A 40 anni vergini e felici
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A 40 anni vergini e felici

Succede in Giappone dove quasi una donna su due sacrifica il sesso per la carriera

Dopo una vita di studi e sacrifici trovarsi tra i fornelli ad accudire figli tagliando sushi? Per carità. Le donne giapponesi (circa la metà di loro, per lo meno) non ha la minima intenzione di rinunciare a promettenti carriere da manager in nome della famiglia e dei figli e per non correre "rischi" dice no persino al sesso. 

A svelare il lato oscuro del carrierismo muliebre nella terra del Sol Levante è stata un'inchiesta pubblicata da "Il Venerdì" che racconta di donne che pur di non rinunciare ad una solida posizione sociale restano vergini (e felici) fino a 40 anni.

Secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute nipponico quasi la metà (il 40,1%) delle ragazze tra i 20 e i 24 anni e un quarto di quelle tra i 35 e i 39 anni non hanno mai avuto un rapporto sessuale se non con sex toys.

Figlie in carriera

Nell'oriente maschista, infatti, sono ancora poche le famiglie che decidono di investire nella formazione delle figlie femmine e coloro che lo fanno è a costo di grandi sacrifici in termini economici. Le giovani studentesse che approdano all'università, ai master e ai dottorati sanno sin da bambine di essere delle privilegiate e di poter vivere una vita in prima classe e che guarda all'occidente senza dover vestire in kimono e tenere un reverenziale sguardo in basso sul mondo (e sul proprio marito). Per questo sono disposte a tutto, ma proprio a tutto, pur di non perdere il prestigio sociale conseguito. 

Voci dall'Oriente

"I tuoi genitori - racconta Naoko Mikitani, 34 anni, dirigente di una ditta di Tokio - fanno debiti per mandarti alle dispendiose scuole d’élite per assicurarti un futuro da manager, dall’asilo al liceo, dall’università al master post-laurea. Tu studi da matti, consegui il dottorato, fai uno, due, tre concorsi. Poi una sera un sakè di troppo, cedi ad un bel ragazzo e meno di un anno dopo ti ritrovi quasi trentenne davanti ai fornelli. Non se ne parla”.

Ad alcune è andata peggio e la verginità, o meglio l'astinenza, è stata imposta dall'alto come racconta Sayaka Osabake, 37 anni: "Tornata al lavoro subito dopo il mio secondo aborto spontaneo le prime domande che mi sono sentita rivolgere dal capo sono state: vuole ancora provare a sfornare bambini? Ha ricominciato ad avere le mestruazioni? Si astenga dai rapporti sessuali per due o tre anni e si concentri sul lavoro".

Dopo il lavoro, la serenità

Con disciplina nipponica, così, le donne in carriera in età da marito appendono gli uomini al chiodo e si buttano sul lavoro. E dopo? 

I progetti per il futuro li spiega K.K, 28 anni: "La mia verginità la sacrificherò tra qualche anno, quando avrò consolidato la mia posizione in ditta. E l’uomo a cui spero di donarla sarà sui 50/60 anni, pacato, senza troppi grilli per la testa, con una sua posizione sociale ben definita e che sappia sempre rispettare la mia priorità assoluta per la carriera. Figli? Non se ne parla neanche"


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Barbara Pepi