Vip e profumi, quando il testimonial è la migliore pubblicità
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Vip e profumi, quando il testimonial è la migliore pubblicità

Non c'è campagna di marchio alla moda che non abbia una celebrities sui manifesti: ricchi cachet che garantiscono però ottime vendite

Vi è mai capitato di chiedere a una persona: “Che profumo usi?” e di sentirvi rispondere il nome del testimonial anziché quello della fragranza? Nulla di più facile, perché ormai, la carta d’identità del profumo è il sex symbol che appare su cartelloni pubblicitari, bus, metropolitane, vetrine e campagne televisive con in mano il flacone. Ne sanno qualcosa i signori Dolce e Gabbana che con Matthew McConaughey e Scarlett Johansson ci sono andati a nozze. E che dire del bel tenebroso Ryan Reynolds che tra un film e l’altro si è fatto immortalare in giacca e cravatta con quel suo sorriso malandrino per la fragranza di Hugo Boss? Ma anche Chanel, i cui cortometraggi interpretati da professioniste del calibro di Nicole Kidman o Audrey Tautou hanno fatto storia. Jude Law è stato protagonista di un corto girato da Guy Ritchie per Dior Homme, così come Evan Rachel Wood e Chris Evans per Gucci. E la lista è lunga…

Le aziende sguazzano nei ricavi che garantiscono loro guadagni stratosferici. Certo, anche i cachet di questi attori e attrici, modelli o cantanti raggiungono cifre da capogiro. E’ chiaro che a loro non bastano i “milioncini” portati a casa grazie ai loro ruoli e alla loro bravura: un po’ perché vanesi e quindi ammirarsi sulle gigantografie che ricoprono interi palazzi non è mica male, un po’ perché, cosa vuoi, in tempi di crisi, bisogna pure arrotondare, sono davvero molti i vip che si buttano in questa seconda attività.

Calvin Klein, ad esempio, ha appena annunciato che l’attore Alexander Skarsgård - famoso per la parte di Eric Northman nella serie televisiva True Blood - sarà il protagonista della nuova campagna pubblicitaria mondiale per l’ultima fragranza maschile del brand, Encounter Calvin Klein; e Giorgio Armani con gli ultimi Giochi Olimpici ha voluto omaggiare le imprese degli atleti italiani creando la fragranza fresca e tonificante Armani Code Sport Athlete e scegliendo come testimonial il “nostro” nuotatore Luca Dotto.  E questi sono solo gli ultimi in ordine di tempo.

“Quello del profumo resta il segmento di mercato per il quale il valore del testimonial è ancora alto” afferma Andrea Bellavita, docenti di linguaggi e strumenti della comunicazione all’Università Cattolica di Milano, “il consumatore cerca un investimento aspirazionale ed è quindi più che naturale che cerchi di spostare la propria identità al testimonial che lo identifica”. Il profumo è uno degli oggetti più difficili da regalare, da acquistare e anche da vendere. “Ecco perché il testimonial diventa uno strumento inoppugnabile per riuscire a vendere di più: più il personaggio è famoso e riconoscibile, più ci si riconosce in lui e più, naturalmente, si opta per quel tipo di profumo”, conclude l’esperto.

Cosa significa essere testimonial di un profumo, lo abbiamo chiesto proprio al nuotatore padovano. “E’ nato tutto come un gioco. Piacerebbe a chiunque essere il volto di una campagna del grande Armani, figuriamoci prestare tutto il corpo! Ritrovarsi improvvisamente su tutti i cartelloni pubblicitari, andare nelle profumerie e vedere le persone scegliere il “mio” profumo è stato davvero entusiasmante”, racconta lo specialista dello stile libero a Panorama.it. “Conosco molti uomini cui non piace usare il profumo, io invece l’ho sempre utilizzato perché mi fa star bene con me stesso, ho l’impressione di essere più in ordine. Adoro le fragranze non troppo dolci, quelle fresche e leggere, adatte quindi a uno sportivo come me”.

E la tua fidanzata invece – la schermitrice Rossella Fiamingo – che tipo di fragranza apprezza di più? Perché, diciamolo, alla fine l’uomo sceglie un profumo anche, quando non esclusivamente, in base ai gusti della propria partner. “Come hai ragione! Tutto deve passare sotto la sua approvazione, figuriamoci un profumo”, scherza lo sportivo. “A lei è piaciuta moltissimo sia la fragranza, che la campagna pubblicitaria anche se era un po’ gelosa che girassi per i punti vendita sempre circondato più da donne che da uomini. Ha pure acquistato il profumo da regalare a suo papà”, racconta ancora Dotto. Sì, perché alla fine sono quasi sempre le fidanzate, le amanti o le mogli a comprare questo oggetto del desiderio per il proprio lui.

Insomma, lo scrittore e sceneggiatore Patrick Suskind ha detto “il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole”. E i testimonial, diremmo noi, ancora di più.

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Alessia Sironi