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Shopping online: dimmi come ti giustifichi e ti dirò da dove vieni

Lo sviluppo dell'e-commerce ha prodotto la nascita degli acquisti digitali compulsivi (con molte differenze geografiche)

C'è sempre un buon motivo per fare shopping, specie oggi che l'acquisto è a prova di clic.

Data questa premessa le mille sfaccettature degli acquisti modaioli, soprattutto online, assumono connotati diversi a seconda della latitudine, del sesso e della disponibilità dell'interessato. Ad analizzare le "50 sfumature di shopping" è stato il sito per acquisti online vente-privee.com che, nei mesi di luglio e agosto 2013, ha raccolto informazioni su un campione di oltre 1100 soci, donne e uomini, di età compresa tra i 25 e i 49 anni in Francia, Spagna, Germania, Italia, Austria, Belgio e Paesi Bassi.

Complice la sempre maggior diffusione dell’e-commerce, e in particolare del mobile commerce (+255% nel 2013, fonte Osservatorio eCommerce B2c, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm) per fare compere basta essere muniti di smartphone e carta di credito. Questo ha creato un forte sviluppo sì del commercio digitale, ma anche un'altrettanto importante necessità di giustificare acquisti più o meno avventati.

Da quanto emerso il ventaglio di giustificazioni ad una bella boccata di shopping è decisamente vasto. Si va  da "Ho fatto un affare"; "E’ l’effetto della gravidanza"; "Non ho altri vizi quindi mi sfogo con gli acquisti" fino ai più fantasiosi: "E' un investimento"; "Faccio girare l’economia"; "Dovevo tirarmi su di morale".

La scusa più gettonata a livello mondiale è, però, la sempre valida "Non avevo niente da mettermi".

Alcune scuse sono più diffuse in alcuni paesi per giustificare gli acquisti di impulso: in Italia "Me lo meritavo" oppure "Avevo bisogno di tirarmi su di morale" in Spagna e in Francia"Non potevo resistere a questo affare", in Germania "Ho bisogno di rinnovare il guardaroba per il mio nuovo lavoro", in Austria "Mi serviva per una serata speciale", nei Paesi Bassi"Non avevo niente di questo colore".

Non si parla solo di scuse, però. Quando si tratta di acquisti le differenze geografiche, tra uomini e donne e nel genere di compere fatte variano di paese in paese. Ecco le più significative:

Ufficio Stampa

Belgio e Spagna sono i Paesi europei con la più alta percentuale di shopping addicted regolari: il 97% circa degli intervistati ha dichiarato di fare acquisti quasi quotidianamente contro la media europea dell'87% 
Al terzo e quarto posto troviamo Francia (con il 92%) e Paesi Bassi (90%), seguiti da Italia (86%), Germania (84%) e Austria (83%)
In linea con questi dati, il Belgio si rivela il paese più attento nel cavalcare le tendenze con un valore pari al 64%, seguito da Austria (62%), Francia (60%) e Spagna (54%).
Fanalino di coda la Germania (49%) che, oltre a non essere particolarmente dedita allo shopping, pare la meno interessata ai trend del fashion. L’Italia invece, essendo molto
attiva sul fronte degli acquisti, è più propensa a creare le tendenze piuttosto che a seguirle. 

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Barbara Pepi