molti a potersi permettere Yale sebbene, di recente l'Università abbia introdotto le "quote poveri" ai quali vengono garantiti prestiti d’onore, rette agevolate, sconti ed esenzione. L'apetto peggiore, però, è la convivenza con gli studenti "ricchi" all'interno del campus. La cultura oligarca e snob che serpeggia tra gli eletti che frequentano l'Ateneo porta comunque a ghettizzare e mettere all'indice i pochi meritevoli che a colpi di borse di studio e tanti sacrifici riescono, comunque, a svolgere il proprio corsi di studi a Yale in maniera, spesso, più brillante di tanti figli di papà.

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Barbara Pepi