Sicuri che qualità in tv significhi audience basso?
La 64a edizione del Gran Prix Italia lascia una sgradevole sensazione: che per fare televisione di alto livello si debbano fare programmi che non vede nessuno
Si chiude oggi a Torino la 64a edizione del Gran Prix Italia . Il premio per la Tv di qualità. Una iniziativa senz’altro lodevole ma che lascia parecchie perplessità. Il primo aspetto da valutare è una certa sensazione da riserva indiana che si respira a Torino. Intanto suona distonico premiare prodotti “per pochi” su un mezzo che per antonomasia è di massa. Inoltre l’impostazione è quella di tenersi lontani, vergognarsi, considerare inferiori tutti quei prodotti grazie ai quali la televisione, ma soprattutto chi lavora in televisione, possono campare.
Un esempio è Cenerentola – una favola in diretta, spettacolo con cui si chiude la manifestazione. L’opera diretta da Carlo Verdone, andata in onda il 3 e 4 giugno con ascolti disastrosi e costata una piccola fortuna. È vero che si DEVE investire in prodotti di qualità. Soprattutto deve farlo una rete di stato, ma spettacoli di questo tipo possono essere pensati, prodotti e realizzati solo se la rete, o la casa di produzione che li realizza, possono vantare progetti con un largo consenso di pubblico. Quiz, reality, talk show…tutti generi assolutamente banditi dal Prix Italia.
Nel filmato, il giurato del Prix Italia Antonio Bruni, mentre fa leggere alcune sue poesie lette anche a UnoMattina. Tra queste Aspirapolvere, Io sono la Patata, Lacrime per una Banca e L’irrequieto fagiolino.
Tratto da www.tvpro.it