Dating online: la tirannia della scelta
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Dating online: la tirannia della scelta

Un numero illimitato di contatti e potenziali partner: è questa la felicità?

Il dilemma non riguarda solo il dating online e può essere riassunto nel modo seguente: l'abbondanza di scelta ci rende davvero felici? Chi cerca l'amore sul Web ha un numero apparentemente infinito di chance, tanto che si è portati a pensare che per trovare l'anima gemella basti un filtro che faccia da setaccio fra i potenziali partner. Ma non è esattamente così.

Secondo Brad Browning, consulente per le relazioni di coppia e dating coach di Vancouver, un elevato assortimento renderebbe la ricerca di una compagna (o di un compagno) assai più difficile. Il fenomeno, che non riguarda solo il dating online ma in generale la società dei consumi, è comunemente noto come "la tirannia della scelta".

Barry Schwartz, celebre professore di teorie sociali e autore del libro The paradox of choice ha più volte affermato che "l’abbondanza di scelte non offre più valore, ma crea insoddisfazione e paralisi anziché libertà". Il motivo del malcontento risiede nel fatto che a ogni nostra decisione corrisponde il rammarico per le alternative scartate.

Tornando al dating, la naturale conseguenza di questa teoria è che le persone tendono ad abbandonare facilmente delle relazioni promettenti perché si illudono di poter conseguire agilmente qualcosa di meglio. Dando luogo così a una spirale di perenne insaziabilità e insofferenza.

Sempre stando a Browing – che cita lo psicologo Finkel, ricercatore presso la Northwestern University – gli algoritmi su cui si reggono i processi di matchmaking hanno un grosso limite: non possono predire la qualità delle interazioni all'interno della coppia e come reagiranno i soggetti in circostanze di stress.

A tale proposito viene preso in esame l'esempio di eHarmony, dove l'utente in fase di registrazione deve compilare un questionario con oltre 400 domande. La mole di dati presi in esame per determinare l'abbinamento ottimale è chiaramente enorme, ma nonostante ciò nessuna delle informazioni utilizzate "può realmente predire il grado di successo di un'unione".

In definitiva, sottolinea Browning, le indagini di matchmaking sembrano essere "più efficaci nel dissuadere gli utenti occasionali, piuttosto che nel determinare la compatibilità tra i due single". Anche perché "se un algoritmo di selezione riduce il numero di potenziali partner da duemila fino a cinque, è davvero più conveniente rispetto a una passeggiata nel bar di quartiere?".

L'analisi non deve però essere interpretata come una totale bocciatura. Più semplicemente si può concludere che il dating online non va considerato uno strumento preciso e infallibile. Un uso ragionevole dei siti d'incontro deve partire dalla consapevolezza che ci sono sempre vantaggi e svantaggi. D'altro canto, diceva Borges: "Innamorarsi è dar vita ad una religione il cui dio è fallibile". E nessun algoritmo matematico potrà mai renderlo perfetto.

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Davide Decaroli