Sex toys sotto le lenzuola
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Sex toys sotto le lenzuola

Lui, lei e i loro giocattolini preferiti. Ecco l'ultima moda, sempre più spesso proposta dalla donna

Se ne parla tranquillamente davanti alla macchinetta del caffè in ufficio, senza inibizioni, quasi con vanto. «Più racconti delle tue esperienze assortite con vibratori e sex toys, e più ti dimostri emancipata» giura Marta, che ha 27 anni, è single, vive a Milano e s’esprime come chi è convinto di parlare a nome di un’intera generazione: «Tra le mie coetanee, l’autonomia e l’apertura sessuale sono viste come un grande valore».

Se le donne non governano ancora politicamente il mondo, è sempre più vero che lo guidano a letto, grazie alla doppia mossa che le ha portate oggi ad animare e reinterpretare gli aspetti più ludici e sperimentali del sesso. Per prima cosa, hanno abbattuto i tabù legati al piacere autoconcesso ed elettrostimolato (il best seller consolidato tra gli ausili dell’amore solitario? «The rabbit», letteralmente il coniglio, in realtà una specie di cactus con un rametto in aggiunta, per una doppia stimolazione). E ora, con consapevole audacia, si portano tranquillamente a letto e a cospetto del maschio i loro giocattolini preferiti. Spiazzando il partner, lì per lì. Per poi spingerlo a incuriosirsi e farsi guidare da mano esperta verso nuove declinazioni del piacere.

«Ormai, è la donna a proporre l’oggetto erotico e a metterlo in gioco nelle dinamiche di coppia» conferma il sessuologo e psichiatra Marco Rossi «e non lo nascondono più. Secondo uno studio dell’università Bocconi del 1997, solo il 7 per cento ammetteva di farne uso. Oggi, la percentuale è salita al 40». Anche i dati raccolti dal sito italiano di sexy e-commerce mysecretcase.com (che prevede una sezione intera di giocattoli pensati per le coppie), parlano di signore che nell’acquisto di sex toys hanno di gran lunga superato i maschi: «Sono il 60 per cento della clientela, e sanno benissimo cosa vogliono» dice la fondatrice del negozio virtuale, la trentenne Norma Rossetti: «Per trovare il loro oggetto del desiderio impiegano in media meno di 7 minuti».

Comprano oggettini di design, mimetici come soprammobili, da lasciare in giro per casa senza che nessuno possa fare domande: dal vibratore a forma di Tour Eiffel a quello che si confonde facilmente con il mouse del computer e si ricarica via Usb (come iGino One, il preferito di Cara Houillebecq, blogger inglese che ha dichiarato di guadagnare 20 mila sterline l’anno provando e recensendo vibratori per conto delle case produttrici). Fino al più classico anatroccolo da tenere sul bordo della vasca da bagno, possibilmente lontano dalla portata dei bambini.

Dal dildo mini da nascondere in borsetta grazie a forme ispirate a rossetti, mascara e portacipria, a quelli che sembrano accessori da videogiochi, con telecomando wireless e app per l’iPhone. Oppure con sveglia vibrante sincronizzata cucita negli slip, da indossare durante la notte per un inizio di giornata meno traumatico di una suoneria sparata a 110 decibel. Oggetti d’uso così comune da essere finiti nella top ten stilata dal London City Airport sugli effetti personali più strani che vengono scordati più facilmente in aeroporto, preceduti di poco da gioielli e fasci di banconote. Griffati da designer e stilisti, celebrati sul grande schermo e furbamente venduti più come ausili al «sexual wellness», sono definitivamente usciti dal retrobottega dei negozi vietati ai minori per essere esposti in bella mostra nelle vetrine di profumerie, atelier di moda e negozi di tendenza (è di pochi giorni fa l’inaugurazione di uno spazio sex toys da The italian mall, presso il Lingotto di Torino).

Un articolo anticiclico e anticrisi, che nell’ultimo anno a livello globale ha fatto registrare un aumentato delle vendite del 6,4 per cento, portando il business mondiale a 1,5 miliardi di dollari (in Inghilterra, dove il prossimo San Valentino uscirà nei cinema Cinquanta sfumature di grigio, si aspettano un aumento delle vendite di 100 milioni di sterline). Un’invasione che solleva anche qualche dubbio, se non di utilità pratica, quantomeno di opportunità relazionale: «La sessualità è un gioco, e portarsi a letto un oggettino intrigante per creare complicità può essere divertente. A patto che» avverte non senza saggezza Armando Prieto Pérez, autore cubano del romanzo erotico al maschile Tutte le volte che vuoi (Rizzoli), «questa abitudine non finisca per creare una barriera tra i partner, trasformando la relazione erotica in una somma di piaceri individuali e scollegati». 

Ma il processo di sperimentazione e personalizzazione è ormai inarrestabile (su Dildo-generator.com per esempio si possono progettare i propri gadget e stamparli in 3D), e in una sorta di ribaltamento delle emancipazioni sono ora gli uomini ad acquistare sex toys da utilizzare da soli, nel segreto delle proprie stanze: in una classifica sul sito Askmen.com, in prima posizione tra gli aggeggi immancabili sono stati inclusi gli stimolatori di prostata waterproof, i masturbatori in silicone giapponesi Tenga flip e persino (che umiltà) l’estensore di lunghezza in lattice Adam’s. Oltre ai classici dildo per lei da sfoderare in caso d’incontro fortunato. Ma attenzione, secondo uno studio inglese, non tutte le donne amano essere sollecitate con un gadget già utilizzato in una relazione precedente: per l’uomo, appena liberato, una nuova sfida di galateo e savoir faire.

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Annalisa Testa